Furia

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Selene dormiva nella sua culla bianca, adornata di pizzo con  delle piccole stelle argentee raffigurate; suo fratello la guardava meravigliato mentre lei stringeva il suo dito nella sua piccola manina perlacea mentre i due guerrieri Illyrian erano di guardia fuori la porta.
Nella stanza governava il silenzio, fino a quando le porte dorate non si spalancarono rivelando Morrigan urlante "dove sta? O per la Madre me lo sono perso! Me lo sono perso!", causando un pianto assordante da parte della piccola.
Rhys guardò accigliato la cugina e prese tra le braccia la piccola, porgendola alla donna dai capelli d'oro.
Tra le braccia di Mor la bambina si calmò subito, e la guardò con i suoi profondi occhi viola, rimanendo affascinata dalla sua collana di rubini; "Oh io e te andremo molto d'accordo piccola" disse una figura dietro Morrigan, "anche io amo tutto ciò che brilla e che è di valore, ma sopratutto se regalato spontaneamente da tuo fratello"; la figura bassa dai capelli neri onice a caschetto era Amren, la seconda in comando, che si avvicinò alla culla inviando un occhiolino al signore supremo e porse a Selene uno sguardo indagatore.
"Dobbiamo portarla a Velaris, Rhys" disse la bionda. "Non possiamo farla crescere in questo buco di culo. Appena tuo padre saprà che è una femmina...".
"Sono d'accordo con te, ma mia madre dice che dobbiamo aspettare il ritorno di mio padre e di quell'idiota di Beron, affinché possa conoscere la bambina" rispose sputando il nome di Beron, signore supremo della corte di Autunno, come se fosse qualcosa di velenoso.
Con un leggero fruscio Nuala entrò nella stanza e con tono grave disse "Sono arrivati".
Rhysand prese sua sorella in braccio e le diede un bacio tra i soffici boccoli, scortato da Cassian ed Azriel e con Mor ed Amren a seguito  andò nella sala riunioni della Corte.
La sala era illuminata da pochi candelabri e arredata con un unico lungo tavolo centrale con svariate sedie e una grande mappa di Prythian intagliata sulla superficie, usata nel periodo di guerra per elaborale strategie di battaglia oppure usata per risolvere questioni interne alla corte, come l'inattesa nascita di un'erede femmina.
"Inaccettabile! È inaccettabile! Cosa penseranno tutti ora? Chi metterò su questo trono? Chi governerà questa dannata corte?", l'ex signore supremo era su tutte le furie, urlava, era fuori di se. "Un compito avevi, uno solo. Darmi un altro erede maschio. Uno più forte del primo. Uno che governasse come si deve!". Un candeliere voló per terra e i singhiozzi di una donna risuonarono nel corridoio.
Rhysand entrò con Selene in braccio e il resto della sua cerchia, il padre era seduto al capo del tavolo con occhi che ardevano, Beron alla sua destra che scuoteva il capo e sua madre in lacrime alla sua sinistra che cercò lo sguardo del figlio con aria implorante.
"Portala via da qui, non voglio neanche vederla. La lascerò in vita, crescerà qui ma a una sola condizione" disse il vecchio signore supremo, rivolgendosi poi alla moglie. "Appena sanguinerà per la prima volta, sposerà Eris Vanserra affinché le nostre famiglie possano unirsi e le corti rafforzarsi. Almeno sarà valsa la pena tutto questo" aggiunse il vecchio, lanciando un'occhiata di delusione nei confronti della figlia appena nata.
A quelle parole, al nome di Vanserra, il ringhio di Rhysand risuonò per tutta la stanza e le sue possenti ali si dispiegherano, "Lei non vivrà qui, verrà con noi a Velaris e non sarà una moneta di scambio per le vostre alleanze. Nessuno schifoso Vanserra oserà posare un dito su di lei, o gli farò rimpiangere di essere venuto al mondo" affermò con tono calmo ma letale.
"Crescerà a Velaris. Ma sposerà un Vanserra. Non ti va bene Eris? Bene, scegli uno degli altri fratelli. Ma le nostre famiglie si uniranno in un modo o nell'altro. Portala via ora" urlò il padre.
Rhysand era sul punto di uccidere Beron sogghignante,  che stava già pregustando la potenza dei suoi  nipoti fruttati da questo matrimonio combinato tra due figli di signori supremi, un matrimonio sognato da qualsiasi altra corte; ma sua madre parve leggergli nella mente e ,asciugate le lacrime, disse con voce spezzata e senza guardare il figlio negli occhi: "Portala via."

La corte di luna e sospiriWhere stories live. Discover now