Apollo

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La mia mente si svegliò prima delle mie membra, aprì semplicemente gli occhi.
Il mio corpo era comodo e disteso sul materasso morbido.
La mia testa poggiata placidamente sul migliore cuscino mai avuto.

La mia guancia era sul suo pettorale.
La mano sempre sul petto, iniziò a scorrere sul resto del suo corpo.
Pian piano ripresi possesso anche del mio.
《Ciao》fu la prima cosa che udì.
Riconuqui subito la voce melodiosa.
Il meraviglioso corpo che si trovava sotto l'assedio dei miei polpastrelli vibrò leggermente quando parlò.
Lentamente alzai la testa ed incorciai quegli occhi caldi e dolci.
《Ciao》Risposi felice di trovarmi lì appiccicato al suo corpo con i vividi ricordi della notte trascorsa.
《Ti Amo》a quelle due semplici parole il mio cuore si fermò un istante per poi iniziare a battere all'impazzata.
《Anche io》la mia voce fu flebile ed inudibile.
Presi un gran respiro, seppur leggermente tremante.
《Ti amo anch'io》Dissi fissando negli occhi quella figura incantevole.

Le sue braccia si spostarono sul mio corpo, una trovò posto sulla mia schiena un' altra, leggermente più in basso.
《Ne sei sicuro?》chiese in tono paziente.
《Ne sono certo》assicurai.
E per confermare le mie parole mi sporsi, scivolando sul suo corpo liscio e piacevolmente caldo fino a raggiungere le sue labbra di fuoco.

Quando le nostre bocche si separarono si udì in piccolo suono di ventosa che mi fece inevitabilmente ridere.
《Sei bellissimo》Nessuno mi aveva riferito Parole simili o intrisi di una tale sincerità.
Arrossì e nascosi il viso contro il suo petto.
Le sue mani si posarono sui miei capelli, le sue dita fecero breccia tra di essi come frecce nelle faide di un' armatura.
《Perché ti nascondi?》Domandò con un filo di allegria nella voce.
Alzai lo sguardo pronto a sostenere il suo sguardo, dagli occhi talmente profondi da farmi venire le vertigini
《Non lo so》ammisi.

Scivolai ancora una volta sul suo corpo, così che il mio viso fosse ancora più vicino al suo.
Ci respiaravamo sulla faccia era magico.
Avrei voluto dirgli che non li guardavo un faccia perché mi vergognavo, perché non ero abituato a tutte quelle attenzioni, volevo confessargli che era troppo bello per uno come me, ma le parole mi morirono in gola.
Ero rapito da lui, era bello e caldo, percepivo la sua energia, forse era dovuto alla notte trascorsa insieme, ma qualcosa mi diceva che non si trattava di quello, c'era dell'altro.

Pose le sue mani sui mie fianchi, spostandomi accanto a lui nel letto, senza fatica.
《Credo che dovremmo lavarci》annunciò.
Aveva ragione, ormai ero sveglio, la sua vista era come quella del sole, una volta che sorge e illumina il mondo scacciando il sonno come fa le tenebre.
Mi alzai, abbandonando le lenzuola bianche e il letto in legno di fico.

Mi alzai e lo raggiunsi.
Ponendo le mani a coppa raccoglievamo l'acqua da un anfora color sabbia e sciacquavamo le nostre membra, ripulendole dall'appiccicume con il quale ci eravamo spostati la notte.
L'anfora era posta nell'angolino dalla stanza, accanto alla finestra da lì i raggi del sole facevano il loro ingresso e illuminavano le pareti bianche e le rifiniture dorate.

《Ora forse è meglio che ti metta una tunica》Disse il mio amasio.
《Perché? Credevo ti piacesse vedermi così》commentai in maniera ironica.
Ormai senza pudore mi mostravo nella mia interezza.
Le sue labbra saporite si piegarono in un sorriso.
《Hai ragione potrei guardare la tua pelle nuda tutta la giornata, ma voglio dirti una cosa》
Il modo misterioso con il quale mi parlava mi affascinava.
Dopo aver lasciato un bacio sul suo petto ed una carezza al suo viso arretrai per lasciargli spazio, presi un a tunica nuova e la indossai, era appena un po' scollata, ma copriva entrambe le mie spalle.

Il ragazzo dinanzi a me indossò una veste bianca, una fascia di tessuto gli copriva una spalla, mentre l'altra era nuda, si scorreva almeno metà del petto, pareva leggermente larga, non avevo idea di dove l'avesse presa, ma quello era l'ultimo dei miei problemi, gli stava benissimo.
《Giacinto... voglio dirti il mio nome》mi irrigidì e l'angolo della mia bocca si sollevò come ed un secondo dopo mi ritrovai a sorridere compiaciuto.
《Ti rivelerò il mio vero nome》
Non Dissi nulla, restai in trepida attesa.

