letter twenty four

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Cara I,
lei sta ancora dormendo. Nel mio letto. Non so perché l'ho portata a casa mia invece che a casa sua, dove c'è sua sorella. Probabilmente perché era così sconvolta che non me la sono sentita di portarla da Monique, considerato che le avrebbe urlato contro per dieci minuti. Io non capisco perché l'ha fatto, davvero. Cioè, perché si è ficcata in quella stanza. Lei è terrorizzata dagli specchi, sai; quando me l'aveva detto ne ero rimasto divertito. Ancora non pensavo che potesse esserne spaventata così tanto... finché non l'ho vista con i miei occhi. Era rannicchiata lì, per terra, che piangeva e non riusciva a muoversi. Non ho la minima idea del motivo della sua fobia. Non so se ha questo terrore perché ha paura di vedersi riflessa, perché si ritiene brutta o cos'altro. Gliel'ho chiesto, prima, mentre guidavo, in macchina, e lei era accoccolata sul sedile come un gattino. Lei ha cercato di spiegarmelo, lo vedevo che voleva disperatamente provare a farmi capire, eppure non c'è riuscita. Mi sento dannatamente impotente. Non posso fare nulla per aiutarla; lei è anche una fan, io amo aiutare le mie fan. Hanno fatto davvero tanto per me, il minimo che possa fare è ascoltarle quando hanno bisogno di aiuto o cercare di infondere loro un po' di coraggio. Li amo tutti, dal primo all'ultimo. Ma con Wynter... non lo so. Wynter è così timida e... bambina, in un certo senso. Mi sento quasi in colpa a toccarla, a baciarla, perché diamine, ha sedici anni. Sarebbe illegale una nostra relazione per alcuni stati. Ma non riesco a farne a meno. Non riesco a fare a meno di desiderare di abbracciarla, affondare il viso nella sua spalla e rimanere con lei sul mio petto per tutto il giorno e tutta la notte, perché mi sembra la cosa giusta da fare, ecco. Non so se mi sto innamorando, forse sì, forse no, forse lo sono già. Non so più un cazzo con lei vicina. Solo che mi piace stare con lei.
Dio, è complicato. Io tra poco dovrò riprendere il tour. Lei va a scuola. Io sono seguito costantemente, lei è fragile. Forse la cosa migliore che potrei fare è starle lontano, ma non prenderò mai in considerazione questa ipotesi, perché solo a pensarci sento il mio petto cominciare a fare male, e non è per l'asma. Questo lo so.
Sembro un ragazzino alla prima cotta. È quasi divertente, in un modo un po' triste però.
Harry posò la penna accanto a sè e chinò la testa, massaggiandosi il collo. Quella situazione era dannatamente complicata. O forse era lui che la rendeva così. Si alzò e sospirò, mentre il suo sguardo volava verso la porta. La sentiva nelle vene, la voglia di andare ad osservarla nel sonno. Quasi come un automa comandato da qualcun'altro, le sue gambe si mossero portandolo verso il corridoio.
Harry si appoggiò allo stipite della porta, incrociando le braccia. Il suo sguardo verde colse la curva delicata dei capelli di Wynter sparsi sul suo cuscino. Era girata verso di lui, con una mano abbandonata sulle coperte bianche.
Harry si avvicinò e si sedette sul bordo del letto, silenzioso, allungando una mano e facendo scorrere piano un dito sulla pelle morbida della curva della spalla della ragazza addormentata. Un piccolo gemito uscì dalle sue labbra, e Harry sorrise. Salì completamente sul letto, rannicchiandosi accanto a lei con un sorriso indelebile sulle labbra rosee.
Wynter in quel momento aprì un po' gli occhi. E batté le palpebre un paio di volte prima di rendersi conto che era lui.
A quel punto assunse un'espressione così buffa che Harry non poté, ma proprio non ci riuscì, non scoppiare a ridere. Wynter mugulò qualcosa offesa e afferrò goffamente il cuscino sotto alla sua testa, spiaccicandoglielo in faccia mentre lui ancora ridacchiava.
- Vattene - si imbronciò, girandosi dall'altra parte e incrociando le braccia. Harry si tolse il cuscino dalla faccia e glielo batté con forza sul fianco, facendola sussultare.
- Questo è il mio letto, vattene tu - replicò, avvicinandosi a lei e aggrappandosi al suo corpo come un polipo, circondandola con le braccia e posizionando una gamba sulle sue. Non voleva che andasse via, a dispetto di ciò che aveva detto. Wynter sorrise, mentre l'odore della sua fragranza la avvolgeva.
- Ci siamo già passati una volta - gli ricordò, girando un poco il viso per guardarlo e trovando le sue iridi puntate su di lei. Harry sogghignò.
- L'ultima volta ero decisamente ubriaco ed eccitato.
Le guance di lei diventarono color porpora, mentre lo colpiva debolmente al petto. Il sorriso malizioso di Harry si ampliò, mentre approfittava della posizione in cui si trovavano per fare pressione sul busto di lei con il proprio, sdraiandosi per metà su di lei.
Wynter lo fissava immobile e le sue iridi erano piene di panico.
Harry scivolò sul suo bacino, sedendosi su di lei ma stando attento a non pesarle troppo addosso. Sempre con quel ghigno, sempre con le iridi verdi che scintillavano maliziose.
- Che... Stai facendo? - la voce di Wynter si strozzò, e Harry valutò se fermarsi là o tirare ancora un po' la corda.
- Uhm. Niente di importante.
Le sue dita sfiorarono il suo fianco e la sentì sussultare. - Woah, piccola. Sei ipersensibile - la prese dolcemente in giro, ma le impedì di mandarlo affanculo pressando le labbra contro le sue.
Non le diede il tempo necessario per rispondere al bacio che le sue labbra scivolarono giù, dove le sue dita avevano tirato giù la maglia dalla sua spalla senza che lei se ne accorgesse.
Sorrise appena quando lei soffocò un mugolio non appena cominciò a mordicchiare e baciare la sua pelle con forza. I deboli schiocchi delle sue labbra che si stavaccavano da quella pelle morbida erano l'unica cosa che sentiva, oltre al respiro affannato della ragazza sotto di lui. Ad Harry venne la pelle d'oca quando la mano di Wynter risalì lentamente sul suo braccio, accarezzando involontariamente il profilo della sua spalla per andare a stringergli la nuca, e la sua coscia gli sfiorò il fianco.
- Okay - aveva stranamente il fiato corto quando alzò la testa, guardandola negli occhi di ghiaccio, che erano troppo intensi. - Basta, mh?
Si lasciò cadere al suo fianco e le circondò la vita con il braccio, affondando il viso nei suoi capelli neri.
- Stai con me - chiese sottovoce. Era quasi una preghiera. Wynter prese un respiro profondo, intrecciando le dita alle sue sul proprio ventre.
- Non me ne vado da nessuna parte.

Dear Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora