Capitolo 10

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Una volta oltrepassato lo schermo mi ritrovai in camera di Stacey e Nick. Probabilmente l'avevano lasciata accesa ma loro in camera non c'erano. Uscii dalla stanza, posai i miei bagagli in corridoio e iniziai a cercarli per la casa: controllai in bagno e nella camera dove dormivamo io ed Ethel. Appena chiusa la porta sentii la voce di Stacey.

-Margaret- mi chiamò. Era in pigiama con la sua vestaglia e lo chignon disordinato, teneva in mano una tazza da cui pendeva il filo di una bustina da the. Mi fissava incredula con la bocca semi aperta. La guardavo anch'io sorridendo, mi era mancata tanto.

-che ci fai qui?- mi chiese posando la tazza sulla libreria lì accanto. Io le sorrisi.

-avevo una domanda: secondo te Marilyn Monroe sta meglio indossando il rosso o il rosa?- le domandai facendo finta di riflettere. Lei si mise a ridere e venne a darmi un abbraccio. Dopo qualche istante si staccò.

-metto su della cioccolata calda. Tu vatti a cambiare, il tuo pigiama è sotto al cuscino in camera tua- finito di parlare Stacey fece per andare in cucina ma la fermai.

-Stacey, in realtà, volevo chiederti di accompagnarmi al negozio di elettronica. Vivrò nell'appartamento dei miei genitori – le spiegai.

-domani ti accompagnerò volentieri al negozio ma stanotte dormirai qui. Adesso vatti a cambiare- mi ordinò sorridendo prima di entrare in cucina.

Passammo la serata a bere cioccolata calda, guardare film in videocassette e sfogliare riviste. Andammo a letto abbastanza tardi ma dovevamo recuperare il tempo che avevamo perso. La mattina seguente mi sentivo carica ed euforica. Quando entrai in cucina Nick su sorpreso di vedermi naturalmente e poggiò la tazza di caffè sul tavolo seguendomi con gli occhi mentre prendevo posto.

-Margaret?-

-salve Nick- lo salutai io.

-non eri tornata nello schermo?- mi chiese lui.

-si ma ho deciso di restare a Los Angeles-

-beh, allora ben tornata a Los Angeles- disse alzando la tazza di caffè come per fare un brindisi.

-grazie Nick- lo ringraziai intanto che Stacey entrò in cucina sistemandosi i capelli.

-Buongiorno Margaret, giorno Nick- ci salutò lei.

-giorno Stacey- la salutammo in coro noi.

Feci colazione insieme a loro con dei pancake, una tazza di caffè latte e un bicchiere di spremuta d'arancia. La cucina profumava sempre di un misto tra cannella e marmellata. La finestra era sempre aperta e l'odore di acqua piovana si mischiava con quel profumo così mattutino e casalingo che era già presente nella stanza.

Dopodiché Nick e Stacey mi accompagnarono in macchina al negozio di elettronica.

Mi accomodai sui sedili dietro dell'auto con la mia valigia e la mia scatola in metallo. Stacey mi aveva regalato i vestiti e il pigiama che mi aveva prestato durante quei due giorni a Los Angeles. E naturalmente avrei usato anche i vestiti di mia madre. Arrivammo al condominio dove si trovava il negozio. Nick parcheggiò e Stacey scese dall'auto per salutarmi.

-grazie per avermi accompagnata- la ringraziai io.

