13. Anche con i cuori infranti l'amore resta

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Draco non aveva mai passato molto tempo con Ginny e i suoi figli, ma con quella serata cominciò a capire per quale motivo ogni tanto Harry avesse bisogno di una pausa.

I tre figli, tutti adolescenti, non erano rimasti fermi neanche per un secondo: nei primi quindici minuti, erano riusciti a rompere due vasi e a far cadere diversi soprammobili; avevano urlato, lanciato oggetti, infastidito gli adulti e interrotto diverse volte i dialoghi che questi ultimi avevano cercato di intavolare.

Ginny non era una cattiva compagnia, ma tendeva a parlare a sproposito, a tal punto che a volte dimenticava persino lei il filo del discorso.

Il biondo, quando ancora non avevano neanche assaggiato l'antipasto, ne aveva già abbastanza per alcuni mesi.

Purtroppo per lui, però, mancavano ancora molte ore prima che gli ospiti se ne andassero.

Proprio quando stava per gridare dalla frustrazione - sia per tutto il rumore che quei tre ragazzini stavano producendo, sia per lo sguardo insistente del moro sulla sua figura - Astoria annunciò l'arrivo della cena.

Le due famiglie si accomodarono a tavola e purtroppo Draco fu costretto a sedersi a fianco a James e di fronte ad Harry.

Il ragazzino stava ridendo rumorosamente, tirando calci alla sorella mentre il minore dei tre fratelli guardava la scena e si agitava sulla propria sedia, incitando il fratello a tirare calci più forti.

Draco distolse lo sguardo dai tre e lo posò distrattamente sul moro, il quale aveva un sorriso malinconico - e allo stesso tempo divertito - in volto.

Il biondo aveva idea che significasse qualcosa come: «Ecco, Draco, guarda la mia vita e dimmi ancora che sono un codardo».

Draco adesso non l'avrebbe fatto, perché per costruirsi una famiglia come quella contro la propria volontà e non scappare, non si poteva essere altro che coraggiosi. 

Quando la prima portata di cinque fu finalmente in tavola, i Potter decisero che per quella sera i figli avevano creato abbastanza disturbo, così li mandarono in giardino a giocare.

«Scusate i nostri ragazzi, ma io e Harry non siamo stati abbastanza severi da educarli come si deve: sono dei piccoli viziatelli, purtroppo»

Astoria rise di cuore all'affermazione dell'amica, mentre Draco sorrise educatamente verso la donna.

Per qualche minuto la sala da pranzo fu riempita solamente dallo stridio delle posate sui piatti, poi finalmente Harry decise di rompere il silenzio: «Allora, come sta procedendo la vita da novelli sposi?»

Vista da fuori, quella domanda poteva suonare come posta per educazione o pura curiosità, ma Draco sapeva che non era questo il caso: Harry Potter gli aveva rivolto quella domanda solamente per mettere il dito nella piega, che tra l'altro caratterizzava entrambi.

Draco e Astoria si scambiarono un breve sguardo e senza bisogno di parole si presero le mani sotto al tavolo: a parlare, alla fine, fu la minore.

«Nonostante ci conoscessimo da poco tempo quando abbiamo deciso di sposarci, non mi pento della mia decisione. Draco è un uomo meraviglioso» i suoi occhi erano sinceri e questo fece stringere il cuore del biondo in una morsa piacevole, che gli scaldò il petto.

«Penso che aver incontrato mia moglie sia stata la fortuna più grande di tutta la mia esistenza» e fu stupito persino Draco stesso per la sincerità che traspariva da quelle parole.

Ancora più inaspettato, però, fu il pianto dirotto in cui scoppiò Ginevra Potter.

Quando semplicemente scappò in fretta verso il bagno, Harry prese un respiro profondo e alzò le spalle: «Dimmi ancora che sono un codardo, Malfoy. A questo punto me lo merito, o no?»

Draco non si era mai ritenuto un uomo molto sveglio, ma in quel momento si sentiva particolarmente stupido.

