Capitolo 22

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Quando riaprì gli occhi, Akaashi si accorse di essersi addormentato con la testa poggiata sulla spalla di Bokuto, che a sua volta, si era addormentato con la testa poggiata su quella di Keiji. Non volendo svegliare il ragazzo più grande, Akaashi rimase immobile; purtroppo la loro pace non durò a lungo poiché il fastidioso rumore del campanello ruppe l'idillio.

Infastidito dal rumore, Kōtarō si svegliò e quando si accorse dove si fosse addormentato si alzò velocemente farfugliando qualche scusa sconclusionata mentre Keiji si tirò su per andare ad aprire la porta: tutto il suo gruppo di amici era lì, sull'uscio di casa sua. Akaashi nascose il panico che la vista di ciò gli provocava facendoli accomodare in casa, Shirabu gli passò gli appunti che aveva chiesto al suo compagno di classe, Watari. Una volta che si furono tutti accomodati nel salone, Keiji, da bravo proprietario di casa, chiese loro se gradissero qualcosa, all'unanimità si decise di prendere un bel thè caldo.

Akaashi venne accompagnato da Atsumu e Suna in cucina, dove il biondo mise a bollire l'acqua per il thè e seguendo le indicazioni del proprietario della casa prese le tazze e le bustine. Notando che qualcosa non andasse, Keiji chiese: «Tsumu? È successo qualcosa?»
«Non preoccuparti per me, 'Kaashi. Pensa a riprenderti.»
«Atsumu, cosa è successo?»
«Bene, se proprio insisti. . Osamu ha qualcosa che non va, ma se gli chiedo cosa c'è che non va dice che va tutto bene. Ed è un coglione, perché si nota che non sta per un cazzo bene ma continua a raccontare cazzate, quel coglione. Ed è da ieri sera che va avanti così.»
«Tsumu, sai com'è fatto Osamu. Probabilmente è irritato da qualcosa ma gli passerà vedrai.»
«Non mi interessa, è un coglione. Da oggi in poi non gli parlerò più di niente. E non fate quelle facce, sono serio.»
«Tsum-» Suna venne interrotto nuovamente dal biondo: «Non cominciare Rintarō, tu sai sicuramente qualcosa ma non vuoi dirmelo. E questo mi irrita parecchio.»
«Atsumu, non posso dirtelo io. È stato uno sfogo personale e privato di Osamu e non sono nessuno per dirti ciò che lui sta passando,» rispose Rintarō alzando le spalle.
«Ma quel coglione non parla! Non può continuare così! È ovvio che c'è qualcosa che non va!»
«Atsumu, non puoi forzare Osamu ad aprirsi e non puoi chiedere a Suna di tradire a sua fiducia. Per il momento lascia correre, quando vorrà Osamu ti dirà cosa gli sta succedendo,» cercò così di calmare le acque Keiji.

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Nel frattempo, nel salone, Bokuto era impegnato in una chiamata di gruppo con Kuroo e Matsukawa: «Che significa che avete fatto una cavolata?»
Kōtarō ascoltò la risposta in silenzio prima di rispondere: «Sapete benissimo com'è fatto e voi andate a punzecchiarlo così? Okay che gli piace mangiare, ma stai perdendo colpi Bro; soprattutto se poi è esploso così.»
Ancora silenzio, in cui gli altri presenti nella stanza non sentirono cosa venisse detto.
«Va bene, va bene. Provo a parlarci io, non garantisco nulla. Ma ci provo.»

Una volta messa fine alla chiamata, Bokuto raggruppò le sue cose mentre scriveva un messaggio poi andò in cucina per salutare Akaashi dicendogli di avere un'emergenza e di doversene andare, Keiji lo salutò e ringraziò per avergli tenuto compagnia e per avergli comprato gli onigiri, poi Kōtarō se ne andò.

