꧁𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐬𝐞𝐝𝐢𝐜𝐢: 𝐛𝐮𝐠𝐢𝐞꧂

1.5K 67 45
                                    

Per ogni bugia detta
una piccola porta si chiude.
~Manolotr~

*Il mattino seguente*

Aprii gli occhi lentamente per mettere a fuoco ciò che avevo davanti. Vedevo un volto sfocato, il quale mi era molto familiare.

Sbattendo varie volte le palpebre e alzando leggermente la testa dal cuscino, riconobbi Mason.
Era sdraiato su un fianco ad un lato del letto, aveva la bocca aperta e i capelli scompigliati.

Alzai leggermente la schiena per vedere tutt'intorno la stanza. Ben e Timo stavano dormendo nel letto davanti al nostro, e, guardando meglio quello di Mason, mi accorsi della presenza di Jorginho.

È diventata un'ostello questa stanza!

Pareva come se si fosse creata una stanza in un'altra stanza.

Alzando del tutto la schiena notai il braccio di Kai intorno alla mia vita. La sua mano era dall'altra parte del mio corpo e le sue dita avevano dei piccoli spasmi, forse causati da un sogno in corso.

Glielo spostai lentamente, per non rischiare di svegliarlo, ma invano. Si svegliò mugugnando qualcosa di incomprensibile.

- Buongiorno- dissi sottovoce.
- Che stai facendo?- disse con la faccia schiacciata dal cuscino.
- Sto andando in camera mia-
- Perché?- la sua voce era diventata lieve, pian piano si stava riaddormentando.
- Non oso immaginare cosa farebbe Mason se mi vedrebbe qui...con te- precisai osservando il diretto interessato.

Non ricevetti risposta. Quando mi girai a guardare Kai mi accorsi che si era riaddormentato. Allontani definitivamente il braccio dalla mia vita, per poi alzarmi e, facendo meno rumore possibile, uscii dalla stanza.

Attraversando il corridoio, entrai nella mia camera. Era vuota, c'era solo un raggio di sole che squarciava il silenzio. Juliet non c'era ovviamente, dato che non aveva la chiave elettronica per rientrare. Guardai l'orario, erano le otto e trenta. Dato che era troppo tardi per potermi rimettere sotto le coperte, decisi di prepararmi.

Feci una doccia. L'acqua calda che scivolò lungo il corpo mi fece rilassare, sciogliendo ogni nervo causato dallo stress della sera precedente. La spugna insaponata, passata sulle gambe, fece scattare un ricordo difficile da dimenticare. Almeno per ora.

Scossi la testa per scacciarlo dalla mia mente e continuai a lavarmi. Appena finii, uscii e mi attorcigliai un asciugamano bianco intorno al corpo, mettendo un mollettone marrone per tenerlo più saldamente. Andai davanti l'armadio e presi dei vestiti puliti: jeans e maglietta.

Appena sentii bussare andai ad aprire.

- Juliet! Hai un aspetto orrendo- dissi vedendo il suo stato trasandato, dato dai capelli disordinati e il trucco colato.

- Lo so, abbiamo fatto tardi stanotte- si trascinò nella stanza, alzando le gambe quel poco che bastava per far staccare i piedi da terra.

Si buttò a capofitto sul letto ordinato facendo sprofondare la testa tra i due cuscini.

- Ti vedo bella riposata, l'appuntamento è andato bene a quanto pare- disse girandosi di scatto e mettendosi a sedere.

- Ehm...in realtà no...- feci una pausa, il suo sguardò mostrava preoccupazione - ti devo raccontare una cosa- continuai, fece cenno di sedermi accanto a lei.

Crazy Love - Kai Havertz Where stories live. Discover now