Capitolo 48- Scelte

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Ethan
«Ma guarda chi si rivede!» Phil esce da dietro il bancone del bar dove stava pulendo alcuni bicchieri e viene verso di me stringendomi in un abbraccio amichevole.
Forse un tempo gli avrei dato un pugno in faccia, ma ora non mi dà poi così fastidio
«Come va amico? Non ti fai vedere da un po'! Dai siediti al bancone, cosa vuoi?» la sua eccessiva gentilezza ed allegria continuano a starmi sui nervi però ormai un po' di meno, credo di essermi abituato.
«Dell'acqua tonica con un po' di limone andrebbe benissimo» credo di non aver mai ordinato dell'acqua tonica in un bar, o almeno non da sola.
«Oggi andiamo leggeri eh? Come mai?» sembra incuriosito ma anche stranito.
«Voglio trasformarmi in un bravo ragazzo come te!» lo prendo per il culo facendo una smorfia che dovrebbe somigliare a un sorriso. Cazzo mi sento proprio uno schifo.
«Sai in un primo secondo stavo quasi per crederti» dice tagliando una fettina di limone, la mette nel bicchiere dove poi ci aggiunge anche una cannuccia e me lo passa.
«Grande errore Phil» ridacchio. Devo dire che continua a divertirmi passare il tempo a prenderlo un po' in giro.
«Allora grande capo, dimmi un po' a cosa è dovuto questo cambiamento» pulisce il bancone con un panno.
«Grande capo? Fai seriamente?» alzo un sopracciglio. Questo ragazzo continua a stupirmi con i suoi strani modi di fare.
Phil alza gli occhi al cielo e mi incita a parlare, perciò mi sa che dovrò vuotare il sacco.
Beh in un certo senso se sono qui è perché avevo bisogno di parlare con un amico, ma non uno degli idioti del mio gruppo, un ragazzo tranquillo e serio.
«Ho il cancro Phil» prendo un sorso dal bicchiere e lo osservo.
Il bar è vuoto e siamo soli. I movimenti di Phil si sono bloccati e mi guarda con serietà.
«Se è un altro dei tuoi scherzi non è divertente» dice con voce estremamente seria.
«No Phil questa volta sono serio» sospiro «sto male da circa una settimana o anche di più e Ashley mi ha obbligato a passare in ospedale dove mi hanno diagnosticato un cancro al cervello» dico tutto d'un fiato con ormai un senso di calma nel petto come se parlassi di un argomento normalissimo.
«Cazzo Ethan mi dispiace, tu come stai?» si siede di fronte a me smettendo di pulire e prestandomi tutta la sua attenzione.
Non l'ho mai sentito dire una parolaccia.
«Diciamo che a parte i giorni in cui sto male, per il resto sto fin troppo bene. Quel che voglio dire è che non sto dando di matto e non sono in ansia o qualche cazzata simile perché sto per morire. Non capisco per quale motivo ma sono anche fin troppo calmo e non so se è una cosa positiva o meno» dico riflettendo sulle mie parole.
«Io credo che sia anche una specie di shock, cioè forse il tuo cervello ancora non elabora la cosa e quando il momento si avvicinerà i vari stati d'animo si accumuleranno tutti assieme» dice lui e sembra sinceramente interessato ad aiutarmi a capire.
«In ogni caso non voglio passare i miei ultimi mesi in ospedale per fare una cura che in ogni caso non mi salverà le palle. Ashley sta troppo male e sono sicuro che darebbe di matto a una cosa del genere» sospiro e prendo un altro sorso alla bibita.
«Se potessi fare le cure da casa, le faresti?» mi chiede Phil.
«Si credo di sì, alla fine significa che posso continuare a vivere la mia vita normalmente, per quello che può essere, e posso stare più tempo insieme ad Ashley e Matias. Sai Phil io però non so se voglio arrivare fino alla fine» sputo il rospo.
«In che senso Ethan?» mi chiede confuso.
«Nel senso che gli ultimi mesi io starò malissimo: perderò la forza e non potrò fare più nulla, avrò crisi epilettiche, non riuscirò a parlare o a fare qualsiasi cosa da solo. Non voglio arrivare a quel punto e farmi ricordare da Ashley in quelle condizioni perciò penso che quando arriverà il momento io la farò finita già da subito»

