Il ricordo della sera prima era interamente sfocato:

"Forse dovremmo andare da Silente?" Lily aveva suggerito mentre osservava James che camminava nell'ufficio dei Prefetti non riuscendo più a fissare la mappa nel punto in cui la Pluffa era in bilico.

"Non lo so", aveva detto James. Perché davvero non lo sapeva. Sapeva che Regulus non avrebbe voluto, che non si fidava di Silente, e James non era sicuro che avesse sbagliato a non fidarsi.

"Potrebbe aiutare - non può essere - non possono tenere i minorenni ad Azkaban, vero? Non è possibile che sia legale".

James aveva fatto un verso con la gola. Per quanto ne sapeva, non c'erano leggi rigide su chi potesse e non potesse essere messo ad Azkaban, purchè il loro crimine fosse abbastanza grave. Ma cosa avrebbe potuto fare Regulus? Alice aveva detto che le famiglie dei Purosangue erano quasi intoccabili, quindi perché avevano permesso che accadesse? Tutto quello che riusciva a immaginare era Regulus da solo in una cella. Con un Dissennatore in bilico sopra di lui che gli succhiava via la vita.

"James" aveva sentito la porta aprirsi quasi nello stesso momento in cui aveva sentito il suo nome: in un modo rotto e disperato. Uno sguardo a Remus fu tutto ciò di cui aveva bisogno per sapere che qualcosa non andava.

Senza pensare, James si avvicinò immediatamente a lui. "Cosa c'è? Che è successo?" La sua voce era uscita fuori dolce, Remus era pallido, gli occhi cerchiati di rosso. Remus non piangeva mai senza un vero motivo.

"È... lui..." ma si interruppe, guardando freneticamente Lily.

"Evans, puoi darci un minuto?" chiese James, senza distogliere lo sguardo da Remus.

"Oh... sì, certo. Solo... ehm... fammi sapere se c'è qualcosa che posso fare, va bene?"

"Lo farò, e grazie ancora" aveva incontrato brevemente i suoi occhi mentre lei gli passasse accanto mentre si dirigeva verso la porta.

"Cazzo James, cazzo," disse Remus nel momento in cui Lily andò via. "Non volevo. Ho incasinato tutto. Io non so cosa fare."

"Va bene, qualunque cosa sia, va bene, siediti ok?" James lo guidò verso il divano mentre le parole continuavano a fuoriuscire dalla sua bocca.

"Non so dove sia. Ho controllato la mappa ma non lo trovo. Avrei dovuto seguirlo, ma era così arrabbiato con me-" la sua voce tremava, si incrinava e si sfaldava, le sue parole si disfacevano durante la pronuncia.

"Remus, respira" disse James con calma, posando una mano ferma sulla spalla del suo amico.

 "Cosa c'è? Che è successo?"

Remus scosse la testa, di nuovo le lacrime agli occhi che spezzavano il cuore di James.

 "Lo sa" sussurrò, mandando qualcosa di freddo lungo la schiena di James. "Sirius lo sa."



Ora. Seduto nella Sala Grande per fare colazione, Remus sedeva silenzioso accanto a lui, Peter guardava nervosamente prima l'uno poi l'altro, Sirius non si era ancora fatto vedere, James aveva il desiderio travolgente di sentire la voce di sua madre. Per essere stretto da lei. Così che gli dicesse cosa fare. Aveva provato a gestirlo da solo, aveva provato a sistemare le cose e tutto ciò che aveva fatto era stato peggiorare le cose. La scorsa notte aveva provato a cercare Sirius, ma Remus aveva ragione, non era sulla mappa, James non era sicuro se fosse andato in città o cos'altro. Inoltre non era sicuro di cosa avrebbe fatto se lo avesse trovato.

Gli avrebbe detto scusa?

Gli avrebbe chiesto perdono?

Gli avrebbe chiesto aiuto?

Choices  ||Jegulus/Wolfstar || TRADUZIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora