Capitolo 8

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Quando riapro gli occhi, è ancora presto

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Quando riapro gli occhi, è ancora presto. Dalla tapparella leggermente alzata non arriva la luce del sole, quindi immagino che sia addirittura prima dell'alba.

Niko è ancora abbracciato a me, ha dormito con il cazzo indurito che premeva contro il mio corpo. Sembra scuotersi come mi muovo, ma si sdraia sulla schiena senza svegliarsi.

Gli accarezzo la guancia sbarbata. Una volta aveva provato a farsela crescere, ma gli stava malissimo, per fortuna non gli è saltato in mente di riprovarci.

Mi chino per lasciargli un bacio a fior di labbra, ma lui continua imperterrito a dormire. Credo che non si sveglierebbe neanche se...

Ho un'idea. Un'idea tremendamente eccitante.

Faccio scorrere la mano lungo il suo corpo, sentendo il suo respiro, il suo petto che si alza e si abbassa. Mi soffermo un po' a tastargli i pettorali e gli addominali, ha una muscolatura da dio greco. E poi scendo tra le sue gambe, prendendoglielo in mano.

Spalanca gli occhi, e mi guarda. «Buongiorno.»

«Eri sveglio?» gli chiedo, iniziando a far scorrere la mano lungo tutta la sua lunghezza. Si irrigidisce e mi fa venire una voglia tremenda di saltargli addosso.

«Volevo scoprire che avresti fatto» ammette, con un sorriso da mascalzone. «E quello che stai facendo mi piace.»

Sorrido, rallentando. Mi chino a baciarlo e a sentire il suo sapore amarognolo del mattino. «Sai ancora di caffè.»

«Tu di crema.»

Stringo le dita intorno alla presa e scivolo sotto il lenzuolo, sistemandomi tra le sue gambe, che lui allarga per non essermi di impaccio. Gli lecco la punta, facendoglielo ingrossare ancora di più, poi apro la bocca e inizio a succhiarglielo. È ancora caldo come ieri sera, sembra che non ci siamo mai fermati e che l'eccitazione non sia mai calata, né per me né per lui.

«Sasha...» Fatica a dire il mio nome, ma mi porta una mano sulla testa, invitandomi ad andare più veloce, a serrare ancora di più le mie labbra e ad arrivare sempre più a fondo.

Invece mi fermo prima che possa venire e risalgo carponi per baciarlo. Le sue labbra sono morbide, e mi attirano a lui come una calamita. Non vorrei altro che sentirle sulla mia pelle, mi piacciono da impazzire.

«Non puoi lasciare le cose a metà» mi rimprovera, sempre con quell'aria da gran paraculo. «Che ne dici di finire?»

«Dico di no.»

«Pensavo che ti piacesse...» Mi afferra i fianchi, portandomi a strusciare su di lui, a sentirne l'eccitazione e la durezza. «Oppure no?» mi sussurra all'orecchio, facendomi rabbrividire, poi me lo lecca e mi mordicchia il lobo. «Sei sempre una bomba sexy.»

«Quante altre volte vorrai dirmelo?» mormoro di rimando, inclinando il collo. Ora sono seduta su di lui, appoggiato alla spalliera del letto.

Mi accarezza la schiena con desiderio, fino ad arrivare ad afferrarmi il culo con entrambe le mani.

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