capitolo 1

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"e che palle!"

impreco mentre Ug mi tiene stretta nella sua mano e appesa a testa in giù.

questa è la mia vita, sono cresciuta con i giganti, so i loro nomi, ci parlo, non mi attaccano, sono una di loro.

ho lunghi capelli c/p e occhi c/o. Indosso la stessa tunica, a maiche lunghe, stropicciata da sempre e la lavo al fiume ogni tanto.

Vivo di erbe e infusi di funghi, ma anche la carne la amo, sono una eccellente cacciatrice sia per il fatto che sono una maestra nel lancio del cortelli sia per il fatto che sono molto veloce ed agile.

a poi ci sono loro, le mie ali.

i giganti le chiamano ali della libertà pk con esse posso librarmi in aria ed essere indipendente.

sono grandi ali bianche, ( 𝚝𝚒𝚙𝚘 𝚚𝚞𝚎𝚕𝚕𝚎 𝚍𝚎 𝚖𝚊𝚕𝚎𝚏𝚒𝚌𝚊 𝚖𝚊 𝚋𝚒𝚊𝚗𝚌𝚑𝚎) composte ovviamente da grandi piume.

Non so da dove provengo quindi anche la loro natura mi è ignota, non so se esistono altre persone come me e sinceramente non mi interessa, sono terrorizzata dagli umani.

da quando a 6 anni mi hanno torturata e poi lasciata in un bosco con creature enormi per poi darmi una mazzata in testa e farmi perdere gran parte dei ricordi, io ho paura del genere umano.

non vedo nemmeno il motivo per la quale mai dovrei interagirci.

I giganti sono meglio, mi piacciono, si certo posso spaventare, ma sono gentilissimi, almeno con me, non ho bisogno degli umani quando ho loro, per me sono una famiglia.

sono seduta sul tronco di una albero mentre affilo il mio pugnale con una pietra, quando degli uccelli che prima erano poggiati sugli alberi si librano in aria mostrando il loro disaccordo per quel rumore fortissimo di zoccoli che stava arrivando.

"Che diavolo è sto baccano? Le mandrie sono partite 2 mesi fa non ci sono cavalli dei dintorni ormai!"

Ug si avvicina e, nella sua lingua, mi dice che potrebbero essere soldati.

"soldati? In che sen-"

Poi Ug muore davanti ai miei occhi con la nuca squarciata.

spalanco gli occhi mentre il sangue del mio migliore amico mi imbratta la tunica bianca.

una donna dai capelli corti rossicci e uno strano coso alla vita si è fermata su un albero a fissarmi subito dopo  aver tolto la vita al mio amico.

spalanco le ali.

" che diamine hai fatto?! assassina!"

poi mi scaglio verso di lei creando un onda d'aria e facendola precipitare al suolo.

peccatamente viene salvata poco prima da un uomo vestito come lei.

le lacrime iniziano a solcarmi le guance, raggiungo un ramo e atterro dolcemente.

il tipo che ha appena salvato la tipa ha capelli castani e occhi verde smeraldo.

carico per abbatere la mia furia contro di loro quando lui inizia a parlare.

"aspetta! un attimo ascoltami! non so chi tu sia, ma quello era un gigante e stava per mangiarti!"

e serio? i gaganti? mangiarmi? hahaha moro.

"idiota, pensa vivo in questa foresta da più di 10 anni e non hanno mai osato fiorarmi."

Che cazzate.

"senti, non so cosa tu sia o chi tu sia ma io sono un gigante mutaforma, non abbatterti contro di noi perfavore , il movimento di Petra è distrutto, morirebbe!"

" penso che se morisse compenserebbe solo la morte del mio amico Ug."

altri tipi vestiti tutti uguali si sono apportati su gli alberi intorno a me.

Ug aveva ragione, sono soldati, non so di cosa, ma sono soldati.

un tipo biondo con due scoiattoli al posto della sopracciglia inizia a prlare.

"Siamo il corpo di ricerca, e io sono il comandante Erwin Smith, tu chi sei? "

" Io sono T/n, questa é la mia casa e voi non siete i benvenuti, avete già ucciso un mio amico senza pietà quindi adesso andatevene per piacere!"

Un soffio di vento muove le fronde sull'albero sopra la mia testa,ma non era vento, un tipo dal capelli neri come la pece mi ha gettato una rete addosso impigliandovi così le mie piume e impedendomi il movimento.

cerco di liberarmi ma vengo circondata da una cinquantina di uomini.

Mi scuoto, scalcio, agito le braccia e il collo, tutto inutile.

mi hanno trasportata su una sottospecie di carro trainato da cavalli. l mio fianco l'uomo corvino di pirma tiene chiusa la rete che mi arrotola.

"dove mi state portando?!"

"sta calma mocciosa, se rimani zitta finche te lo dico io forse riuscirai ad arrivare viva e vegeta alla fine della giornata."

i nostri sguardi si incontrano, colmi di speranza, solo per qualche secondo.

Rimango in silenzio per il resto del viaggio quando ad un punto arriviamo alla cinta muraia di paradis, non ricordo come sia l'interno, quando mi gettarono al difuori quella notte vidi solo due figure nere ai piedi di una cinta muraia. E come ho già detto non so nemmeno come ci arrivai là fuori.

oltrepassiamo un grande portone principale e una via di quelli che penso siano cittanidi si apre davanti ai miei occhi.

Per un attimo ho sorriso. Solo per un istante. Poi ho sentito ciò che dicevano.

"un altra creatura come faremo..."

"Ci ucciderà tutti"

" dopo Eren Yeager questo è troppo."

"vattene!"

"mostro!"

mi tappo le orecchie con le mani e mi raggomitolo di più nella rete.

apro leggermente un occhio e noto che il corvino mi sta guardando, ma non come gli altri, lui non sta guardando un mostro, lui sta guardando una ragazza che è stata meno fortunata.

"non agitarti sono solo terrorizzati dall'ignoto"

tenta di rassicurarmi.

dopo circa un oretta di viaggio arriviamo in un vecchio castello allestito fuori con delle verdi bandiere con su disegnate delle ali.

"dove siamo?"

chiedo.

"questa è la sede principale del corpo di ricerca, combattiamo i giganti nel loro stesso territorio proteggendo le mura."

risponde un corvino.

"come?! uccidete giganti?! questa è la vostra specializzazione?! poi il mostro sono io!"

"guarda mocciosa, non sappiamo per quale strana ragione tu non vieni attaccata da giganti, ma noi da loro veniamo divorati e squarciati, se un semplice umano incontra un gigante può dire addio a tutto, sempre che la creatura gli dia il tempo e non lo ingoi prima."

rimango a bocca aperta, davvero i giganti fanno del male alle persone?

"Ora andrai da Erwin e farete un bella chiacchierata."

due uomini mi scendono dal carro tenendomi sospesa dal terreno.

"guardate che se mi mettete a terra so camminare, le mie ali pesano quando due volte uno di voi, quindi vi consiglio di mettermi a terra e togliermi sta roba."

i due tipi guardano il corvino e lui annuisce con un semplice movimento della testa.

I due mi mettono a terra e mi sfilano la rete liberandomi da quella tortura.

"O molto meglio"

guardo sul carro e il corvino è sparito, ma poco dopo qualcuno compare alle mie spalle prendendomi i polsi e legandoli con delle robe circolari di metallo ai miei polsi.

mi da una spinta sulla schiena e mi incita a camminare verso l'interno.

The Wings Of Salvation/ LEVI X READER/Où les histoires vivent. Découvrez maintenant