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«Okay, Akaashi. Raccontaci, com'è andata la giornata? Cosa avete fatto tu e Bokuto?» domandò Tendō mentre sorseggiava la sua tazza di thè.
«Non è successo nulla di che: abbiamo cominciato una serie, poi abbiamo pranzato e ci siamo addormentati mentre guardavamo la tv,» spiegò Akaashi.
«Mm, quindi niente di speciale? Niente in più da raccontarci?» chiese Satori.
«Perché tu non mi spieghi perché stamani non eri insieme agli altri?» domandò Keiji alzando un sopracciglio.
«L'ho visto arrivare a scuola insieme ad Ushijima,» disse Hanamaki.
«Non era niente di che, mi ha invitato a fare colazione insieme a lui,» rispose Tendō per poi bere.
«Quindi hai fatto colazione con lui? Dove?» chiese Takahiro.
«In una pasticceria, i dolci erano buonissimi.»
«E Ushijima? Com'era?» domandò Oikawa.
«È stato molto gentile e mi ha pagato la colazione. Abbiamo parlato del più e del meno e poi siamo andati a scuola.»

Continuarono così a spettegolare, ma tutti notarono quanto Atsumu fosse immerso nei suoi pensieri e non volesse essere reso partecipe nella discussione; infatti dopo poco tempo il Miya si alzò e, prendendo le sue cose, salutò lasciando la casa per dirigersi al parco ascoltando la musica con le cuffiette.

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Osamu era nello stesso parco con Bokuto che chiacchieravano del più e del meno, il più grande cercava di calmare il più piccolo e cercava di non forzarlo a parlare.

Ad un certo punto, dopo che i due si erano seduti sull'erba, Osamu esplose: «Non capisco perché non possono farsi i cazzi loro?! Io sto bene, okay? Certo, gradirei che non mi venisse ricordato come Atsumu sia migliore di me, o come sia più sociale, o come riesca a fare amicizia anche con i muri. Ma sto bene, okay? Sto benissimo, ovviamente non ho bisogno di sentirmi dire che Atsumu riuscirà a fare ciò che sogna mentre io no, perché secondo loro non ho un vero obiettivo, ma sto bene. Sto alla grande e non ho bisogno di sentirmi ricordare che sarò sempre la comparsa nella sua vita, quello che se ne sta in disparte mentre il fratello brilla, non ho bisogno di sentirmelo dire! Cazzo! Sono arrivato a disprezzare Atsumu! Sai? Quando eravamo più piccoli lo odiavo, parlavo sempre male di lui e dicevo che era meschino, ma in realtà ero io ad esserlo perché in realtà ho sempre odiato, ed odio ancora, come tutti ci guardino e in realtà vedano soltanto lui! È come se io fossi solo un pensiero secondario, e questo fa male cazzo! E il bello è che quello stronzo è insicuro perché crede che alle persone piaccia più io che lui, ed immagino sia vero in un certo senso, perché io sembro più educato rispetto al suo essere apertamente uno stronzo. Ma questo non conta! Sai perché? Perché io e Tsumu siamo sempre entrati in competizione per le cose più stupide e la cosa buffa è che io vorrei ciò che ha lui e lui vorrebbe ciò che ho io. Lui è arrabbiato perché io piaccio di più alle persone, io sono incazzato perché le persone vedono solo lui. Ma questo non è successo con Rin, Rin mi ha visto per primo, a Rin piace la mia compagnia perché sono io. Ma ho paura, perché ora è diventato amico di Tsumu, e Tsumu è migliore di me e questa cosa mi terrorizza, non voglio perdere Rin...»

«Sai che sono onesto e a me tutta questa storia sa tanto di cavolata, dovresti parlarne con TsumTsum perché se non ne parli non risolverai mai questo problema. Per quanto riguarda SunaRin dovresti parlargli a cuore aperto e non credo che SunaRin ti metterebbe da parte per TsumTsum,» rispose Bokuto alzando le spalle.
Ciò che i due non sapevano era che dietro la siepe alle loro spalle c'era Atsumu che aveva sentito gran parte del discorso.

Note dell'autrice:
Non mi sono dimenticata di aggiornare, mi è solo salita l'ansia perché da Osamu kinnie mi sono esposta molto in questo capitolo e non mi piace molto questa cosa.
Ma voilà, per chi lo ha chiesto ecco cos'ha il nostro piccolo Osamu. Spero che il capitolo vi piaccia e, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti 💖

Will love blossom or is it not destined to?Where stories live. Discover now