Si baciano tutti

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Finalmente il momento che aveva aspettato per mesi era arrivato. Lo avrebbe incontrato, lo avrebbe stretto di nuovo tra le braccia e si sarebbe lasciato cullare da quel profumo che gli era mancato terribilmente. Se si fosse concentrato, avrebbe potuto riportare alla mente il suono della voce di Christian che gli parlava, che gli confidava segreti, che gli chiedeva le cose della vita quotidiana che avevano condiviso per cinque mesi e, finalmente, tutto quello stava per tornare.

Mattia aveva fatto la valigia il più velocemente possibile e per la prima volta dopo mesi, si sentiva emozionato, su una nuvola, con un sorriso enorme sulle labbra e un tremore nelle ossa che non riusciva a bloccare o a contenere. Aveva sentito lo sguardo di mamma Giulia addosso, aveva percepito come l'umore in casa fosse cambiato in modo generale, mentre di sottofondo Daniele lo prendeva in giro per tutta quell'emozione.

"Ma quindi ora vai dal tuo fidanzato?"

Daniele era rientrato da poco in casa e non aveva potuto assistere alla scenetta di lui che chiedeva in ginocchio alla madre e al padre di poter andare a Roma, per cui ora lo fissava, seduto sul suo letto, con accanto la valigia quasi piena, con uno sguardo furbo in volto, molto simile a quello che sapeva di avere lui stesso in determinate situazioni.

A volte riteneva che fosse imbarazzante quanto si somigliassero tutti i tre, lui, Daniele e Saverio.

Decise di ignorare quell'uscita, nonostante il proprio cuore avesse tremato proprio come stava accadendo alle proprie gambe, alle mani e alle braccia stesse.

"Hai già prenotato il biglietto?" provò ancora Daniele, cercando di attirare l'attenzione di Mattia, che ancora sceglieva cosa portare o cosa no. L'ansia lo stava divorando fino a quel punto, perché il biondo non aveva idea di cosa fosse bello, di cosa Christian potesse apprezzare, di cosa avrebbe potuto rubargli per poterlo indossare a sua volta, come gli aveva visto fare quando lui stesso era ancora in casetta e per tutti i mesi che avevano passato separati, con le magliette che gli aveva lasciato, perché separava le indossasse.

"Si"

"E a che ora parti?"

"A mezzogiorno, così sono a Roma alle quattro e ho un pomeriggio in più per stare con Chri"

"Ma lui non deve tornare a casa?"

Mattia si guardò attorno, alla ricerca del caricatore del cellulare, dato che il biglietto per il Frecciarossa lo aveva fatto online e non voleva perderlo. Fece un passo verso la scrivania, lo afferrò e lo infilò in valigia, tornando poi a cercare di dare un ordine a tutte le cianfrusaglie che aveva infilato lì dentro. In una parte recondita del proprio cervello sapeva di star portando troppe cose, che probabilmente Christian sarebbe voluto tornare a casa il giorno dopo, che magari avrebbero passato insieme solo quel pomeriggio e l'indomani si sarebbero separati di nuovo, ma un'altra parte del proprio cervello (o forse il cuore?) sperava che Christian avrebbe scelto di passare più tempo con lui.

Così, a quell'affermazione di Daniele, le sue mani si bloccarono, proprio mentre sistemava una bandana nera, quella stessa che così tante volte aveva condiviso con Christian, da non sapere se effettivamente fosse la sua o del moro.

"Non lo so..."

"E tu ti porti dietro tutte queste cose senza nemmeno sapere se lui domani torna a Bergamo?"

Alzò lo sguardo verso il fratello, quasi avesse il potere di fulminarlo con lo sguardo, perché tutte quelle cose passavano anche nella propria mente, sapeva perfettamente di star esagerando, di star correndo, di fare tutto troppo in fretta, ma quando aveva sentito la voce di Christian registrata in un audio su whatsapp che gli diceva quanto gli mancasse e che avrebbe voluto abbracciarlo se fosse stato a Roma con lui, non aveva resistito, era corso da mamma e l'aveva pregata di mandarlo, anche per un giorno solo, nella capitale.

Raccolta OS [Zenzonelli]Where stories live. Discover now