Capitolo 16

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Roma quel giorno era fredda come non mai, Giulia tentava disperatamente di stringersi il cappotto il più possibile ma quel freddo sembrava essere intenzionato a penetrare fin dentro le sue ossa.

Il chiarimento con Giovanni le aveva dato quella marcia in più di cui aveva bisogno per iniziare a sistemare tutto quello che si era incrinato nell'ultimo periodo. Il punto numero uno sulla sua lista al momento era Chiara.

Il piano che aveva architettato l'aveva costretta a girare per Roma, alle dieci della domenica mattina con una busta enorme in una mano e soprattutto con il vento fortissimo che si era scatenato quel giorno, che le colpiva il viso e i capelli.

Solitamente i genitori di Chiara dedicavano la domenica a qualche passeggiata in giro per Roma, quindi era sicura che in casa avrebbe trovato solo lei.

Si sentiva stranamente agitata mentre percorreva le scale che l'avrebbero condotta al secondo piano, il portiere la conosceva quindi per fortuna l'aveva lasciata passare senza avvisare Chiara. Anche perché Giulia non era sicura che la ragazza l'avrebbe fatta salire se avesse saputo del suo arrivo.

Se ripensava a tutte le volte che aveva percorso quella stessa rampa, impaziente di vedere l'amica, quel giorno le sembrava di star vivendo la vita di un suo alter ego e che fosse tutta sbagliata.

Aveva provato in tutti i modi a contattarla prima di presentarsi direttamente a casa sua ma non c'era stato verso. Alle sue chiamate non rispondeva, i messaggi li visualizzava e basta. Giulia aveva chiesto anche a Deddy di mandarle un messaggio rimanendo sul vago. Ovviamente Chiara aveva capito subito dove voleva andare a parare il ragazzo e lo aveva liquidato con un "fatti i fatti tuoi".

Presa dalla disperazione aveva scritto anche ad Alessio, scusandosi anche con lui per quell'inconveniente e chiedendogli di mettere una buona parola con l'amica. Il ragazzo le aveva risposto che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per cercare di chiarirle le idee ma sinceramente Giulia ci credeva molto poco.

L'unica opzione che le rimaneva era di presentarsi direttamente alla porta di casa e sperare che Chiara le desse un'opportunità di parlare.

Quando suonò il campanello si accorse che la mano le tremava. Sentì i passi dell'amica avvicinarsi sempre più e in poco tempo la porta venne aperta e le due ragazze si trovarono faccia a faccia.

<<Ti prego non chiudere la porta, fammi spiegare e poi puoi anche mandarmi via a calci.>> disse Giulia prima ancora che l'altra potesse aprire bocca.

Chiara la guardò, aveva il volto più calmo rispetto al pomeriggio prima e Giulia non seppe dire se era un segno del fatto che si fosse tranquillizzata o un segno della sua indifferenza totale nei suoi confronti. La seconda ipotesi la spaventava terribilmente.

La bionda si limitò a farle un cenno con la testa per permetterle di proseguire.

A quel punto Giulia tirò fuori il contenuto della busta: era un salvagente rotondo tutto colorato, di quelli che usano i bambini a mare quando ancora non hanno imparato bene a nuotare.

La faccia di Chiara era abbastanza esplicativa della confusione che quell'oggetto messo sul pianerottolo stava causando.

<<Vuoi lanciarti in acqua senza ciambella per nuotare? Pensavo avessimo imparato insieme già da una decina d'anni.>> disse l'amica con un tono che Giulia, nuovamente, non riuscì ad interpretare. Conosceva bene la sua amica, la paura di un possibile rifiuto però, le faceva dubitare di qualsiasi cosa vedesse e sentisse.

<<Ascoltami e poi giuro che me ne vado per sempre se me lo chiedi.>> si limitò a rispondere, in realtà a quell'eventualità neanche ci aveva voluto pensare davvero.

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