Capitolo 4

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Shirabu nemmeno si accorse di essere arrivato alla tavola calda, se non fosse stato per Atsumu sarebbe perfino andato a sbattere contro altri ragazzi. La sua mente rivangava ancora a quel ragazzo più alto di lui contro cui era andato a sbattere prima di arrivare al locale dove si trovava adesso: ci ripensava perché non gli era mai capitato che qualcuno gli rispondesse così direttamente e a tono, sì Oikawa, Atsumu e Tendō gli rispondevano ma non capiva cosa ci fosse di diverso in quel ragazzo.

Dal dover prendere qualcosa da portare via, finirono per fermarsi direttamente alla tavola calda, perché c'era la nuova crush di Makki e Iwaizumi non per altro.
Shirabu venne risvegliato dalla sua trance da Akaashi che gli diede un colpetto col gomito sul braccio.
«Eh? Di cosa stavate parlando?» chiese Kenjirō.
«Stavamo dicendo che potremmo anche andare ora,» gli rispose Oikawa.
«Oh.. Ah.. Sì,» disse Shirabu per poi alzarsi insieme agli altri e prendere le proprie cose.

Proprio mentre stava uscendo si riscontrò un'altra volta con lo stesso ragazzo di prima, «Scus- Ah, di nuovo tu,» gli disse il ragazzo.
«Ci stai prendendo gusto a finirmi addosso?» gli chiese seccato Shirabu.
«Questa volta è stata colpa tua, sei tu che dovevi stare attento a dove andavi,» lo rimbeccò l'altro ragazzo.
«Shirabu! Andiamo forza, non so te, ma io ho una carovana di compiti da fare!» lo chiamò Oikawa, Kenjirō fece un cenno al ragazzo con cui stava parlando e si allontanò con i propri amici.

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«Quanto tempo vuoi rimanere a fissare la strada Semi?» chiese Mattsun al ragazzo con i capelli biondo cenere.
«Scusami,» gli rispose quest'ultimo e si sedette accanto a Bokuto.
«Chi era quel ragazzo?» gli chiese Issei sedendosi di fronte a lui.
«Non ne ho idea, è solo che era la seconda volta che ci scontravamo,» rispose Eita per poi chiedere alla cameriera un'aranciata.
«Non mangi nulla?» gli chiese Bokuto.
«Nah, dobbiamo studiare e sarebbe meglio cominciare subito,» gli rispose Semi. Gli altri due si lamentarono un po', ma a Eita bastò lanciargli un'occhiataccia per farli smettere e fargli tirare fuori i libri dalle borse.
«Sai dov'è finito Iwaizumi?» chiese Mattsun mentre sfogliava il proprio libro di matematica.
«Sapevo che doveva dare ripetizioni ad un ragazzo del secondo anno,» gli rispose distrattamente Semi che stava cominciando a fare i propri compiti.

«Dobbiamo per forza cominciare da matematica?» domandò disperato Bokuto mettendosi le mani tra i capelli mentre i suoi scorrevano senza fine sulla pagina in cui si trovavano gli esercizi da svolgere.
«Se vuoi diplomarti quest'anno devi studiare Bokuto,» lo "rimproverò" Eita per poi riprendere a fare i suoi benedetti compiti.

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«Shirabu, vuoi una mano con il ripasso del progetto?» la domanda di Akaashi vagò per alcuni secondi nella stanza, poiché la mente del ragazzo a cui era diretta stava navigando in altri pensieri. Kenjirō venne riportato alla realtà da Suna che gli diede un pizzicotto sul braccio.
«Ahi! Che male, perché cazzo lo hai fatto?» domandò il ramato mentre si massaggiava la parte lesa.
«È tutto il pomeriggio che hai la mente altrove, cosa succede?» gli rispose con un'altra domanda Rintarō.
«Non succede nulla, assolutamente nulla. Che cosa dovrebbe succedere?» disse Shirabu dopo aver preso il proprio quaderno ed aver iniziato a sfogliarlo.
«Negare due volte e rigirare la domanda all'interlocutore vogliono dire che è successo qualcosa ma non ne vuoi parlare,» disse Kenma senza alzare i propri occhi dalla sua console.
«Mettiamola così: è successo qualcosa, ma preferirei che voi la smetteste di fare domande,» rispose Kenjirō per poi mettersi a studiare.
«C'entra il ragazzo con il quale stavi parlando prima, alla tavola calda?» gli chiese Atsumu, incapace di farsi gli affari suoi, Shirabu non rispose così Atsumu continuò: «A proposito, chi è? È davvero carino.»
«Atsumu fatti i cazzi tuoi,» sbottò Kenjirō senza alzare la testa dal quaderno.
«Perché? Non mi dire che interessa a te,» disse il biondo interpellato ghignando.
«No, non mi interessa in quel senso, ma fatti i cazzi tuoi,» rispose il ramato guardando male il ragazzo con il quale stava parlando.

