11 ANNI PRIMA DEL MATRIMONIO

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Atsumu lo circondò con un braccio e lo strinse lievemente, scuotendo la testa. "Certo che no, Samu. Non puoi essere strano" disse, sembrando molto sicuro di sé, "Perché anche a me piaceva guardarlo. Voglio dire, mi piaceva guardarli entrambi, ma lui un po' di più, capisci? Ed io non sono strano. Quindi neanche tu sei strano.»

Dopo aver condiviso un abbraccio, finiscono per discutere su come cazzo si elimina la cronologia.

Hanno dieci anni quando finalmente riescono a dare un nome al sentimento. Hanno dodici anni quando sono in grado di dirlo ad alta voce e di chiamarsi per quello che sono senza sentirsi insicuri.
Miya Osamu, gay. Miya Atsumu, bisessuale.

Loro madre piange e li abbraccia entrambi, dicendogli che li amerà in qualsiasi caso. Gli occhi di loro padre si allargano e punta con eccitazione alla moglie esclamando: "Vedi, lo sapevo. Lo sapevo! Tesoro, mi devi una nuova sedia da ufficio!"

Dopo aver fatto coming out con le uniche persone che contano davvero, non hanno più problemi a farlo con nessun altro. A volte va bene. A volte va terribilmente. È così che funziona il mondo, impararono alla tenera età di dodici anni. E col passare del tempo, è qualcosa che hanno accettato e a cui si sono abituati.

In tenera età, impararono che questo sarebbe stato il resto della loro vita.
Chiunque fosse rimasto, ne sarebbero stati grati. Chiunque avesse scelto di uscire dalla loro vita per questo, non meritava di esserci in primo luogo. Questo è ciò che i loro genitori gli avevano detto e ciò che impararono a considerare vero.

Ecco perché quando sono alle medie e devono fare coming out per la cinquantesima volta e un ragazzino magro gli dice: "Sai, i gay vanno all'inferno!", viene ricambiato con nient'altro che un'alzata di spalle da entrambi i gemelli.

Atsumu pensa, voglio dire, ieri ho fatto sostenere a Osamu l'esame di biologia per me perché non avevo studiato, quindi se andrò all'inferno, probabilmente sarà per quello.

Miya Atsumu ha quindici anni quando vede per la prima volta Sakusa Kiyoomi attraverso una rete da pallavolo.

Quel giorno, mentre il fischio segnala il primo servizio, mentre fissa Sakusa Kiyoomi e Sakusa Kiyoomi fissa lui, impara cosa significa veramente la parola bello.

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Si stringono la mano alla fine della partita. Itachiyama è riuscita a battere Inarizaki e diventare campionessa, ma è stata una partita abbastanza serrata.

Sono stati abbastanza bravi da renderlo una sfida. Lui era eccezionale.

Quando Sakusa si trova di fronte ad Atsumu, le loro mani tese, sembra esserci un momento di esitazione che pervade entrambi.

Atsumu è il primo a romperlo, prendendo la mano dell'altro e scuotendola con decisione.

"Bella partita, no?" Dice, un sorriso arrogante sul volto. Ha un forte dialetto Kansai.

Sakusa deglutisce.

"Sì." Rispose, prima di voltarsi in fretta.

Più tardi quella notte, quando Sakusa è a letto, si pompa e tocca e pensa a un viso e al suono di una voce particolare che parla in un dialetto particolare. Viene due volte.

E poi piange, per molto, molto tempo.

La volta successiva che riceve una confessione da una ragazza che conosce a malapena, per la prima volta dopo anni in cui elargiva diverse forme di freddo rifiuto, dice di sì.

Pensa, questo è l'unico modo in cui mi è permesso vivere ed è l'unico modo in cui mi permetterò di vivere.

Nessuno ha bisogno di sapere che nome geme nel profondo della notte.

Dura un anno con lei e in una svolta sorprendente ma non proprio sorprendente, è lei che rompe con lui per il fatto che apparentemente amava la pallavolo più di lei.

Non seppe cosa dire a questo. Non aveva esattamente torto.

È sconvolto ma si rende conto che quello che provava non era crepacuore, ma sconfitta.

Sospira e pensa, beh, almeno non devo più fingere che mi piaccia pomiciare con lei.

E poi pensa, wow, questo è proprio assurdo, cazzo.

L'unica persona a cui lo dice è Komori. L'unica persona di cui sa di potersi fidare era Komori.

Penso di essere gay, dice una volta durante una notte insieme. Suo cugino rimane in silenzio a lungo prima di appoggiargli una mano sul ginocchio e dire, grazie per avermelo detto.

Piange un po' e Komori non dice niente, lascia semplicemente la mano sul suo ginocchio, e poi lo stringe quando lui si sente meglio.

Komori è la prima persona che lo ha fatto sentire come se forse, solo forse, un giorno sarebbe stato ok. Avrebbe potuto essere ok. Anche durante i giorni in cui la sua scuola glie lo fa dimenticare, anche durante i giorni in cui i suoi genitori dicono cose che glie lo fanno dimenticare, lui si sforza di ricordare il sorriso rassicurante di Komori e la mano sul ginocchio ed è ciò che lo fa andare avanti quando nient'altro sembra funzionare.

Ha visto Miya Atsumu qualche altra volta dalla prima e ogni singola volta, sempre dall'altra parte di una rete da pallavolo, ha sentito un'ondata di rabbia e risentimento che è difficile da contenere.

Probabilmente Atsumu poteva capirlo. Sembrava sempre fastidiosamente divertito ogni volta che Sakusa gli rispondeva bruscamente, come se tutto fosse solo un cazzo di scherzo.

Non avrebbe mai capito.

Ogni volta che lo vedeva, tutto quello che Sakusa riusciva a pensare era, è tutta colpa tua.

Questa è colpa tua, cazzo. Ridammi la vita normale che mi sei costato. Assumiti le tue responsabilità.

a liar's truth - sakuatsuWhere stories live. Discover now