5. JACK

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-Seguimi- la voce di Nathan arriva dritta nelle mie orecchie con lo scopo di farmi sobbalzare

-Sei impazzito?- borbotto, mentre ridacchia divertito dal mio sussulto.

-Non essere tragica. Dobbiamo interrogare gli spacciatori che abbiamo catturato l'altra volta- annuisco seguendolo per il corridoio.

-Dove verranno portati dopo?-

-In prigione, stiamo collaborando con la polizia-

Nathan spalanca la porta che conduce alla sala degli interrogatori

C'è un tavolino, con tre sedie, il ragazzo con i capelli che teneva Jay per la gola è già seduto, a sinistra c'è un'altra stanza, divisa da questa da una lastra di vetro, in quell'altra stanza ci sono altri nostri colleghi che ascolteranno l'interrogatorio e prenderanno appunti. Credo siano specializzati in questo.

-Ce ne avete messo di tempo- si lamenta sistemandosi sulla sedia

-Io non farei tanto lo spavaldo- consiglia Nathan sedendosi sulla sedia

-Le 007 sono proprio carine, vero?-

-So anche essere spietata, quindi tieni i tuoi apprezzamenti per te-

-Mi piace- ribatte e io gli lancio uno sguardo fulmineo, mentre lui ridacchia,

-Qual è il tuo nome?- gli chiede Nathan cambiando discorso solo dopo averlo fulminato con lo sguardo

-Jackson, per gli amici Jack-

Sposto lo sguardo sui miei colleghi che, leggermente divertiti per il breve diverbio che ho avuto poco fa, iniziano a prendere appunti.

-Perché la scorsa volta eravate in così tanti? Gli spacciatori girano in pochi-

-Spacciatori è un parolone-

Nathan sbuffa e mentre tenta di riformulare la domanda qualcuno bussa alla porta. Dopo quella sera non ci siamo parlati più, solo qualche occhiataccia da lontano.

Brad sbuca dalla porta

-Nathan puoi venire un attimo?-

-Non puoi aspettare un po'?-

-È urgente-

Sposta lo sguardo su di me, come se aspettasse la mia approvazione, faccio cenno sì e mentre se ne va, resto a parlare con Jackson

-Eravate un po' tanti quella volta, com'è possibile se solitamente si gira in pochi quando si tratta di droga?- riformulo la domanda di Nathan

-Ci piace essere sicuri, ma avevate pianificato un piano ben strutturato. E poi io non la chiamerei proprio droga, si tratta di roba leggera- dichiara con sincerità. E pensare che io non sapevo proprio nulla di quel piano.

Improvvisamente un rumore sordo ci fa sussultare. Guardo Jackson leggermente insospettita

-Questa volta non so davvero nulla- dice alzando le mani in aria

La porta si spalanca, scatto in piedi per vedere di chi si tratta. Nathan si avvicina a noi con i pugni serrati.

Si avvicina al tavolo sbattendo i pugni sul tavolo, sobbalzo.

-Quante persone avete ucciso?- tuona incazzato, al momento sembra che nulla possa farlo ragionare.

-Nathan calmati subito o dobbiamo costringerti ad abbandonare la stanza- una voce metallica arriva alle nostre orecchie

-Quante?- ribatte con tono più alto e sbattendo i pugni più forti al tavolino

-Noi non abbiamo ucciso nessuno- risponde Jackson guardandolo male e senza perdere il contatto visivo

Odio et amoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora