Capitolo 15

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EU si mise le mani nei capelli e tirò fuori dal cassetto una scatolina di medicine per l'ansia, ne prese un po' e le ingoiò senza pensarci due volte. Rimase fermo un paio di minuti a guardarsi intorno, si tappò le orecchie ma era troppo, non riusciva a fare state zitte quelle voci. Una donna si avvicinò a lui ma svanì nel nulla poco dopo. Nel mentre vide un incendio davanti a sé ma sentiva solo freddo. Udì una risata e si rannicchiò sulla sedia tremando.

Sapeva che tutto quello non era reale, ma aveva paura, tanta paura. Iniziò a piangere appena vide un uomo con un paio di ali scure davanti a lui che rideva.

Si ricordò di quando era piccolo, era stato strappato ai suoi genitori umani e portato su quell'isola sperduta con gli altri CountryHumans. Sua madre si era ribellata e ed era stata strangolata da uno di quei tizi che lo stavano portando via, aveva un paio di ali nero pece con cui coprì gli occhi del piccolo EU.

Non bastò, ancora sognava le urla di agonia di sua madre e suo padre che correva a piangere il suo cadavere solo per fare la stessa fine della donna.
Da allora era iniziato tutto, gli attacchi di panico, le allucinazioni, i costanti incubi che lo lasciavano sveglio anche per 2 giorni di seguito.

Spesso si addormentava sul lavoro e per questo aveva pagato Francia per aiutarlo, sapeva che era in difficoltà economica e che sarebbe finita in mezzo alla strada se non avesse accettato e lui ne aveva approfittato.
Con il tempo aveva sviluppato dei sentimenti che non comprendeva, l'unica cosa certa per lui è che non era amore. Non amava Francia, però...
Così un giorno ci fece sesso, lei non era consenziente ma lo fece lo stesso. La stuprò, più e più volte. E poi le ricordò dei suoi debiti per non dirlo a nessuno.

Si sentiva in colpa, ma allo stesso tempo non voleva smettere, la sua salute mentale oscillava tra un cucciolo spaventato che cerca la mamma e un maniaco che voleva a tutti i costi ottenere quello che voleva.

Voleva l'approvazione di ONU. ONU, lo adorava alla follia, era la sua ossessione. Avrebbe fatto di tutto per lui. Voleva creare un mondo libero e pacifico, solo per compiacere a ONU. Così usò il suo nome e inventò la leggenda secondo cui certi countryhumans sono pericolosi. E li chiuse tutti in quelle celle sotto il palazzo.

Finché non arrivò quella puttana fascista, ancora non aveva capito se era uomo o donna, ma poco importava per la fine che avrebbe fatto.
C'è una regola non scritta, "mai mettersi tra un figlio e un genitore", e avevano ragione, per certi versi gli ricordava sua madre, e per questo doveva morire.

Tirò un pugno al tavolo e si asciugò le lacrime. Finalmente le medicine fecero effetto e tutto si calmò. Rimasero solo delle grida in sottofondo, quelle che non lo abbandonavano mai, quelle di sua madre che implorava di vivere mentre lentamente perdeva i sensi.

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Capitolo un po' crudo ma c'era necessità-

Spero vi sia piaciuto- e soprattutto non sia troppo edgy spiegato così- ci ho provato :')

Alla prossima!!
Ciaoo!

𝑰𝒅𝒆𝒂𝒍 𝑾𝒐𝒓𝒍𝒅 (CountryHumans Story) [SEQUEL{2}] CANCELLATOWhere stories live. Discover now