Non era mai stato tanto bravo con i computer, aveva iniziato tardi dopo essersi disintossicato e non appena trovato un primo lavoro con una parvenza di stabilità. Era lento e faticava a comprendere i meccanismi di funzionamento di quei PC in particolare.

Si era anche chiesto come fosse possibile che Adam avesse ricreato tutto questo nella sua mente, per permettergli di cercare da sé i dettagli. Era reale quello che vedeva? Per quanto potesse sembrare assurdo, era convinto che lo fosse.

Jane uscì dall'infermeria dopo aver parlato con Joanne.

Era nervosa e destabilizzata: incontrare quell'infermiere dopo averlo visto in un messaggio di Adam e soprattutto dopo aver incontrato Dylan allo stesso modo, la facevano sentire in un cazzo di incubo.

Non aveva abbastanza informazioni per trarre delle conclusioni utili, doveva parlare con qualcuno e l'unico che le veniva in mente era John. Lui avrebbe capito, lui c'era. Forse era ancora lì.

Se tutti stavano male, Joanne sembrava migliorare a vista d'occhio. Era strano e prima o poi qualcuno se ne sarebbe accorto. Era questo il significato della visione? Le avrebbero fatto del male come agli altri nell'Area 3-13? E a lei, a Jack? Solo loro non avevano accusato sintomi di quella strana influenza. Niente febbre, niente delirio, emicranie che arrivavano all'improvviso. Niente.

I dubbi aumentavano. Su tutto, su tutti.

Un militare le venne incontro mentre rientrava alla camerata dei cacciatori. Sili voleva vederla. Subito.

Era ora pensò, visto che non aveva voluto parlarle praticamente da quando era rientrata con Jack ferito. Solo il rapporto sulla missione, consegnato e guardato di sfuggita per poi lasciarla con un subalterno di cui Jane manco ricordava il nome. Era sparito e lei non aveva avuto accesso al capezzale di John, né le era stato riferito dello strano tizio (che poi era Adam) che tenevano in una stanza speciale dell'infermeria. Lo aveva sentito da militari e da qualche infermiere, ma niente da quel comandante di cui lei s'era sempre fidata. Quel tanto che bastava, insomma.

Jane seguì il militare fino alla porta dell'ufficio di Sili. Non era solo, con lui c'era un Generale che non si presentò e rimase in disparte mentre Dominic Sili la faceva accomodare su una poltroncina scomoda di fronte a lui.

«Si tratta di Jack» esordì il comandante, gli occhi fissi in quelli di lei.

«Ha combinato qualche altro casino?» sorrise, poi abbassò lo sguardo «Scusi».

«C'è una missione delicata da compiere e volevo mandarlo con la squadra che partirà domattina».

«Non capisco» Jane era confusa.

«Secondo te, si è ripreso abbastanza per affrontare una missione di una settimana circa?» Sili fece una breve pausa «Sembra che molti dei ragazzi non stiano bene, ultimamente. Jack, però, è reduce da un intervento particolare».

«Jack sta bene» lo disse senza pensarci, «può partire tranquillamente».

«Hai intenzione di seguirlo?»

«No, se non è in pericolo, signore».

«Sarà comunque in pericolo, Jane. Lo sai».

«Non come l'altra volta, comandante» Jane detestava i rimproveri.

«E non come quella prima?»

«Cosa?» la mente di Jane stava vagando altrove e faticava a seguire i ragionamenti di Sili.

«Quando sei scappata dall'isolamento per andarlo a ripescare nella loro nursery, dove hai trovato John... »

«A proposito di John, signore» Jane lo interruppe, «vorrei vederlo».

Area 3-13Where stories live. Discover now