0.2

243 4 0
                                    

"Checkmate, I couldn't loseWhat if I told you none of it was accidentalAnd the first night that you saw me, nothing was gonna stop me?I laid the groundwork and then, just like clockworkThe dominoes cascaded in a lineWhat if I told you I'm a master...

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

"Checkmate, I couldn't lose
What if I told you none of it was accidental
And the first night that you saw me, nothing was gonna stop me?
I laid the groundwork and then, just like clockwork
The dominoes cascaded in a line
What if I told you I'm a mastermind?"
Mastermind — Taylor Swift

«Prim, ho una domanda interessante da farti.»

Ignoro le sue parole concentrandomi sulle monete che sto contando. «Lily?» ripete.

Dal canto mio continuo a ignorarlo. Sa di non dovermi disturbare quando conto il fondo cassa ma, a quanto pare, dev'essersene dimenticato. Prima o poi, a furia di parlare da solo, gli si seccherà la gola, berrà dell'acqua e dimenticherà di avermi chiamata.

«Lilian?»

Ancora? Alzo gli occhi al cielo e continuo a contare il denaro incassato in giornata. Sono a quota centocinquanta. Agguanto la calcolatrice e aggiungo la somma che ho raggiunto al totale del denaro contato in precedenza.

«Lilian Doherty!»

Per lo spavento lancio a vuoto la calcolatrice e tutte le monete che ho tra le mani. Con il gomito urto una lattina di acqua tonica aperta, peggiorando il risultato dell'agguato di Peter.

Respiro con calma e porto una mano al petto, guardandomi attorno: tra il bancone impregnato di bibita e il pavimento cosparso di sterline bagnate, gli abiti da sposa, che stamani sono magicamente diventati rosa grazie a un paio di calzini rossi finiti in lavatrice, hanno perso importanza.

Alzo lo sguardo e mi volto con una lentezza agghiacciante in direzione di Peter. Sta sorridendo. Lo immaginavo. «Cosa c'è?»

Fa il giro e appoggia i gomiti sul bancone davanti a me per poi sbattere le ciglia lentamente. «Hai mai pensato di farti la doccia in una di queste lavatrici?»

Tipico. Sospiro e, una volta recuperata la mia bottiglietta d'acqua, ne bevo un sorso. In seguito nego con il capo. «Tu?»

«Ogni giorno.»
Prima di voltarmi verso le file di lavatrici alle mie spalle lo guardo negli occhi, lasciandomi scappare un commento. «Per me sono color nocciola.»

«I miei occhi?» ribatte, affiancandomi.

Annuisco internamente. Da quando lo conosco continua a cercare su internet la tonalità di marrone precisa dei suoi occhi. Non ne ho mai compreso il motivo e non so perché lo faccia. Però va bene così. È Peter. Le stranezze fanno parte della sua personalità e, da più di tre anni, anche della mia quotidianità.

Se si privasse di quel misto tra follia e infantilismo che lo contraddistingue, non sarebbe più sé stesso e, senza di lui, non so quante delle mie risate giornaliere sarebbero veritiere. Non so neppure se potrei trovare un vero motivo per cui ridere di gusto.

IneffabilisWhere stories live. Discover now