Capitolo 23 [Parte 1]

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La madre ridacchiò, «Sono sicura che gli sta bene. Lui com'è che ti chiama?»

«Shakira,» disse Louis, sorridendo affettuosamente. «Mi piace quando mi chiama così.»

«Probabilmente non gli importa che usi quel soprannome,» gli assicurò sua madre. «Ora...per quanto mi piaccia ascoltarti parlare, smettila. Riesci a malapena a respirare in modo corretto.»

«Okay,» mormorò Louis senza darle troppo ascolto. Il telefono vibrò nella sua mano e si accontentò di parlare con Harry.

Harry: certo che no xx Shakira ;) non sono molte le persone che possono dire che Shakira è il loro ragazzo.

Louis: Questo perché nessuno pensa che Shakira sia un ragazzo

Harry: hai ragione. Come stai? Non mi hai mandato messaggi. Mi stavo preoccupando.

«Louis, stai arrossendo,» ridacchiò Jay. «Stai...cancellali quando hai finito.»

«Non sono messaggi sconci, madre,» sbuffò Louis. «E anche se lo fossero, ho ventiquattro anni e sono libero di mandare messaggi di quel genere al mio ragazzo.»

«Che è il motivo per cui ti ho detto di cancellarli,» sottolineò Jay.

Louis: sto bene, ma starò meglio quando arriverai xx

Harry: come vanno le costole?

Louis: meglio, credo.

In tutta onestà Louis non stava bene. Gli faceva male il petto, ogni volta che tossiva sentiva come se stesse per sputare un polmone, sebbene se lo fosse perforato appena qualche giorno prima, le costole erano intorpidite e aveva anche mal di stomaco a causa di tutte le medicine che prendeva. Il tutto in aggiunta ad un mal di testa tremendo. Ma se lo avesse detto a Harry, lui si sarebbe preoccupato e un agente federale in ansia non era mai una buona cosa, specialmente se fosse dovuto andare sulla scena di un crimine.

Harry: oh? Definisci meglio.

Louis: ...come va il lavoro?

Harry: stai cercando di cambiare discorso?

Louis: no...

Harry per un po' di tempo non rispose e Louis giocherellò con le lenzuola, mentre aspettava che il giovane gli mandasse un messaggio. Sua madre lo guardava con espressione divertita, quando il telefono vibrò di nuovo.

Harry: ah, tesoro! Sono dovuto andarmi a preparare per uscire, è la prima volta da secoli. Mi dirai delle tue costole quando tornerò xx

Louis: aspetta, dove stai andando?

Non ci fu risposta dopo quello scambio, lasciando Louis leggermente preoccupato per la salute di Harry. Era il suo lavoro, e lui non poteva aver paura ogni volta che andava a catturare dei criminali.

Louis: stai attento...xx

«Possiamo guardare il notiziario?» chiese il ladro, ridando tristemente il telefono alla madre.

Jay si alzò, posando la rivista che stava leggendo, avvicinandosi al figlio per prendere il cellulare, «Hai già finito?»

«Sì,» sospirò Louis. «Harry è dovuto uscire. Cose da agenti.»

«Ah,» mormorò Jay. «Cose da agenti. Cose pericolose?»

«Non mi va di parlarne,» si lamentò lui, iniziando poi a tossire così forte da rendere necessario l'intervento di un'infermiera. Jay si sedette accanto al figlio, mettendo sul canale del notiziario. Per qualche strano motivo, non raccontavano nient'altro a parte la sua storia, probabilmente perché era il più ricercato d'Inghilterra e finalmente l'avevano preso. A quanto pareva in molti si chiedevano se fosse ancora vivo oppure no. E, a giudicare dal dolore, era fin troppo vivo.

Lasciò che le infermiere gli cambiassero il bendaggio alla ferita, anche se faceva un male cane come sempre perché aprendo il busto riusciva a inspirare più facilmente, gonfiando il petto e mandando fitte di dolore insopportabili. Le ore passarono e di Harry neanche l'ombra. Louis lanciò un'occhiata all'orologio sulla parete, sentendo la nausea attaccargli la gola non appena si rese conto che erano le 5:45. Harry usciva dal lavoro alle 5:30, e se ancora non gli aveva neanche mandato un messaggio...Louis non voleva pensarci nemmeno.

In quel momento sua madre tirò fuori il telefono per guardarlo, e lui allungò immediatamente un braccio, una scintilla di speranza negli occhi. Lei inarcò un sopracciglio, mostrandogli il cellulare, «Lottie e Fizzy stanno arrivando con le gemelle...dovrei andare a prenderle giù all'ingresso.»

«Nessun segno da Harry?» sussurrò Louis.

«Non ancora, caro,» gli rispose la donna, dandogli dei colpetti affettuosi sulla mano. «Arriverà, non-»

«Ma l'ultima cosa che ha detto era che si stava preparando per uscire!» gracchiò Louis. L'ansia si stava impossessando di lui e sentì il petto stringersi, rendendogli difficile respirare.

Sua madre si alzò, premendo rapida il bottone delle emergenze, «Calmati, calmati...va tutto bene.»

«Non mi ha risposto,» continuò Louis, provando ad afferrarle la mano per farle capire. «Gli ho detto di stare attento, ma non ha risposto!»

«Sono sicuro che sta bene, Louis, abbiamo guardato fin'ora il notiziario,» lo zittì Jay nel momento in cui un'infermiera entrò di corsa.

«Va tutto bene?»

«C'è qualcosa per non farlo tossire?»

L'infermiera la guardò tristemente, avvicinandosi alla flebo di Louis per controllarla, «Gli abbiamo già dato tutto quello che avevamo, dovrebbe solo cercare di calmarsi. Respiri profondi, provi a non farlo respirare rapidamente.»

«Ma io-» provò a dire Louis, prima che un altro colpo di tosse lo scuotesse costringendolo a tenersi il fianco.

«Mr. Tomlinson,» mormorò l'infermiera, aspettando che il ragazzo riprendesse fiato. «Deve riposare, altrimenti le daremo qualcosa che lo faccia dormire. Se continua a tossire, le costole non guariranno correttamente. Ora...misuriamo la febbre.»

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So che non è molto, ma vi avevo promesso un aggiornamento e purtroppo sono bloccata all'università, quindi vi lascio solo una parte del capitolo sperando di riuscire a postare la seconda parte domani mattina. Non amo postare capitoli a metà, ma oggi non ho proprio tempo...perdonatemi :(

Vi adoro

Giorgia xx

Wanted Most - Larry AU [Italian Translation]Where stories live. Discover now