-grazie per essere tornata- ricambiò lei abbracciandomi velocemente. Ci scambiammo un sorriso e poi lei salì di nuovo in macchina. Nick partì e Stacey mi salutò con la mano dal finestrino. Rimasi davanti all'ingresso del condominio, poi entrai e salii all'appartamento. Appena entrai nell'appartamento mi pervase un odore di chiuso. Era tutto buio. Accesi la luce grazie a degli interruttori che erano simili a quelli che aveva Stacey in casa sua. Aprii tutte le tende, sia quelle oscuranti che quelle più leggere e la casa si illuminò tantissimo. Il soggiorno era enorme, il pavimento era chiaro e dava l'impressione che la casa fosse grande il doppio di quanto lo fosse in realtà; i divani erano turchesi, credo, con dei cuscini bianchi e anche il tavolino davanti ai divani era di marmo bianco; agli angoli dei divani erano posizionati due vasi di piante rigogliose. I mobili della cucina erano di un marroncino chiaro, il tavolo era in vetro colorato di un leggero azzurro con un centro tavola di girasoli e le sedie erano dello stesso colore dei petali, sotto al tavolo c'era un tappeto bianco che sembrava peloso. Trovai l'alcol, i panni per la polvere e tutto il necessario per dare una bella sistemata alla casa. Lavai il pavimento, i mobili, spolverai un po' in giro e poi levai i cuscini dai divani e le tende dalle finestre per portare tutto alla lavanderia che si trovava accanto al negozio di elettronica. Diedi l'acqua alle piante, pulii le finestre e le spalancai tutte per far cambiare l'aria. Decisi di andare a fare la spesa quindi aprii la cassaforte di cui mi avevano parlato i miei genitori e presi i soldi. Poi notai una cartelletta con dei documenti. Posai il mazzo di soldi sul mobile dell'ingresso e aprii la cartelletta. All'inizio del primo foglio, in alto, vidi la scritta "richiesta di divorzio".

Quel giorno avevo fatto tutto così freneticamente, il mio cuore batteva veloce per il mio continuo muovermi in giro per la casa. Ma appena lessi quella scritta il mio cuore sembrava essersi fermato di colpo, mi sentivo come morire. Mi sedetti su una delle sedie del tavolo passandomi le mani nei capelli e sul viso. I miei genitori volevano divorziare. Ma perché? Che sarà successo? Non si amavano più?

Queste domande mi perseguitavano per i corridoi del supermercato come se fossero delle vecchiette ansiose di sapere cosa avessi nel carrello. Non mi lasciavano in pace.

Tornata a casa misi a posto la spesa, mi preparai da mangiare, guardai un po' di tv e dopodiché andai a letto. Ma niente da fare, quel documento non mi lasciava dormire.

La mattina successiva andai a fare colazione con Stacey in un bar da lei consigliato.

Io una brioche alla crema con un cappuccino e lei due ciambelle con una tazza di caffè gigante.

-secondo questo articolo il colore blu corrisponderebbe all'armonia e all'equilibrio, il colore verde alla crescita e alla freschezza e il rosa corrisponde all'ottimismo e alla gentilezza- Stacey stava leggendo un articolo sul giornale riguardo i significati dei colori, io cercavo di ascoltare ma la mia mente tornava al documento trovato ieri nella cassaforte.

-terra chiama Margaret, ho capito che non mi stai ascoltando. Tutto bene?- mi chiese lei. Io presi un leggero sospiro.

-ieri ho trovato un documento per il divorzio nella cassaforte dei miei genitori- spiegai.

-cavolo, mi dispiace. Non ne avevi idea immagino- suppose lei.

-no, no infatti. Non ne avevo idea, neanche il minimo sospetto-

-mi dispiace Margaret-

-tranquilla Stacey, grazie-

-meglio cambiare argomento. Ti senti pronta per il tuo primo giorno di lavoro?- mi domandò lei mordendo una ciambella.

-onestamente non so quanto questo lavoro faccia al caso mio. Preferirei qualcosa che si avvicinasse di più a quello che facevo prima- affermai prima di bere un sorso di cappuccino.

-intendi nel campo della televisione?-

-o del cinema si-

-forse ho trovato quello che fa al caso tuo. Leggi qui in basso a destra- Stacey mi passò il giornale e mi indicò dove leggere. Prima lessi nella mia mente e poi ad alta voce.

-"si cercano comparse"-

Fine

UN SOFÀ PER QUATTRO, fuori dallo schermoWhere stories live. Discover now