Capitolo 13

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"Caddi nel buio", a volte penso che questa frase abbia molti significati.

Ma io intesi non il fatto letterale di cedere nel buio ma per me io lo feci.

Mi svegliai da quello stupido sogno, mi alzai di scatto respirando affannosamente, le narici non riuscivano a trattenere tutto l'ossigeno che cercavo di far entrare.

Mi risvegliai dai miei stessi incubi, da sveglio, guardandomi intorno, mi soffermai a guardare la tenda vuota, non come la sera prima quando mi trovai attaccato a Louis per il freddo che di certo io non avevo.

Sospirai e guardai ancora quel posto ormai vuoto, allungai la mano lì in quel punto in cui stavo guardando da ormai un paio di minuti.

Ormai quel posto era freddo, beh c'era da dire che come vacanza invernale stava andando davvero bene, se non fosse che stava rimanendo sordo ad un ragazzo ventenne di New York.

"Ehii", mi svegliò dai miei pensieri una voce, e non lo sentii neanche entrare in tenda, quella che ormai stava chiudendo.

Si tolse le scarpe prima di girarsi verso di me e fece una brutta espressione al solo sguardo.

"Cos'hai?", mi chiese con sguardo rugo.

"Eh? Nulla", gli dissi semplicemente la verità mentre iniziai a cercare il mio calzino perduto nel sacco a pelo.

"Harry sembri sconvolto", mi fece notare anche se non volevo emettere le mie emozioni in un semplice sguardo.

"Cos'è successo", si avvicinò a me con un brutto odore di preoccupazione.

"Sto bene", lo riassicurai e in un secondo, dopo essermi messo il calzino mancante, lo scansai e uscii dalla tenda rimanendolo lì.

Perché?

Perché sapevo che quel sogno era la fottuta verità, quindi se si scappa da un qualcosa di brutto è più facile dimenticarsi di quella preoccupazione, peccato che preoccuparsi non è sinonimo di risolvere.

Camminai e quell'aria fresca mi riempì le vene di felicità, per essere inverno non ci fu nemmeno una quantità minima di neve.

"Buongiorno Harriet".

"Buongiorno Clark", la salutai di rimando senza neanche girarmi visto che sapevo benissimo la provenienza di quella voce.

Mi girai guardando la mora con un cappellino con su scritto 'NY', riferimenti assolutamente casuali.

"Maeve sta preparando la colazione va", mi incitò a raggiungere la ragazza vicino le macchine visto che li Niall attrezzo l'angolo 'cucina' se così si poté chiamare.

Mi avvicinai nel luogo imposto ma vidi che Ms Maeve e Zayn Malik stavano gentilente pomiciando all'aria aperta, senza pensarci due volte invertii la mia rotta per raggiungere il biondino al fuoco.

"Bambino mio buongiorno", mi salutò con un gran sorriso.

"Mi ha chiamato zia Anne, quando ti deciderai a risponderla alle chiamate?", mi rimproverò come una mamma piccione con i suoi uccellini appena nati.

"Beh devo dire che si gela qui", ignorai completamente il suo rimprovero puntando lo sguardo su Clark che si stava sedendo in quel momento su una sediolina più rovinata dei suoi capelli tinti.

"Per questo ora Louis vi mostrerà la sua 'Tommo way'", rispose Clark indicando il fratello che arrivò in quel momento.

"Che cos'è un tipo di esulto dell'Inghilterra?", chiese Niall a Louis.

"Louis oh no Niall, molto peggio".

"CLARK", la rimproverò il fratello maggiore iniziando a prendere della legna.

"Dovreste sapere che Louis, quando abitammo ancora a Londra, aveva all'incirca otto anni, si bruciò facendo il fuoco al campeggio che facemmo insieme ai nostri genitori, in tutto questo qualche minuto prima dell'accaduto non smetteva di ripetere 'The Tommo Way'".

Inizia a ridere per lo stupido racconto detto da Clark.

"Smettetela di ridere!", ci rimproverò a tutti e tre Louis cercando di accendere il fuoco con un pezzo di cartone di pizza che chissà come finì lì in mezzo al nulla.

Già chissà.....

***

"Harry hai visto Maeve?", entrò Niall nella tenda dove io e Louis stavamo riposando tranquillamente, con solo qualche parole e battutina.

"Cazzo Niall abbassa la voce!", gli gridò incontro Louis ancora addormentato buttandosi il cuscino sopra il volto.

"Che esagerazione", lo rimproverai io iniziandomi ad alzare e in compenso ricevetti un bugno nelle costole che mi fece fremere dal dolore risvegliando anche il livido sulla mia schiena.

"Quindi?", chi chiese Niall che sembrava molto ma molto preoccupato, in un modo in cui non l'aveva mai visto.

"Non ne ho idea Ní, chiedi a Clark!", gli risposi affrettato, mettendomi la mia felpa.

"HARRY FORSE NON MI HAI CAPITO, NON RIESCO A TROVARE NE MAEVE E TANTOMENO CLARK".

"CHI NON RIESCI A TROVARE NIALL?", si risvegliò immediatamente Louis dal suo sonno profondo, i due sembravano davvero sconvolti facendo una fusione da farmi paura.

In due secondi mi trovai solo in tenda con qualche urlo dall'esterno che chiamavano 'CLARK GIURO TI TOLGO DALL'ALBERO GENEALOGICO' oppure 'MAEVE GIURO CHE TI STACCO LE UNGHIE'.

Completamente due disperati.

Non so spiegarvi esternamente come mi trovai in macchina di Louis girando tutti i campeggi nelle vicinanze nella vaga speranza di trovare Clark e Maeve per poi notare della mancanza di Zayn.

Niall cercò di alleviare la situazione con "staranno facendo un qualcosa a tre", per poi pentirsi di quella frase con una pacca sul collo da parte di Louis.

"ECCOLA!", gridai a Louis facendolo svoltare automaticamente nel piccolo campeggio sulla nostra destra.

Stava andando in una velocità disarmante.

Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare di essere arrivati in quel mini camping circondati da ragazzi dell'età di Louis insieme a Maeve,Zayn e in fine Clark, tutti accerchiati al fuoco un po' troppo alto per essere gestibile.

Sentii subito uno sportello sbattuto fortissimo, alzai lo sguardo e Louis corse in quella mandria di ragazzi.

Vidi soltanto che gli puntò un dito contro, prima che scesi dalla macchina prendendo le chiavi, non si poteva mai sapere.

E tutto quello che non mi aspettavo successe...

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