Capitolo 12 (2°). Il Segno

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Ripeté il saluto fatto prima dell'interruzione di Ilaria:

"Ciao allora Marco, ciao Ilaria, buonasera signora, ci vediamo domani."

E andò via, parecchio pensierosa.

Irene non commentò l'accaduto. Sembrava che tutto l'incidente fosse passato e stettero un poco a parlare tutti e tre di cose tranquille; solo Ilaria, però, come Anna, era pensierosa e, di questo, Marco se ne preoccupò, perché non ne capiva molto la ragione. Aveva il sospetto che fosse per Anna, ma proprio non ne vedeva il motivo, era solo una conoscenza fatta al momento e che di lì a pochi giorni, con le dimissioni di Irene, sarebbe scomparsa. Aveva però fretta di andare via per chiedere ad Ilaria di accompagnarlo almeno fino all'uscita pazienti per poter stare un po' a parlare con lei da solo. Dopo pochi minuti infatti salutò la mamma:

"Ciao mamma, allora ti lascio con Ilaria, ci vediamo domani mattina. Ilaria mi accompagni un poco?"

Ilaria voleva anche lei stare un po' con Marco, aveva avuto un pensiero per tutti quei minuti e voleva confidarsi con lui prima di lasciarlo andare.

"Sì Marco mio, zia, lo accompagno un po', torno subito."

Arrivarono a una vetrata che si affacciava sul giardino interno dell'ospedale. Era una sera tiepida, non erano ancora le sette e c'era ancora chiaro; la porta tagliafuoco era tenuta aperta con un secchio e andarono sul pianerottolo della scala antincendio per parlare un poco. Ilaria aveva avuto un'immagine, quasi un Messaggio, non sapeva se ciò che aveva sentito era giusto ma ne voleva parlare a Marco con il quale, del resto, non aveva segreti.

"Marco, quella ragazza di poco fa... è una tua amica?

"Quella studentessa di medicina? Anna?"

"Sì"

"No Ili, no non è amica; l'ho conosciuta stamattina, era venuta per dirmi che la mamma stava bene, sai, c'è stata quella complicazione della trasfusione, è stata un po' lì, nient'altro."

"Però, sembrava ti guardasse in modo strano... e... forse anche tu la guardavi... diversamente, quando sono arrivata sembrava che voi steste parlando e... come se avessi interrotto qualcosa."

"No, figurati, è che io stavo giusto dicendo 'mia sorella viene a fare la notte' e tu sei comparsa all'improvviso, è stata una cosa, così, casuale, allora magari hai pensato che avessi interrotto chissà quale confidenza. Ma no, non è questo."

Ilaria ci pensò un po'.

"Forse hai ragione, sono io che magari ho capito male... però... però per tutti questi minuti ho pensato: se fosse lei il Segno che stiamo aspettando?"

"Ili, in che senso, il Segno?"

"Il Segno Marco, lei potrebbe essere il Segno mandato dal Cielo per dirci che dobbiamo..." Non seppe continuare. Guardò in basso verso il giardino dell'ospedale, sotto di loro.

"Vuoi dire che questa Anna è un Segno? Per chi? Per me?"

"Per noi."

"Che vuol dire cosa?"

"Che... ciò che facciamo non è giusto... e che... dobbiamo..."

Di nuovo non seppe continuare la frase.

"Vuoi dire... lasciarci?"

Ilaria non rispose. Guardava in basso, incerta. Marco continuò.

"Il famoso Segno che ci dovrebbe mandare il Cielo è una ragazza che ho conosciuto oggi? E... in che senso? E poi, comunque, mi pare che sia fidanzata con quel dottore, lo chiama per nome, si vede che c'è intesa."

Dolore e perdono (Parti I - VI)Where stories live. Discover now