don't pretend to be ok with me if you aren't

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Oggi la casa è vuota. Se non fosse per me e mio cugino, l'aria fredda penetrante dalle finestre sarebbe l'unico rumore esistente.

Mia madre è partita. Ha ricevuto una promozione e si è trasferita in città. Lontano da noi.
Mio padre non sopportava la mancanza di lei, quindi l'ha seguita.

In breve, senza scuse... Ci hanno lasciato da soli.
Viviamo ormai da due giorni così. E da 48 ore non ci parliamo.

Mi sento vuoto. Freddo. Non riesco a metabolizzare. Mentre una forza sconosciuta spegne la fiamma che è in me.

Dovrei parlargli? Condividere il mio dolore? Oppure...

Forse è meglio che gli parli più tardi.

...

È inutile. Mi sento un fallimento.
Il mondo attorno a me si sta distruggendo come vetro, e l'unica convinzione che ho è il fatto che non abbiano avuto rimorsi nel lasciarci.
Percepisco la mia mente cadere in un abisso senza fine, pieno di ombre e dubbi che sbilanciano il mio equilibrio interiore.

Non ho voglia di scrivere molto oggi.
Dicono che la scrittura sia una forma di sfogo, ma cosa dovrei sfogare?

Rabbia?

Tristezza?

Paura?

Non so neanche cosa provo adesso.
Mi sento inutile.
Mi sento solo.
Sono solo.

Andiamo con ordine. Forse fare il punto della situazione mi aiuterà a tornare in me. 
Allora, due giorni fa era il 26. Mia madre ricevette una promozione, e partì immediatamente. Mio padre, usando la scusa di voler stare con lei, la seguì il giorno dopo. Non ci hanno neanche contemplati, dicendoci che dovevamo continuare le lezioni qui. come se fosse meglio di studiare in città. Evidente segno che ci volevano lasciare. 
Ed in tutto questo tempo non una telefonata. Un messaggio. Una lettera. Nulla. Ci hanno tagliato fuori dal loro mondo. Non so neanche se in realtà mio padre sia andato da lei. 
Tutto quello che mi hanno detto era una bugia. Era tutto un teatro, una finzione. I miei hanno recitato la famiglia felice per ... per cosa, poi? Per avere la soddisfazione di abbandonarci? Con quale scopo? 
Mi sento in una gabbia troppo stretta. Non so cosa fare. Ho smarrito la via. 
Cosa penserebbe un adulto ora? Ah, si, si preoccuperebbe delle questioni economiche. Beh, nonostante tutto, la casa è ancora intestata ai miei, quindi non mi devo preoccupare. Beh, forse dovrei, se non mangiamo io e Qi Rong moriremo. Non ci vuole però molto a trovare un part-time. Magari serale. Vabbè, mi metterò alla ricerca di qualcosa da fare. 

Eppure San Lang ce l'ha fatta. Da solo. Beh, aveva gli zii. Forse chiederò un aiuto. 
LO SO. Sto creando confusione. 
Allora, chiarisco il nostro rapporto. Siamo amici, da sempre, però è cambiato da quando è successo un incidente. Con me è sempre gentile, ma con altre persone è sempre scontroso. 
Ecco perché lo riprendo su alcuni comportamenti, ma non posso negare che a me non ha mai recato alcun torto. 

Ho detto abbastanza di lui oggi. 

Parlerò di Mu Qing. 
E' un mio caro amico dall'infanzia, insieme a Feng Xin, ma loro due non vanno d'accordo per nulla. Sono come sale e pepe. Due cose completamente differenti. Incompatibili. Lui ha un carattere prevalentemente calmo, ed è particolarmente acculturato. se la cava anche con la spada diciamo (da piccoli noi tre lottavamo con le spade di legno e aveva un particolare talento). 

Credo di aver detto abbastanza. Va bene, ora vado a parlare con Qi Rong. Affronterò la situazione con lui. 

A domani. 

Xie Lian

~•~

Xie Lian si alzò dalla scrivania e lasciò il diario aperto. Aprì la porta e andò verso quella accanto appartenente al cugino. 

red as a rose, strong as love (ITA) || HualianWhere stories live. Discover now