𝑻𝒖𝒕𝒕𝒐 𝒔𝒂𝒍𝒗𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒂 𝒖𝒏𝒂 𝒅𝒆𝒂 [𝒍𝒄𝒅𝒂*] {𝒂𝒖} 🪐

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(*N/a: LCDA è la sigla di La Canzone Di Achille, si una one-shot per il mio anno su watty... :'> preparate i fazzoletti per la fine :D non della storia-)

Patroclo's pov

-Lasciami andare- dissi.
-Ti prego, lasciami almeno spiegare!- mi rispose Achille preoccupato.
-No! Sono stato fregato abbastanza da voi!- urlai furioso.
Sentii Achille lasciarmi il polso, mi girai.
Lo trovai piangente, le mani che avevo imparato ad amare, sul viso nascondendo le lacrime.
Non sapevo cosa fare, cosa dire. Ero infuriato con Achille e il suo modo di fidarsi sempre degli altri.
-Devi imparare che non tutti saranno sinceri con te- continuai.
-Ma non posso non fidarmi, specialmente se è mia madre- mi rispose Achille.
-Basta, Achille, basta!- urlai. -Non riesco più a vivere così- continuai. -Ogni notte speravo che non fossi morto! Sono stanco Achille! Non capisci quanto tengo a te, quanto sono stato male quando non ti ho trovato con me quando mi sono svegliato! Non capisci? Ne ho abbastanza di tutto questo! Non sopporto più ciò!- urlai d'un fiato camminando al contrario.
Stavo per cadere in basso, verso il mare, quando una mano mi prese.
Non era quella di Achille, la sua è forte e calda.
Questa mano, invece, appartiene ad una donna. È morbida, ma forte, per tenermi e non cadere. Aprii gli occhi, chiusi per prepararmi al triste impatto e davanti a me trovai una ragazza, probabilmente sulla trentina. Aveva i capelli castani come tronco d'abete misti a un miele caldo. Gli occhi erano scuri, quasi neri, come il colore di un manico di lancia scuro come il cielo notturno. La sua veste era bianca, linda. Aveva un nastro dorato attorno ai capelli e dei gioielli color del mare nella veste. Sul viso aveva un espressione preoccupata quasi impaurita.
La sconosciuta mi tirò verso la terra in modo che non fossi più nelle mani delle Moire. La giovane disse -Stai bene?- io annuii. -Menomale- sospirò di sollievo la straniera. -Perdonate non mi sono presentata- la sua voce era melodiosa, calda. -Mi chiamo Lucia, provengo dall'Isola di Sardegna, sono approdata qui grazie a mio padre- disse alzando gli occhi al cielo.
-Chi è tuo padre?- chiesi, sembrava un uomo potente. -Oh, beh lui è Poseidone, il dio dei mari e dei terremoti. Sono una semidea- disse mettendo una mano dietro il capo leggermente imbarazzata per motivi ignoti.
Io rimasi spiazzato. Un'altro semidio in quest'isola? Come?
Forse lo dissi perché lei mi rispose -Beh, quando tuo padre è il re dei mari è abbastanza facile che controlli il tuo destino- ero a bocca aperta. Suo padre era Poseidone! Lei era una semidea come Achille! Ah- Achille! È rimasto sorpreso, per una volta non sa cosa dire, era spiazzato, non se lo aspettava.
-Ehm, va tutto bene?- a risvegliarci fu la stessa persona dei nostri pensieri. Guardai Achille. Ricambiò lo sguardo e mi saltò addosso. -Scusa, scusa, scusa, scusa- mi disse. Era su di me, schiacciandomi leggermente sotto il suo peso. Mi baciò.
-Ehm, cari?- ci risvegliò di nuovo Lucia. -Scusa- risposi. -Tranquillo, si vede che vi amate tanto- lo disse come se sapesse di cosa stesse parlando. Achille arrossì. -G-grazie- era così carino imbarazzato. Cominciammo a ridere. E da lì cominciammo anche a conoscerci meglio.

~Guerra di Troia~

-Non lo mandare- disse una voce ad Achille che mi stava per mettere l'elmo sopra la testa.
-Segnerai la sua morte e la tua sconfitta- un secondo di pausa. -Lucia?!- chiesi. Aveva un'aura. Emanava un sorta di luce blu, emanava potere. -E perché non dovrei?- le chiese Achille girandosi verso di lei. -Stai giocando con l'acqua bollente figlio di Peleo. Attento, sarai pure figlio di una grande ninfa- si avvicinò ad Achille fino a sussurrare al suo orecchio -Ma io sono figlia di un dio- una pausa -posso far accadere cose che neanche nei tuoi incubi potresti vedere- si girò verso noi. Era diventata una dea bellissima. Capelli castani le ricadevano sulle spalle sempre ondeggianti come se fossero in mare. Una coroncina d'oro legata fra i bei capelli, una veste bianca anch'essa ondeggiante. Sandali d'acero ai piedi, gioielli color mare ricambiano la veste e i capelli della neo-dea.
-Perché sei qui?- chiesi con calma.
-Per avvisarvi e per non farvi commettere idiozie- rispose con fare ovvio.
-Una domanda- dissi, non volevo far arrabbiare nessuno.
-Parla- mi permise allora la dea.
-Che cosa governi?- le chiesi incuriosito. Achille mi guardò stranito.
-Ironia, pace, decisioni, sostituti, trattati, molte cose di poca importanza per la gente comune, molto importanti per voi soldati- mi rispose la figlia di Poseidone.
-Quindi cosa consigli si fare?- chiesi piano. Non avevo ancora ben capito ciò che riguardava il suo piano.
-Non mandarti in battaglia ovviamente e creare un trattato di pace tra gli Achei e i Troiani- una pausa -non si vogliono più morti, nemmeno Ares li vuole, mi manda lui (insieme a tutti gli Olimpici), infatti, da te, Achille, l'Ariston Achaion- afferma con fermezza. I suoi occhi sembravano un mare in tempesta, paurosi.
-Cosa desiderano gli Dei, come voi mia signora, da me?- chiese Achille cercando di mascherare la paura.
-Beh molte cose vogliono da te, precisamente da voi due, gli dei- si sentì un rumore metallico provenire da fuori.
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𝗔𝗥𝗧𝗘𝗠𝗜𝗦 || 𝑂𝑛𝑒 𝑆𝒉ꪮ𝑡 𝑎 𝐶𝑎𝑠ꪮ Where stories live. Discover now