Capitolo 16

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Ieri sera Charlotte non ha cenato con noi, è crollata dal sonno. Posso capirla, anche io stavo morendo dal sonno, ma volevo passare del tempo con mia madre.

Stiamo aspettando mia madre in macchina per andare da papà, sono seduta sui sedili davanti e Charlie dietro.
«Ehm, tesoro appena arriviamo in città, dopo aver visitato l'ospedale non torno a casa con voi, devo incontrarmi con mia cugina, sai non la vedo da 5 anni e-»
«Puoi andare, e chiamami quando avrai finito. Rimango in città pure io. Starò un pochino a Central Parkinson»
Annuì e mi baciò la guancia.
Intanto mamma entra e subito mette in moto e io accendo la radio.

Ugh, eccoci qui.
Sono così nervosa. Charlie lo nota e mi prende la mano, io la guardo e mi dice di stare tranquilla. Tutto quello che faccio è annuire alle sue parole.

Mamma è già dentro, ovviamente.
Ci sta aspettando.
«Mamma, non ti dispiace se dopo vado a Central Park? vorrei farmi un giro..»?Chiedo.
«Certo! Eccoci qua amore..»
Okey, adesso sono nervosa più di prima. Appena la porta si spalanca vedo papà che guarda la televisione. Sembra non aver notato della nostra presenza, così ne approfitto di sedermi accanto a lui.
Poco dopo si volta e il mio cuore scoppia solo a vederlo con questi mille tubi che partono dalle braccia. Sembra allegro.
«Wendy.. sei tu?» Oh papà, gli prendo la mano e la porto sulla mia guancia.
«Si papà, sono io. Come stai?»
«Come sto? Guarda tu -ride- sai.. la tua presenza migliora la mia giornata, sei cresciuta tantissimo in questi cinque mesi» le lacrime cominciano a scendere. Charlie e dietro di me che accarezza la mia schiena.
«Oh, c'è anche Charlie. Guardate come siete belle. Sicuramente avrete un sacco di ragazzi ai piedi eh?»
Amo il lato scherzoso di mio padre, riesce sempre a essere felice anche in momenti peggiori.

Passiamo ora a parlare, gli racconto di come va a Londra e di Harry.
Mi manca, sento tantissimo la sua mancanza.

«Ce possibilità che io possa conoscere questo..Harry Styles?» Mi guarda con un sorriso malizioso, e io rido.
«Probabilmente..no, nel caso dovesse venire qua.. beh, te lo presenterò!« Dico avvicinandomi di più a lui.
«Mi farebbe bene, anche, una compagnia maschile la prossima volta. Questi qua non fanno altro che dormire e io..non so che fare, al massimo giro i pollici» Lo ha detto a bassa voce, e noi tre ci mettiamo a ridere così forte che tutti gli altri pazienti ci guardano male.
Appena guardo il cellulare noto che sono 14:34 , non ho ancora pranzato.
«Beh, papà adesso dovrei andare. Mamma rimarrà qui con te, vengo di nuovo domani, okey?»
«Okey, portami un dolcetto! Qui non fanno altro che farci mangiare torte..scadute, bleah»
Fa una faccio disgustata e gli bacio la guancia, ridendo.

Ho preso in prestito la macchina di mamma, Charlie se ne è andata con sua cugina.
Un pò di silenzio ci vuole, alla fine non è stato così tremando rivedere mio padre.
Volevo rimare ancora di più, ma non avrei resistito di più a guardarlo in quelle condizioni.

Central Park non è molto distante dall'ospedale.

Quando scendo dalla macchina, il venticello primaverile colpisce il mio viso da scombinarmi i capelli. Decido di farmi una passeggiata nel parco. Che starà facendo Harry? E se gli mandassi un messaggio? Nah, lo disturberei, credo. Diamine, gli mando un messaggio va.

A Harry:
Ciao riccio! Come stai? Sono andata a trovare mio padre, gli ho parlato di te e ha detto che vorrebbe conoscerti :p.
Mi manchi.. x

Quando lo invio, noto di avergli scritto "mi manchi" , ma quando sono sul punto di scrivergli di aver sbagliato, mi scontro con una persona e io cado per terra.
«O mio dio! Scusami!» Dice questa voce femminile, guardo il suo viso e..sembra così famigliare, l'ho già vista. Non può essere lei.
Miranda Keer.
«Tu..tu sei..»Balbetto, e una delle mie modelle preferite. Cazzo.
«Si, sono Miranda Keer, piacere! Mi dispiace per prima..sono così sbadata!» Si scusa con me, porge le sue mani in modo tale che mi possa aggrappare alle sue per rialzarmi.
«Non è successo nulla. Ho mal di testa..» Dico pensandolo veramente.
«Oh, vieni con me. Andiamo a prenderci un caffè? Ah, come ti chiami su?» Il suo sorriso è più bello di persona.
«Wendy. Wendy Browns» Sorrido. Annuisco per l'offerta di poco fa, colgo l'occasione per conoscerla di più. Magari, potremmo diventare amiche.

Durante il tragitto mi ha parlato della sua carriera e wow, è così bello lavorare per Victoria's Secret.

Il bar dove entriamo e caldo, perfortuna troviamo un tavolo per due liberi . Fuori c'è una di quei mega cartelloni su di me, sta volta di H&M. Spero che non l'ha notato nessuno.
«Sbaglio o quella lì fuori sei..tu?» Merda, annuisco e guardo il basso. In questo momento trovo più interessante le mie scarpe.
«Non ti vergognare tesoro, è una cosa positiva questa. Facevo così anche io. Pensavo che non mi sarei mai abituata del fatto di ritrovare me o le altre ragazze appese per tutta la città. Mi sono voluti mesi per accettarlo, adesso è okey» Mi rivolge un sorriso enorme, è così dolce. L'adoro. La sua piccola storiella mi ha sollevata.
«Vorrei inviarti ad un'evento della Victoria's Secret per presentare la collezione estiva, viene di sabato. Ti va?» chiese.
«C-cosa?»
«Hai sentito benissimo tesoro, domani ti spiego tutti i dettagli»

Ordiniamo un caffè.
Poco dopo finiamo e quando arriviamo alle nostre macchine mi ferma.
«Che ne dici di darmi il tuo numero? Domani potremmo andare a fare shopping per comprare di vestiti adatti per sabato, che dici?»
Non ci credo, è tutto così surreale.
«Okey, tieni» Gli mostro il mio numero e io salvo il suo.
«Allora a domani!» Mi bacia la guancia ed entra nella sua Porche bianca.

Ho appena realizzato uno dei miei sogni più grandi, ancora non ci credo. Per di più domani ci vedremo, caspita. La mia giornata di oggi può rivelarsi indimenticabile.

photograph » hsWhere stories live. Discover now