«Ho fatto solo il mio lavoro» Scrollò le spalle e sbloccò le portiere della macchina. «Aspetti un amico, eh?»

Si appoggiò alla carrozzeria ed indicò la casa alle mie spalle. Cercava di interrogarmi, forse?

«Volevamo fare una sorpresa ad Haywood. Abbiamo saputo del trasferimento»

A dir il vero io e Montgomery l'avevamo scoperto tramite Heath quella stessa mattina, ma andare a trovarlo era l'ultima delle nostre intenzioni. Soprattutto la mia. Ormai avevo chiuso con quel periodo della mia vita, e anche se ciò che stavo facendo era lavorare per aiutarlo, io avevo archiviato Haywood. Non era stato facile perché si era incastrato in alcune parti di me che nemmeno pensavo fossero vuote, ma ero riuscita ad allontanarlo dalla mia mente. O almeno, ci avevo provato.

A volte pensavo ancora a lui, a noi, a quello che avevamo vissuto, alle parole taciute, e il cuore mi tremava. Mi batteva forte e lo sentivo ovunque nella testa, nel petto, nelle orecchie, dentro l'anima. Poi mi dicevo di ritornare alla realtà e allora raccoglievo quei ricordi e li riponevo in una scatola. Erano istanti unici ed intensi, a tratti meravigliosi, però dovevano restare lontani.

«Questa casa è disabitata, lo sai vero?» Lyle mi ridestò dai pensieri. «Il tuo amico ti ha mentito, mi sa»

La guardai e rimasi in silenzio. Tutto di lei non mi convinceva e mi domandai di nuovo cosa ci facesse lì, nella vecchia casa di Gyles e Montgomery. La detective era entrata usando il proprio mazzo di chiavi, non forzando la serratura come avrei fatto io se il suo arrivo non me lo avesse impedito, e ciò significava che lei avesse a che fare con l'ex ragazza di Haywood. 

Eppure non capivo il nesso, continuava a sfuggirmi: Lyle aveva conosciuto Atkinson a Manhattan e lo aveva fatto solo dopo la morte di Gyles, ma allora perché aveva tutte quelle foto di noi e delle nostre famiglie? Sembrava che ci stesse studiando da tempo, invece.

«Se non è un problema, ti accompagno io da Hay»

«Saresti davvero gentile» Decisi di accettare il suo invito e mi accomodai sul sedile accanto al suo. Volevo provare a saperne di più sulla sua presenza qui.

«Quindi vivi qui?» Mi domandò mettendo in moto l'auto e imboccando la via verso la zona centrale del distretto.

«No. Tu, invece? Cosa ti porta nel Queens?»

«Lo stesso tuo motivo. Volevo fare una sorpresa ad Haywood» Mi sorrise e io ricambiai il suo gesto sforzandomi di sembrare naturale.

«Ma che coincidenza!» Esclamai fingendomi stupita. «Infatti! Dimmi te com'è piccolo il mondo!»

Se avessero dovuto dare il premio alla conversazione più falsa del mondo, io e Lyle avremmo vinto di sicuro. Era chiaro, dato il silenzio che ci avvolgeva, che avessimo deciso di restare insieme per impedirci di continuare le nostre attività. Probabilmente aveva capito il mio gioco e mi stava cercando di depistare, ma non gliel'avrei data vinta. Se pensava che l'incontro con Haywood mi avrebbe trattenuta, si sbagliava. Lo avrei salutato velocemente e poi me ne sarei andata con una scusa, mentre lei sarebbe rimasta a discutere di lavoro con il suo collega, perché lui avrebbe colto al volo la possibilità di confrontarsi con Lyle.

«Ci siamo quasi. Non abita lontano» Mi indicò un palazzo alto sulla destra al fondo della via.

Annuii e lei iniziò a rallentare per imboccare l'ingresso del parcheggio. «Lavorate insieme da tanto?»

«Un anno, ma è come se ci conoscessimo da sempre»

«Capito» Mi preparai a slacciare la cintura di sicurezza.

«Comunque stai tranquilla, non sono la sua ragazza» Fece manovra in uno stallo. «Lui è il mio migliore amico»

«Sei gentile ma Haywood non mi interessa in quel senso. Io sto bene da sola» La liquidai in fretta e, quando spense l'auto, uscii di alla velocità della luce. Prima avremo incontrato Atkinson, prima avrei potuto andarmene. «Allora, dove abita?»

Succederebbe Tutto - H.S.Where stories live. Discover now