La sua figura rimase nitida, nonostante il sole e la luce alle sue spalle avrebbero dovuto rendere la sua figura una sagoma scura.
Qualcosa in me si bloccò, mi sorpresi nel sciprirmi così desideroso di conoscere il suo nome, non capivo perché avesse dovuto celarlo, ma la sua bocca si schiuse e le sue parole furono più veloci dei miei pensieri.
》io sono Apollo》il mio cuore si bloccò per un istante, come i polmoni e ogni altra parte di me.

Lo guardai con occhi sbarrati, non fu necessario che gli domandarsi se si trattasse di uno scherzo, incrociai il suo sguardo, i suoi occhi profondi erano sinceri e... senza tempo.
Non sentii io suono dei suoi piedi sul pavimento quando si avvicinò, forse perché non lo fece, semplicemente divenne più grande e imponente.
Di colpo la tunica smise di andargli larga.
Il suo petto ampio era parzialmente scoperto, come nelle raffigurazioni e nelle statue.

I capelli parevano fili setosi di oro fuso, le sue membra bronzee rispondevano contro io contrasto della tunica candida.
L'aria nella stanza si fece calda e densa di potere, un dio, un dio nella mia camera da letto, avevo giaciuto con un dio nel mio letto.
Riuscì a non svenire, ma non potei impedire alle mie ginocchia di cedere.

Rapide e fulminee due possenti braccia mi aggerrarono prima che potessi cadere.
Giacevo tra esse in una posizione scomposta.
Il dio Apollo mi guardava con l'ombra do un sorriso sul volto.
《preso》sussurrò, il suo fiato si insediò nella mia bocca socchiusa, un alito caldo e dolce, probabilmente ambrosia, il cibo degli Dei.

《Si, mi hai preso》farfugliai con un solo filo di voce.
Ripresi controllo del mio corpo e quando fui in grado di apparire stabile sulle mie gambe mi lasciò, insistendo però che mi sedetti sul bordo del mio materasso.
《Quindi... per tutto questo tempo, sei... sei Apollo》non potevo sostenere il suo sguardo, non mi capacitivo.
Il mio petto, così modesto a confronto con il suo, si alzava ed abbassava in continuo ad un ritmo frenetico.
《La verità è che non volevo forzarti, desideravo che tra noi fosse tutto reale》
Le sue parole dolci risuonavano lontane e confuse, la mia mente non era più lì era in un'oscura nube di confusione e domande.

《Cosa intendi con reale?》Quella domanda, pronunciata in quel modo suonava stupida.
Cosa voleva da me, cosa poteva mai desiderare un dio da me?
Desiderava una notte insieme, forse? Allora perché aveva atteso tutto questo tempo per avermi e perché era stato tanto delicato.
Qualcosa di caldo mi toccò il viso.
Con piacevole stupore mi accorsi che si trattava della sua mano.

《Non capisci? Io desideravo davvero fare tutte quelle cose con te》avvicinò il suo volto e la sua fronte toccò la mia, come a volermi leggere nel pensiero.
《Se avessi voluto sarei apparso nella mia forma divina e avrei assaporato la tua carne, sarei potuto apparire nel tuo letto e piegarti al mio piacere, ma no... io ti amo e se anche tu mi ami allora staremo insieme e solo quando sarai pronto ci uniremo in un corpo solo e saremo un unica carne》ogni parola era stata scelta con cura e pronunciata in maniera dolce, ogni singola parola era una carezza sul mio volto.
《Ho bisogno di un attimo per comprendere》
Me lo concesse e un altro ed un altro ancora.

《Vuoi che vada?》Domandò dopo un cauti silenzio.
《O posso restate?》chiese poi, cauto.
《Voglio che tu resta》Risposi senza fretta.
Presi il suo viso fra le mani e lo baciai.
《Scusa... io》non trovai le parole, ma prima che potessi parlare Apollo iniziò a ridere.
Persino la sua risata suonava melodiosa.
《Ti prego non scusarti Giacinto, io ti amo, se lo vorrai, sarai il compagno morale del dio Apollo》Spiegò in tono pratico.
《Lo voglio》

La sua figura si buttò su di Michele ricaddi sul letto.
《Ti Amo》pronunciate quelle parole, da Apollo il mio cuore prese a galoppare nel petto, come uno stallone che tirava i yerribili cocchi Spartani.
《Tornerai ad essere meno timido ed impaurito, magari come ieri?》chiese speranzoso.
《Si》assicurai. 《Ma ho bisogno di un po' di tempo》dichiarai.
Le sue labbra si posarono sul mio collo.
《Tutto quello di cui avrai bisogno》
Qualcosa tra le mie gambe spingeva contro la tunica e una mano non mia si infilò sotto di essa afferrando quella parte di me.
《Oh divino Apollo》gemetti.

 Apollo & GiacintoWhere stories live. Discover now