Astoria stava stringendo la sua mano come se fosse l'unica cosa che potesse tenerla in piedi in quel momento, così semplicemente la strinse a sua volta.

«Posso avere delle spiegazioni?»

La più giovane abbassò lo sguardo e si limitò a spostare svogliatamente il cibo nel suo piatto con la mano libera; il più grande emise una risata fredda, secca, senza allegria: «Sei così cieco. Così cieco, Malfoy. Eppure la causa di tutto questo è proprio la persona che hai sposato; o forse la causa è proprio il matrimonio stesso»

Detto questo l'uomo si alzò da tavola e chiese brevemente scusa alla padrona di casa, che si limitò ad annuire piano, come se avesse paura che se si fosse mossa più bruscamente sarebbe crollato tutto.

Probabilmente era davvero così.

Rimasero in silenzio per qualche altro minuto, poi Astoria dal nulla decise che a suo marito spettavano delle spiegazioni.

«Draco, devi sapere che non tutto è come sembra. Sono innamorata di Ginny dalla prima volta che ci siamo incontrate, dieci anni fa.

«È stato sconvolgente per una ragazzina di dodici anni rendersi conto di avere una cotta per una donna di ventidue anni.

«Tra me e te, caro, dieci anni di differenza sono normali, ma tra due amiche? Inizialmente avevamo un rapporto come quello tra i tuoi figli e i genitori dei loro amici, ma dopo un po', quando ho compiuto diciassette anni, sono entrata nel suo gruppo di amici.

«Siamo diventate inseparabili, veramente, tesoro. Eravamo sempre insieme. E io non mi rendevo conto che lei mi vedeva solo come la sorellina che non ha mai avuto, mente io invece me ne innamoravo sempre di più.

«Quando due anni fa mi sono dichiarata è stato... orribile. Ne siamo uscite distrutte, anche se per motivi diversi. Ti pare, Draco? Lei sapeva di avermi spezzato il cuore senza poter fare nulla per migliorare la situazione e io avevo sì il cuore spezzato, ma soprattutto avevo la consapevolezza di aver rovinato tutto.

«Ovviamente quando la conobbi era già sposata e incinta della sua ultima figlia, ma ai miei occhi rimaneva sempre la donna della mia vita. Anche se avevo solo dodici anni e lei fosse ormai una donna. Quindi la situazione era irrisolvibile sin dall'inizio, ma... non saprei, avevo sempre avuto l'impressione che in un modo o nell'altro ce l'avremmo fatta.

«Rimasi in casa per alcune settimane, terrorizzata dall'idea che Ginny fosse schifata da me o che avrebbe potuto denunciarmi da un momento all'altro.

«Dopo qualche altro giorno venne a casa mia con una torta e una collana» a questo punto la donna lasciò la presa sulla mano del marito, che ancora non aveva pronunciato parola.

Tirò fuori dal colletto del vestito una collana d'oro, con un pendente rappresentate un cuore a metà: «Non ce ne sono, e non ce n'erano, molte di collane di questo tipo in mercato, ma lei ne trovò una per me. Per noi.

«Io credo che oggi Ginny abbia pianto perché sì, le mie parole erano sincere, ma non erano quelle che avrei potuto pronunciare se... avessi potuto essere come sono.

«E sono sicura che lei se ne senta responsabile almeno in parte»

A questo punto il vociare dei ragazzi in giardino era sparito, così come i singhiozzi sommessi che giungevano dal bagno: la famiglia Potter doveva essersene andata.

Ma Draco era troppo scosso dal racconto che aveva appena udito perché se ne potesse curare davvero.

In testa gli ronzava solo una frase, e non sapendo come commentare dopo la confessione di sua moglie nei suoi confronti, decise di pronunciarla: «Anche con i cuori infranti l'amore resta».

Poi abbracciò sua moglie ed entrambi si sentirono uniti uno all'altra più di quanto si fossero mai sentiti durante tutto il periodo da cui si conoscevano.

Forse sarebbe andato tutto bene, se avessero continuato a lottare insieme.

Già

Medioevo||Drarry Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora