Sogno Fragile

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Ma la realtà dei fatti era che a lui l'alcol nemmeno piaceva, tutti quei drink erano troppo dolci o troppo forti, non aveva mangiato abbastanza perché il proprio corpo potesse assorbire tutto senza farlo stare male e si era ritrovato a guardare propria sorella, che lo aveva costretto a prendere il drink che aveva per le mani, assicurarsi che lei non lo stesse fissando e abbandonò quel bicchiere, decidendo che non gli importava che fine avrebbe fatto, chi lo avrebbe recuperato e cosa ci avrebbero fatto. Non gli importava nemmeno dei dodici euro che ci aveva speso. In quel momento riusciva solo a fissare quella scenetta che gli si parava davanti, quel biondo che sorrideva in modo sensuale a quella ragazza che aveva le mani poggiate sul suo petto con fare decisamente provocante. Stavano troppo vicini, lei con il fondo schiena poggiato alla ringhiera di quella piattaforma sollevata e Mattia che le stava davanti, ma senza toccarla e con un drink in mano che non toccava da quando Christian glielo aveva gentilmente offerto, quando davanti al bancone del barman, non ci aveva pensato un istante a pagare per entrambi.

Non che Mattia lo avesse ringraziato.

Si era preso quel drink e lo aveva abbandonato con sua sorella, che comunque stava col fidanzato a baciarsi in un angolino del divanetto su cui anche lui era accomodato.

Probabilmente quel bicchiere che stringeva nella mano era persino caldo.

Il suo stomaco avrebbe decisamente dovuto smettere di fare così male.

Per amor proprio decise di distogliere lo sguardo, cercando qualcosa di più interessante da poter osservare attorno a sé, perché certo, non aveva detto a Mattia il motivo principale per cui si era ritrovato a non vivere più come voleva il percorso dentro al programma e non glielo avrebbe mai potuto dire, però non averlo accanto a sé in quel momento lo stava facendo sentire male ancora più di quel maledetto 11 febbraio, quando glielo avevano strappato via, quando Todaro gli aveva annunciato che dovesse andarsene e poi il piccolo era corso da lui a dirglielo per primo, prima che a chiunque altro a cui potesse annunciarlo, nonostante davanti al proprio percorso si fosse trovato altre mille persone che avrebbero potuto consolarlo prima. Ed era sciocco da parte di Christian pensare che per quel piccolo dettaglio, Mattia dovesse sempre stare al proprio fianco, come se avesse l'esclusiva, come se fosse l'unica persona che il biondo dovesse voler accanto. Sapeva che avessero passato mesi separati, che le cose fossero cambiate, che forse anche il biondo stesso fosse cambiato, ma che non avesse voluto mostrarglielo in quella settimana appena passata insieme solo per non farlo stare male.

Inevitabilmente lo sguardo di Christian venne nuovamente catturato da quella scenetta e per l'ennesima volta si ritrovò a dover trattenere un conato di vomito, come se avesse bevuto quantità industriali di alcolici, come se avesse fatto una cena troppo abbondante per pensare di poter fare serata poi.

Ma no.

Semplicemente il proprio cervello non accettava quell'immagine di Mattia, sempre fermo nella stessa posizione, sempre addosso a quella ragazza che teneva sempre quelle mani sul suo petto. E Christian provava un impulso malsano di avvicinarsi alla coppietta, di strapparle quelle mani di dosso a quel corpo che lui aveva visto scoperto così tante volte in casetta, su cui lei non aveva alcun diritto, non poteva prendersi diritti. Più li fissava, più sapeva di sentirsi patetico, Christian si sentiva patetico, perché forse anche lui avrebbe dovuto permettere ad una ragazza di stargli addosso, di toccarlo, di scherzare con lui e ridere delle proprie battute, ma le aveva allontanate tutte quella sera, soprattutto da quando quella brunetta si era spalmata su Mattia e non se n'era più andata.

Mattia era il suo migliore amico.

Mattia doveva stare addosso a lui.

Mattia doveva parlare con lui.

Raccolta OS [Zenzonelli]Onde histórias criam vida. Descubra agora