capitolo 3

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Jeff pov
Ricordo quel giorno come fosse stato ieri, era il 13 marzo, dimisero Eileen alle 9:45, io ero lì presente.
Come d'accordo venni con loro e pranzammo "allegramente".
Io mi inventai come "quell'assassino" mi aveva aggredito facendomi avere tutte quelle lesioni.
-allora,.. veramente non ricordo molto del suo volto, ma non posso dimenticare il dolore che mi causò quella notte, quel pugnale ancora mi perseguita, certe volte la notte lo sogno e rivedo i suoi occhi color pece e quel sorriso malefico, o il suo ghigno di piacere quando mi conficcò il pugnale nel petto, per poco non mi prese il cuore.. la polizia riuscì ad arrivare in tempo..- ero stato così bravo da riuscire a farmi scendere pure una lacrimuccia sulla guancia.
Eileen però non sembrava convinta.
-tutto ok?- le chiesi -continui a fissarmi..- cercai di fare la parte del ragazzo timido, ma era ovvio che mi aveva riconosciuto, la cosa che non riuscivo a spiegarmi però, era perché non voleva vuotare il sacco.
-ti sto leggendo- rispose -voglio capire che tipo di persona sei- continuò -sei complicato- aggiunse, -complicato? Che vuoi dire?- che voleva intendere con "complicato" io mi sentivo un libro aperto, cosa ho di "complicato", lei abbassò lo sguardo e notai che non aveva mangiato nemmeno un boccone.

Eileen pov
Non avevo molta fame, ci si sente stani a mangiare col proprio assassino, era palese che fosse lui, per quanto voleva negarlo?
Di sicuro non poteva fare la figura dell'amico per molto, era fin troppo facile capire che aveva intenzione di uccidere sia me che chiunque mi avess rivolto la parola, c'è lo aveva scritto negli occhi.
Mia madre è sempre stata negata a leggere i comportamenti delle persone, ma io avevo preso da mio padre, peccato che lui non fosse qui, sicuramente avrebbe già risolto la faccenda, ma invece mi tocca fare l'attrice di quella bella favoletta che non aveva nè capo né coda.
Infondo però era divertente, chissà che aveva in mente adesso, chissà come voleva torturarmi per poi lasciarmi morire lentamente ed assaporare il mio sangue leccando la lama del suo amato pugnale.
Stavo fantasticando troppo ed ero eccitata, non riuscii a ragionare in maniera normale, ero troppo curiosa di sapere i suoi scopi, che non mi accorsi di nulla.
Mi sembrò normale per tutta la giornata, ma solo quando lo salutai per lasciarlo tornare a casa potei davvero respirare.

NON SEI DIVERTENTE ~Jeff the killer~Where stories live. Discover now