Fortunatamente per Shirabu, proprio quando Atsumu stava per replicare si sentì la porta d'ingresso aprirsi; si sentirono un mucchio di voci sovrapporsi l'una all'altra e il padrone di casa si alzò con un'espressione confusa.

Osamu, Kuroo, Matsukawa, Iwaizumi e Semi entrarono nel salone e videro che era già occupato si fermarono con un'espressione confusa.

«Ehm.. Tsumu credevo non fossi a casa,» disse Osamu.
«Credevo che saresti rimasto in giro per studiare,» gli rispose il fratello.
«Se è un problema che ci siamo anche noi, io posso tranquillamente tornare a casa,» disse Shirabu senza alzare lo sguardo dal quaderno.
«Allora non sei solo con me così indisponente,» disse Semi.
Kenjirō alzò lo sguardo dal libro e lo guardò con un sopracciglio alzato.
«Non è un problema, se non fanno casino,» disse Atsumu.
«Dobbiamo solo studiare e casa vostra era la più vicina. E la più tranquilla, almeno credevamo,» replicò Kuroo, quando il biondo alzò un sopracciglio, Tetsurō spiegò: «Più o meno tutti abbiamo fratelli a casa e concentrarsi diventa sempre più difficoltoso.»

«Immagina di non sapere di cosa stanno parlando,» borbottò sarcastico Akaashi a Kenma, che ridacchiò sommessamente.

«Beh, ormai siamo tutti qui. Sarà meglio continuare a fare i compiti. Soprattutto perché un certo ragazzo gufo deve ancora finire i suoi esercizi di matematica,» disse Matsukawa per poi sedersi al tavolo e tirare fuori dalla borsa il proprio libro di storia, Bokuto sospirò affranto e si sedette anche lui e riprendere a fare gli esercizi di quella materia tanto odiata.

«Se vuoi posso darti una mano in matematica, tanto stavo solo ripassando scienze,» disse Oikawa a Kōtarō.
«Oikawa, sarebbe più saggio se continuassi a ripassare scienze. Bokuto ti farà uscire pazzo. Abbiamo già provato in tutti i modi a fargli capire qualcosa di matematica,» gli disse Iwaizumi mentre tirava fuori il suo libro di chimica.
«Non può essere così disperata come situazione,» disse Tooru sedendosi accanto a Bokuto.
«Lo è,» replicò Hajime per poi cominciare a leggere l'argomento che doveva studiare, Oikawa non lo ascoltò e si mise comunque ad aiutare Bokuto. Dopo essersi presentati si misero tutti insieme a fare i dannati compiti.

«Akaashi, potresti aiutarmi a studiare chimica?» chiese dopo un po' Kenma ad Akaashi, che però stava studiando letteratura.
«Se ti va, posso aiutarti io,» gli propose Kuroo, il biondo alzò le spalle e disse: «Per me è uguale.»
Tetsurō si avvicinò a Kozume e rilesse velocemente l'argomento che il più piccolo doveva studiare poi cominciò a spiegarglielo in maniera più semplice, Kenma ascoltava attentamente e nel mentre prendeva appunti sul proprio quaderno.

«Ma che cazzo?! È la terza volta che te lo spiego!» La pace che si era creata venne distrutta dopo una decina di minuti da questa esclamazione urlata da Oikawa.

«Scusa...» gli rispose affranto Bokuto, Akaashi si avvicinò a loro e cominciò a leggere gli argomenti di cui trattavano gli esercizi di Kōtarō.
«Non è così complicato come sembra. Posso darti il cambio, Oikawa-san?» chiese Akaashi, Tooru gli lasciò il posto, felice di potersi allontanare. La sua felicità venne incrinata da un "Te l'avevo detto" di Iwaizumi.

Keiji si sedette accanto a Bokuto e cominciò a spiegargli quegli argomenti così odiati dal ragazzo più grande, Kōtarō cercava di seguire ciò che l'altro stesse dicendo per non fare la figura dell'idiota e riuscì persino a completare i propri esercizi grazie all'aiuto di Akaashi.

Will love blossom or is it not destined to?حيث تعيش القصص. اكتشف الآن