Fuoco

7 1 0
                                    


Poche ore dopo, il corpo privo di sensi di quella che era stata Micaela giaceva su un letto all'ospedale della base. Aveva la febbre alta, delirava, tremava. L'antidoto che l'avrebbe salvata dal contagio le era stato iniettato in tempo e i medici sembravano ottimisti. La sua cartella clinica la conduceva a una nuova vita: sarebbe diventata la seconda Jane Doe. Un omaggio alla donna che se n'era appena andata, un augurio a quella che stava arrivando. Se fosse uscita da quella stanza con le sue gambe, avrebbe cooperato con il corpo speciale istituito da un paio d'anni, alle prime avvisaglie di quella che sembrava una serie sporadica di casi e che invece si era rivelata una vera e propria epidemia. O invasione.

Troy entrò nella camera e si fermò per un attimo a guardare il nome sulla cartella in fondo al letto.

«Non ce l'ha fatta... » Si riferiva alla vecchia Jane, ovvio.

«No, – il medico evitò il suo sguardo, Jane era stata la compagna di caccia di Troy, per un po' – quei maledetti sono sempre più furbi. Se la situazione non migliora, saremo costretti a tenere tutti i Reagenti alla base in modo permanente».

«Non credo che servirà» Jane, la prima, era stata recuperata durante una missione.

«Dobbiamo addestrarli meglio, allora».

Troy fece un cenno col capo. Aveva intravisto quella ragazza, la nuova Jane, mentre cercava di combattere con la forza e la velocità di un professionista. Forse aveva praticato qualche arte marziale, non ne era sicuro. Dai documenti erano risaliti a parte della vita di Micaela Warren, ma non c'era tutto e forse non si sarebbe ricordata nemmeno il suo nome, non dopo lo choc e il siero in dose massiccia. L'immunità non garantiva la sicurezza; molti dei giovani Reagenti, così avevano chiamato chi non subiva l'influenza dei Persuasori, erano quasi impazziti alla loro vista.

Non erano umani, non propriamente. Parte del DNA, ma non tutto: forse una evoluzione, forse una specie aliena, non l'avevano ancora capito. Non era nemmeno così importante, rispetto a salvare il maggior numero di persone possibile dal contagio.

Se un tempo i Persuasori erano intimoriti dalla presenza di umani che sembravano immuni alle loro abilità mentali, ora li inseguivano per portarli dalla loro parte. Diventavano schiavi utili, li aiutavano a entrare dove non potevano, mentre gli altri umani erano solo cibo per loro: un mare di cibo per pochi esseri che resistevano all'estinzione.

Ora la seconda Jane faceva il possibile per restare viva. Ancora poche ore e la sua vita sarebbe cambiata, per sempre.



La notte era finita.

I telegiornali riportavano notizie terribili riguardo agli incendi della notte precedente. Quello al grattacielo della Corporate era uno dei più gravi. Sessanta vittime, il cui elenco di nomi era ancora in via di compilazione. Un archivio aveva preso fuoco, a quanto si sapeva, proprio mentre nelle stanze a fianco si svolgeva una festa importante. Per fortuna non tutti gli invitati e il personale addetto al catering erano rimasti coinvolti, anche se i fumi avevano intossicato pesantemente gran parte dei presenti.

Dean era rientrato da poco; la notte era sempre lunga per lui. Suonare la chitarra in un gruppo impegnato come i Draidem costava parecchi sacrifici. Nessuna vita sociale, sonno arretrato e gente squinternata che li aspettava ore e ore fuori dai teatri e dai locali. Certo, aveva anche i suoi vantaggi... La biondina di quella notte era veramente uno schianto. Non si era nemmeno domandato se fosse maggiorenne, con quel culo non importava. Sapeva di rischiare grosso, però era troppo difficile resistere.

Lui non era certo un tipo facile, ma quella sera il concerto gli aveva lasciato addosso una carica inusuale, una voglia che doveva sfogare se voleva dormire almeno qualche ora prima della prossima tappa nella città vicina, prima del nuovo concerto in qualche posto che aveva dimenticato.

Area 3-13Where stories live. Discover now