Prologo :

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Due persone sussurravano l'una vicino all'altra, tra bauli d'alluminio impolverati, tubi e giunti di impalcature arrugginiti. «Come farai a liberarti del ragazzo?»

«Sfrutterò la prima occasione. Mauro è un ingenuo. Sarà facile.»

Uno scroscio di applausi esplose tra le colonne di Ostia antica e rimbombò tra i muri di pietre trasudanti umidità. Una delle due figure sussultò e si puntellò alla parete pur di avere la visuale libera sul passaggio.

«Chi oltre a noi saprà?», chiese con gli occhi che parevano cadere dalle orbite, tanto erano spalancati.

«Nessuno saprà niente più del dovuto. Gestirò io, ogni cosa», rispose pacato l'uomo panciuto, levando il sigaro dalle labbra con uno schiocco sordo. Infilò l'altra mano nella tasca del completo gessato, respirando tranquillo in una nuvola di fumo denso e acre.

«Le mie informazioni metteranno in pericolo Carrie?», riprese la figura a testa bassa, mentre il petto si alzava e abbassava, affannato.

L'uomo tossì e sputò a terra, liberandosi dall'espettorato; poi si inumidì le labbra appiccicose, riportò il sigaro alla bocca.
«Non volevi vendicare tuo fratello? Non basta a purificarti la coscienza?»

«E se qualcosa andasse storto? Ci sono così tante persone coinvolte. E se...se la tua pedina non reggesse il gioco e parlasse?»

L'uomo fece un tiro profondo. La brace si illuminò di rosso. Prese il sigaro tra le dita e lo roteò, fissandolo. Due getti bianchi uscirono dalle narici, come sbuffi di ciminiere poi, se lo ripose a lato della bocca tra la bava bianca e secca.

«Reggerà», bofonchiò pieno di sé. «Reggerà. Non ha scelta».

L'altra figura dimenò una mano nell'aria per ripulirla. Incapace di terminare la sua lista di pro e contro, tornò a insistere.

«E di me? Puoi garantire che nessuno saprà di me?»

«L'accordo è fatto».

Il tabagista, tolse il sigaro dalla bocca, poggiò i pugni chiusi sui fianchi e strinse gli occhi.
«Hai la mia parola. Resterai in vista, ma nell'anonimato. Sarai la mia polizza sulla vita.»

«Sei troppo sicuro di te!» Due gocce di sudore gli scivolarono dalla fronte giù fino al collo. «Mio Dio! Mio Dio! Tu sei un folle!» ripeté. Si batté le mani aperte sulle guance e scrollò il capo.

«Folle?», replicò l'uomo con le sopracciglia ad arco e un ghigno sul volto.
«No. Sono solo un collezionista di errori, come tutti a questo mondo»

«Andrea è scaltro. Capirà tutto. Ti darà del filo da torcere». Osservò l'altra figura, quasi tra sé e sé, sfregandosi e contorcendosi le dita: «tu fallirai e io con te!»

L'uomo si irrigidì. Buttò a terra il sigaro, sulla nuda pietra e la sua voce tuonò. «Andrea è un'ombra. Le ombre non esistono senza luce. Pagherà i suoi sbagli! Tutti li pagheremo un giorno. Tutti quanti! Ma prima, io mi prenderò le mie soddisfazioni e tu le tue. Nessuno di noi è innocente. Goditi il momento! Non è per questo che mi hai cercato?»

Gli applausi, le urla e gli schiamazzi di fondo, furono sostituiti da un intro strumentale in crescendo.

«The show must go on», recitò l'uomo del sigaro. Sorrise sinistro dinanzi a quelle mani tremanti e strappò loro la busta a sacco.
«A presto!», sentenziò sollevando il Fedora* e si allontanò senza strette di mani.

***

Eppure, non riusciva a capacitarsi. Mauro stava seduto nel corridoio di quella che fino a poche ore prima aveva creduto fosse ancora casa loro, tra gli scatoloni color carta da zucchero sigillati e pronti. L'etichetta bianca a strisce rosse usata per le spedizioni aeree. L'indirizzo marcato a mano con la calligrafia di Carrie: "Columbus Avenue, New York (U.S.A)."

Era finita. La loro relazione era finita. Le ragioni potevano essere molteplici, ma l'epilogo era lì, davanti ai suoi occhi, impacchettato e pronto per un nuovo viaggio. Che qualcosa non andasse, l'aveva capito in quei due mesi di tournée europea. La sua lontananza era diventata molto più che fisica, anche se Carrie aveva sempre negato tutto con caparbietà. Per questo era rientrato prima. Era fuggito dall'albergo senza avvisare nessuno, evitando l'intervista del giorno dopo.

Aveva fatto una follia. L'aveva fatta per lei, per catapultarsi al suo concerto a Ostia. Aveva rimediato un pass, si era presentato a sorpresa, aveva comprato anche dei fiori e l'aveva vista: solo che, non era sola. Erano in due nel camerino quella notte. Troppo vicini e troppo in evidenza tra le luci dello specchio da trucco, per credere a un equivoco.
Carrie si era girata. I loro occhi si erano incrociati e dispersi in pochi brevi attimi che erano bastati a Mauro per leggere la colpa, nella sua espressione amareggiata.

Eppure, non riusciva a capacitarsi. Si rialzò. Si precipitò in camera e con due mani spalancò le porte scorrevoli della cabina armadio. Un'intera fila di omini scuri e spogli, dondolarono. Una vampata di anti-tarma alla lavanda, invase i suoi sensi. A terra, scatole di scarpe aperte, carta velina e coperchi abbandonati. Indietreggiò e i suoi occhi scattarono verso il comodino, occupato da una cornice vuota. Sentì il cuore accelerare nel petto come se cercasse di fuggire via. La paura provata fin dall'inizio, di fronte alla porta del frigorifero senza post-it e fotografie, aveva trovato una ragione.
Le gambe iniziarono a tremare. Non sentiva più la terra sotto i piedi, come fossero sospesi. Tutto intorno a lui, sembrava irreale. Si lasciò scivolare sul letto.

Assurdo. Come era potuto succedere che in soli due mesi, la sua donna avesse perso la testa per un altro? Cercava motivazioni diverse, scenari non sentimentali, senza riuscirci. Lei non era come le altre. Carrie non si sarebbe mai svenduta a un ricco coreografo. Lei il successo se lo voleva conquistare! E allora perché? Perché addirittura trasferirsi di punto in bianco da lui in America?

SPAZIO AUTRICE:

* Fedora è un tipo di cappello da uomo con la tesa larga davanti e un nastro decorativo.
( Il cappello iconico di Michael Jackson)

Stelle in polvereWhere stories live. Discover now