Notte

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A Jack, ovunque sia,

e a Tersicore,

che fa danzare i miei sogni.

P.




Prima Parte



Atlanta, un futuro prossimo...





Dalla finestra della stanza, attraverso i pannelli fotopolarizzanti orientabili, il bagliore giallo dei lampioni tagliava l'aria scura. Il letto era illuminato da una pallida lampadina, mentre fuori la luce brillava della vita frenetica della base.

La donna al centro del letto era immobile, collegata a flebo e cavi, circondata da monitor di ogni tipo che registravano segni sempre più deboli di vita. Gli occhi si muovevano veloci sotto le palpebre e così pure sembravano scattare i nervi delle mani, unici particolari a tradire la calma apparente di quel luogo. Ai piedi del letto, una cartella attribuiva alla donna il nome fittizio di Jane Doe; come a dire che lei, in realtà, non esisteva affatto.

Lì accanto, dietro al vetro che separava le stanze, due uomini erano intenti a osservare le immagini trasmesse dalla paziente ai monitor: Jane Doe, attraverso la mente, stava indicando loro dove dirigersi. Una squadra si stava già muovendo verso l'obiettivo. La caccia era nel suo pieno svolgimento, c'erano uomini e donne da salvare.


Nel grattacielo della Corporate la festa era al suo culmine. Dopo un discorso condito di tutta la retorica e ogni dettaglio tecnico possibile, tenuto dal direttore scientifico della multinazionale - una delle più importanti aziende farmaceutiche del pianeta - era stato servito ogni ben di dio, cibo e bevande in quantità. Ora uomini e donne di età diverse ma egualmente ben vestiti ballavano, parlavano, bevevano e si divertivano.

C'erano a disposizione tutti gli uffici del piano, riadattati per concedere agli ospiti della presentazione dell'anno una serata indimenticabile. Gli invitati erano un numero imprecisato, calcolando anche chi era riuscito a imbucarsi potevano esserci almeno duecento persone, o così sembrava alla ragazza.

Micaela Warren era stata mandata dai suoi datori di lavoro, troppo impegnati per andare a una festa a rappresentare uno degli studi legali più importanti di Atlanta. Una bella ragazza fa sempre buona impressione e certo si sarebbero ricordati della sua presenza; il resto non era fondamentale.

Aveva bevuto parecchio per combattere la noia, tanto non doveva fare altro che consegnare il plico riservato a ogni partecipante contenente i dettagli legali dell'operazione. Tutto sommato poteva trattare la serata come una specie di vacanza premio. Era stata lontana dalla droga. Sapeva che ne sarebbe girata parecchia, come spesso accadeva in feste come quella, ma era abituata a non consumarne e a concedersi un solo vizio "da stordimento": vino rosso o champagne, in occasioni del genere erano più che sufficienti.

Vagava da una sala all'altra, stanca per aver ballato fino a poco prima. Voleva farsi un'idea di quanto fosse grande quel posto, di quanta gente ci fosse e di quante persone che conosceva avrebbe colto in momenti imbarazzanti. La vista era un po' annebbiata, faceva caldo e una strana euforia la stava contagiando, come l'arrivo improvviso della primavera.

Area 3-13Where stories live. Discover now