꧁𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐢𝐚𝐧𝐧𝐨𝐯𝐞: 𝐫𝐢𝐭𝐨𝐫𝐧𝐨꧂

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Le persone non fanno viaggi,
sono i viaggi che fanno le persone.
~John Steinback~

𝙺𝙰𝙸'𝚂 𝙿𝙾𝚅

Il "bip" continuo della sveglia mi fece aprire gli occhi. Ancora con essi chiusi allungai un braccio e, andando a tastoni cercai il telefono per spegnere quel fastidioso rumore.
Quando lo spensi, la gravità pari a tre mila attirò il mio arto a sé, facendo così cadere anche il cellullare a terra.

- Cazzo...- mugugnai sbuffando e affondando il viso nel cuscino.

Alzandomi ripresi il telefono da terra, il quale grazie alla sfortuna che aleggiava su di me, si era leggermente sbeccato ad un lato dello schermo.

Dannati Iphone e a chi non ha fatto il vetro più resistente!

- Ragazzi svegliatevi- diedi un colpo al letto di Mason, per poi fare lo stesso con quello di Ben. Entrambi mugugnarono qualcosa che non capii, ma immaginai fosse qualche maledizione.
- Alle 8 abbiamo il bus quindi alzatevi- gli ricordai prima di entrare nel bagno, iniziandomi a preparare.
- Sei sempre il solito perfettino- sentii Mason rimproverarmi dopo aver chiuso la porta.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai aprendo l'acqua calda della doccia, per poi entrare una volta arrivata. Iniziai a lavarmi. Quando feci cadere l'acqua sul viso quella che finì sulle labbra mi riportò vecchi ricordi.

Mi passarono davanti le immagini della sera prima: Megan che mi curava come una mamma fa con il suo bambino, i nostri visi così vicini da far mescolare i respiri, lei che fissava le mie labbra.

Poi il bacio. Due labbra che si toccavano a vicenda e che giocavano facendoci venire i brividi. Le mie mani che le volevano toccare il viso, ma che, troppo timide per farlo, sono rimaste attaccate al lenzuolo. E infine, io che l'allontano, facendola andare via in lacrime, dopo la gentilezza avuta nei miei confronti.

Sono stato proprio uno stronzo e me ne sto rendendo conto solo in questo momento.

Chiusi l'acqua e aprii le ante della doccia, per poi uscire dal bagno con un asciugamano intorno alla vita, lasciando il posto agli altri due ragazzi in camera.

Dopo una trentina di minuti eravamo tutte e tre giù nella sala da pranzo, insieme a tutta la squadra, per affrontare l'ultima colazione in quell'hotel. Ci sedemmo con i nostri vassoi ad un tavolo su un lato della stanza.

Passarono alcuni minuti prima di veder entrare anche Juliet. Guardai alle sue spalle, in cerca di Megan, ma invano. Dove cavolo era finita?

- Sorellina dov'è Meg?- Mason sembrò leggermi nella mente.
- Sul bus- colmò la mia domanda.
- Non fa colazione?-
- Mi ha detto di averla già fatta...Kai tu come stai? Megan mi ha raccontato quello è successo- chiese guardandomi.

- Bene, a parte qualche ferita- non mi sbilanciai molto nel rispondere, non sapevo cosa le avesse detto di preciso la sua migliore amica.
- Ancora non mi capacito come Trevor l'abbia potuta chiamare in quel modo sgradevole...- annuii senza aggiungere nulla -...vabbè vado a fare colazione, ci vediamo sul bus- si allontanò.

Più tardi finimmo di fare colazione e tornammo in camera per prendere le nostre valigie. Ci ritrovammo tutti nell'atrio per controllare che nessuno mancasse all'appello. Quando il mister fece il nome di "Megan" Juliet rispose che ci stava aspettando sull'autobus.
- Perfetto allora possiamo andare-

Appena salii cercai Meg con lo sguardo, quando la vidi mi ci sedetti accanto. Aveva una felpa nera e il cappuccio tirato su a coprirle il viso, la sua fronte era attaccata al finestrino freddo, il quale iniziò a vibrare appena l'autista accese il motore.

Crazy Love - Kai Havertz Where stories live. Discover now