| 𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 3 |

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Era situato a circa due chilometri di distanza dalla villa. Lontano e, principalmente, off limits per i bambini. Difatti era perennemente chiuso con un grande lucchetto. Così che, appunto, i piccoli non vi potessero entrare e vedere cosa, all'interno, vi era.

"Miguel" fece così il suo ingresso al capanno El Diablo. "Finalmente riusciamo a parlare" aggiunse poi, osservando l'uomo sulla quarantina che, legato, sedeva sulla sedia di legno e ferro posta al centro della stanza. "E' stato davvero molto difficile trovarti" proseguì, camminando verso l'uomo.

"Diablo... Io..." farfugliò Miguel, con voce leggermente tremante.

"Shh, non ti agitare inutilmente" Si accucciò a terra e, con due dita, sollevò il mento dell'uomo... La sua preda, così da poterla guardare dritto negli occhi. "Voglio solo parlare" Curvò le labbra in un piccolo e diabolico sorriso. "Ecco cosa faremo" Si alzò da terra, raggiungendo il tavolo in legno posto sulla sinistra della stanza. "Ti farò alcune semplici domande" proseguì a parlare e, mentre lo faceva, cominciò a tirare fuori da una sacca sportiva alcuni attrezzi. "Alle quali tu, ovviamente, dovrai rispondere in modo onesto. Se non vuoi che mi arrabbi" Si voltò, osservandolo. "Perché non vuoi che accada, non è vero?"

"Sar-sarò sincero Diablo" balbettò Miguel, deglutendo a fatica.

"Molto bene, Miguel. Molto bene" si voltò nuovamente verso il tavolo. "Tre giorni fa, alla vecchia stazione, mi sono stati sottratti due panetti di cocaina" mentre parlava, si sfilò dal polso il Rolex Daytona Oyster Albino del valore di ben quattro milioni, poggiandolo con cura sul tavolo. Poi allungò la mano destra, estraendo da una scatola di carta, un paio di guanti in lattice nero. "Le persone che me li hanno rubati, non solo hanno avuto la faccia tosta di derubarmi ma sai che altro hanno fatto?" domandò, voltandosi. Poggiò il sedere sul bordo del tavolo e incrociò le braccia al petto.

"Cos'hanno fatto?" domandò, intimorito, Miguel.

"Hanno avuto la brillante idea di tagliare, una droga pura al novantanove per cento, quindi di qualità molto elevata, con del misero fentanyl e detersivo il polvere" spiegò El Diablo. "La sera stessa, quella merda che hanno creato, perché in altro modo non si può definire, è stata messa in commercio" aggiunse, cominciando poi a camminare su e giù per tutto il capanno. "E sai a chi è stata venduta?" Per tutta risposta, Miguel scosse il capo in segno di negazione. "A dei ragazzini, Miguel! E' stata venduta a dei ragazzini che vanno dai dodici ai quattordici anni!" esclamò, con un tono di voce incline al furioso. "Dieci ragazzini, Miguel. Sei di loro sono finiti in ospedale e, per miracolo sono riusciti a salvarli. Due ragazzini non hanno fatto in tempo ad assumerla mentre gli altri due giacciono in obitorio, morti di overdose" Tornò verso il tavolo, recuperando una pinza. "Ho sempre detto, sia ai miei uomini, sia ai miei compratori, che qui, a San Juan, nessun tipo di droga deve finire nelle mani dei ragazzini. Eppure, a quanto pare, qualcuno è stato così stupido da non rispettare un mio ordine diretto"

"E da me cosa vuoi sapere?"

"Oh, ci stavo giusto per arrivare" sorrise in modo malvagio. "A chi hai venduto la droga che mi hai rubato, traidor?"

A quelle parole, l'uomo sbiancò, cominciando a sudare freddo. Aprì, per poi richiudere subito le labbra. Incapace di rispondere a El Diablo.

"A chi hai venduto la mia droga" scandì bene le parole Ruben, avvicinandosi a Miguel.

"No-non ho rub-rubato io la droga" balbettò.

"Risposta sbagliata" ghignò. "Francisco, sii così gentile da aprire la bocca di Miguel" chiamò a sé uno dei suoi uomini.I quali, in silenzio, erano tutti poggiati contro la parete del capanno.

Vargas, dopo essersi messo anche lui un paio di guanti in lattice, si posizionò dietro la schiena di Miguel. Con le mani poggiate ai lati del viso dell'uomo, lo costrinse ad aprire la bocca, così che El Diablo potesse afferrare con la pinza un dente di Miguel e, con forza, toglierglielo.

ᴇʟ ᴅɪᴀʙʟᴏ - ɴᴏɴ ᴛᴜᴛᴛᴏ ɪʟ ᴍᴀʟᴇ ᴠɪᴇɴ ᴘᴇʀ ɴᴜᴏᴄᴇʀᴇ  ᴠᴏʟ. 1Where stories live. Discover now