Ashley
Mi sveglio la mattina dopo ed è quasi ora di pranzo. Ethan non è in casa perciò immagino che sia uscito e considerando l'orario devo darmi una mossa e preparare il pranzo.
Non appena mi alzo sento un senso di nausea terribile e io, che non vomito mai, ho dovuto fare una corsa fino al bagno per rimettere anche l'anima.
Non sono stata così male da anni, credo.
Mi lavo i denti e faccio una doccia veloce per poi andare in cucina a cucinare ma appena apro il frigo sento la testa girare e di nuovo quel senso di nausea.
Il ciclo sarebbe dovuto venirmi già da due giorni quindi probabilmente è per questo che sto male o per la situazione di Ethan ma è strano che mi venga da vomitare anche perché di solito col ciclo non mi è mai capitato di stare così male.
Inizio a riflettere e come una stupida inizio a cercare su internet ma le informazioni che mi arrivano sono sempre le stesse, a parte qualche presagio di qualche malattia appena inventata dal mondo di internet.
La paura inizia a insidiarsi in me e l'ansia che possa essere quello che ho letto è alta.
Prendo il cappotto ed esco di casa correndo il più veloce possibile perché non solo devo trovare quello che cerco ma devo anche tornare a casa senza che Ethan mi vedi.
Quando entro in farmacia vado dritta alla cassa senza perdere tempo e compro immediatamente quello che mi serve, poi ricomincia la corsa verso casa.
Quando arrivo la prima tappa è il bagno, così mi dirigo a passo spedito e provo a fare tutti i test senza sapere nemmeno in che esito sperare.

+ il test di gravidanza segna positivo.

Scoppio a piangere, non so se essere felice o impaurita ma le lacrime continuano a scorrere senza fermarsi e intanto sfioro il ventre con la mano libera.
Sono incinta.
Inizio a pensare a tutti i pro e i contro di questa situazione e i punti negativi sono molti: crescerò un bambino da sola, il bambino non avrà un padre, Ethan non conoscerà mai suo figlio.
Ma soprattutto, Ethan sarà contento della notizia? Scoprirlo mi terrorizza ma non posso nascondergli la cosa.
In ogni caso per la mente mi passa una luce di sicurezza e cioè che io proteggerò a tutti i costi il mio bambino facendo di tutto per crescerlo al meglio. Sarà l'unica cosa che mi rimarrà di Ethan e devo prendermene cura al meglio.

Ethan è tornato a casa, lo sento che mi chiama perciò devo farmi forza e alzarmi dal pavimento del bagno.
Mi guardo allo specchio e ho gli occhi rossi, non riuscirò a farli tornare bianchi in così poco tempo perciò dovrò uscire in questo stato.
Apro la porta del bagno e quando entro in cucina trovo Ethan che fruga nel frigo probabilmente per cucinare qualcosa dato che io alla fine non ho fatto nulla.
Sentendomi camminare si gira sorridendomi ma appena vede i miei occhi rossi la sua espressione cambia e preoccupato si avvicina a me prendendomi il viso tra le mani.
«Che hai Ash? Che è successo?» mi asciuga il viso dalle lacrime e mi lascia diversi baci sulla fronte. «Ehi parlami» continua notando il mio silenzio.
«Ethan devo dirti una cosa» dico debolmente
«È successo qualcosa di grave?» chiede.
«No non proprio»
«Dai siediti e dimmi che succede perché mi sto preoccupando»
Ci sediamo entrambi sul divano, lui alla mia destra e mi stringe le mani guardandomi in viso in attesa che parlo ma non riesco a formulare una frase. Apro la bocca diverse volte ma non esce nessun suono.
Faccio un respiro profondo e dato che non riesco a parlare decido di prendere dalla tasca dei miei pantaloni il test e glielo lascio sulla mano.
Ethan porta il suo sguardo su quell'aggeggio e rimane bloccato per diversi secondi.
Non emette un suono, non batte le ciglia e non muove un muscolo. La sua reazione mi preoccupa.
«Ethan...» dico a tono basso.
«Che significa Ashley? È uno scherzo?» dice portando lo sguardo freddo su di me e mi si gela il sangue.
«No Eth...» sussurro con gli occhi lucidi.
«Abortirai non è vero?» dice con lo stesso tono fermo e freddo guardandomi con serietà. La sua è una domanda ma a me risulta come un obbligo.
«C-cosa? No..» non capisco come possa dirmi una cosa del genere, anzi impormi di uccidere la vita di nostro figlio.
«Ashley io quel coso non voglio che cresca! Non voglio un bambino che crescerà senza una figura paterna come è successo a me quindi lo farai!»
Inizio a prendere forza perché non mi piace affatto che Ethan mi parli in questo modo «Intanto quel coso è tuo figlio! Non è un coso ma un essere vivente chiaro? E in ogni caso credo che non dipenda solo da te questa decisione non credi?» lo guardo anch'io freddamente.
«Ashley ti ricordi che io sto per morire e che lo crescerai da sola?!» mi urla contro
«Pensi che me lo sia scordata? Lo so cazzo e forse è anche per questo che voglio tenerlo! Per avere qualcosa di te dopo la tua morte!»
«È una pazzia Ashley! Sarai una madre single proprio come la mia! Quel bambino ti rovinerà la vita!»
«Posso prendere le mie decisioni da sola! Che tu sia d'accordo o meno io crescerò questo bambino!»
Mi alzo dal divano e me ne vado furiosa a passo spedito verso camera sua.
«Lo fai solo per restare aggrappata al mio ricordo! È una cazzata Ashley, sei fuori di testa!»
Decido di non rispondergli e sbatto la porta della stanza per poi buttarmi sul letto e piangere.

E poi sei arrivato tu...Kde žijí příběhy. Začni objevovat