Prologo

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Mi siedo sulla sdraio, senza appoggiarmi allo schienale

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Mi siedo sulla sdraio, senza appoggiarmi allo schienale. Le voci da dentro casa mi raggiungono a malapena, coperte dal suono dei piatti impilati.

«Ti rompo?» Nikola mi raggiunge e si mette al mio fianco senza aspettare una risposta.

«In realtà sì.» Il viso mi avvampa, non riesco a guardarlo in faccia perché sono arrossita fino alla punta delle orecchie, ma lui non commenta. Forse è sorpreso dalla mia sfacciataggine, e in parte lo sono anche io, perché non so con quale coraggio abbia parlato. Sono stata a disagio per tutta la cena, perché lui provava a fare una conversazione normale, come se negli ultimi due anni non fosse sparito nel nulla.

Come se non mi avesse ferita.

«Perché? I tuoi erano contenti di vederci, tu non lo sei?»

In questo Niko è rimasto lo stesso di sempre: schietto e sincero, senza alcun filtro. Ed era uno dei tratti che più mi piacevano di lui, per questo il suo comportamento mi ha delusa. Accanto a lui, anche io ero spontanea.

Ci penso come se fosse passato un secolo, ma eravamo appena diciottenni quando ci siamo visti l'ultima volta... e ora che di anni ne abbiamo venti e ci siamo entrambi affacciati al mondo degli adulti, molte cose sono cambiate. E io avrei voluto che lui rimanesse mio amico invece di lasciarmi da sola.

«Dove sei stato negli ultimi due anni? Avresti potuto chiamarmi, mandarmi un messaggio, qualunque cosa. E invece hai deciso di non farti più vivo.»

«Neanche tu l'hai fatto.»

Colpita e affondata.

«Pensavo che non ti importasse più di me.» L'ho detto davvero? Il vino a cena deve avermi dato alla testa!

«Mi importa sempre di te.» Niko mi accarezza la schiena, poi mi attira a sé e mi fa poggiare il viso sulla sua spalla. Mi lascio cullare dalla sensazione dolce di essere di nuovo insieme a lui, dopo tanto tempo. Questi due anni senza vederlo né sentirlo per me sono stati eterni.

Alzo lo sguardo e finisco a tu per tu con il suo viso. Mi guarda, con la solita espressione da gran paraculo che sta per scoppiare a ridere. Eppure mi piace, mi è sempre piaciuta. Annullo la distanza e lo bacio, sentendo le sue labbra calde sulle mie.

Che sto facendo?

Mi allontano subito e lui mi guarda confuso.

«Scusa, non dovevo» gli dico, a mo' di spiegazione. Non avrei dovuto, questo va a minare tutto il rapporto tra noi e potrebbe cambiarlo. In negativo.

Lui però non sembra offeso, tanto che sorride. «Va be', Sasha, convinta tu.»

Incastro la testa tra le mani e poggio i gomiti sulle ginocchia, mentre Niko riprende ad accarezzarmi la schiena. Il suo tocco, però, non mi sembra neanche lontanamente quello di amorevole di un amico, anzi, del mio migliore amico di un tempo.

Amici o amanti?Where stories live. Discover now