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Edith

Il tremolio al ginocchio continuava da quando avevo preso posto in quella poltrona un pò più nascosta rispetto alle altre

Non sembrava reale, i capelli rossi che continuavano ad ondeggiare ad ogni suo movimento, anche quelli sembravano quasi finti, la palle priva di imperfezioni da farla sembrare una bambola di porcellana

"Edith, potresti smetterla di fissarla come una pazza?"

La voce di Esme entra in un sussurro nel mio canale uditivo
Volto appena lo sguardo verso di lei che mi minaccia con i suoi occhioni

"e tu chi sei?"

La sua voce così angelica prova in me un senso di fastidio che sembra divorarmi l'intestino

Quando cala il silenzio tra di noi capisco che in realtà aveva chiesto direttamente alla sottoscritta
Punto i miei occhi nocciola nei suoi azzurri e un sorriso compare sul suo viso

Non rispondo mentre lo sguardo di Jeb sembra bruciarmi letteralmente

Una gomitata mi spinge ad emettere un lamento di dolore

"scusala, la mia amica Edith è una ragazza molto timida"

Esme sostituisce la mia voce

Non sono mai stata una ragazza violenta, anzi sempre amichevole e disponibile per chiunque ne avesse avuto bisogno
E mi meravigliavo delle mie nuove emozioni

Si avvicina di più a Jeb su quello stupido divano che potrebbe far sedere benissimo un altra persona

Lui non sembra per niente a disagio da questo contatto, apprezza pure

Stringe con il suo braccio il fianco di lei e subito ripenso a quando quelle mani avevano toccato il mio stesso punto

Mi alzo di scatto

"io devo andare"
La mia voce è così acuta che potrebbe spaccare il vetro di una finestra in un millesimo di secondo

Nessuno mi ferma e quasi corro verso l'uscita

"è stato un piacere conoscerti Edith"

I miei passi si arrestano davanti la mia via di fuga, non mi volto mentre le mie mani si chiudono automaticamente in due pugni

"sai ho visto come guardavi Jeb, non vorrei essere scortese ma vorrei darti un consiglio, da amica ovviamente"

Mi volto verso di lei presa da uno strano coraggio che non avevo mai avuto

Il fastidio misto a qualcosa che non sapevo decifrare mi rendeva parecchio nervosa

"non prendo consigli da te"

Non uso molte parole anche perché potrei dirne fin troppo e non vorrei che gli altri ci vedessero così

"ti consiglio di stare alla larga da Jeb, non so che film ti sei fatta ma sei solo una ragazzina che non potrebbe stare mai al suo fianco"

Il suo volto da bambola di porcellana cade, lasciando pienamente spazio al viso di una perfetta stronza

Mi avvicino a lei, le arrivo appena sotto il mento

"sai potrai comprarti gli altri con quel visino angelico ma adesso ti sei dimostrata per ciò che sei realmente, una perfetta stronza"

Sputo con rabbia queste parole mentre lei ridacchia divertita

Mi volto di nuovo lasciandola lì nel suo squallore

"ah e noi due non siamo amiche"

Le sbatto la porta in faccia.

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