Capitolo 11

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"È meglio accendere una candela che maledire il buio."

-Lao Tzu

~Conversazione anonima~

<<Sei sicuro che verrà?>>

<<Ne sono certo, non si perde neanche una gara.>>

<<Se le tue supposizioni sono sbagliate tutto il piano va a monte, te lo ricordi?>>

<<Si, e per questo ti assicuro che lei ci sarà.>>

<<Sarà meglio per te che tu abbia ragione.>>

Pov Sayah

Sono le undici passate e mi sto preparando per la gara.

Metto dei leggings di pelle neri per stare comoda, maglia nera aderente, una giacca di pelle lucida e degli stivali alti bikers.

Infilo due pistole nella giacca e nascondo due caricatori di ricambio con un pugnale negli stivali.

Raggiungo la macchina indisturbata, ma so che mio nonno ha occhi ovunque, e quindi c'è qualcuno che controlla i miei spostamenti.

Alex è in ufficio ad approfondire le mie ricerche, nonno non ho idea di dove sia.

Riesco a camminare senza stampelle zoppicando leggermente.

Il mio vestiario è in netto contrasto con la Ferrari FXX K giallo canarino che mi ha procurato John.

Salgo in auto dopo aver nascosto altre armi, e mi dirigo sul luogo dove si svolgerà la gara.

Arrivo appositamente in ritardo, per fare la classica entrata di scena, che mi sono sognata per molte notti.

Questa è la mia prima corsa dopo anni e sono eccitata più che mai.

È pieno di persone, e come mi ha detto John ci sono sei piloti me compresa, per il primo turno.

Dato che al mio occhio attento non sfugge nulla, seppur camuffate, riconosco subito appostate ovunque delle guardie pronte ad attaccare in caso fossi in pericolo.

Non posso biasimare il nonno per averlo fatto, per quanto mi dia fastidio.

Il mio sesto senso mi dice che stasera succederà qualcosa, come l'ultima volta.

Sono venuta apposta, per fare credere di esserci cascata in pieno, pensavano di fregarmi, ma non hanno ancora capito chi hanno davanti.

Ovviamente ho organizzato un piano per incastrarli, che spero vivamente funzioni.

Raggiungo la linea di partenza, affiancandomi ad una cazzo di Maserati, la Maserati, identica a quella di mio padre.

È un cazzo di scherzo?!
Dei brividi mi cospargono la pelle.

Scaccio via i ricordi e mi concentro sgomberando la mente.

Devo essere lucida per la gara.

L'auto al mio fianco ha tutti i vetri oscurati, suppongo sia il famoso campione anonimo di cui mi ha parlato John.

La folla si sposta dalla pista ed una ragazza mezza nuda si mette sulla linea di partenza, portando il megafono alla bocca.

<<Siete pronti?!>> Urla agli spettatori e loro rispondono carichi in coro, la ragazza si volta verso di noi.

<<E voi concorrenti, siete pronti?!!>> Accendiamo e facciamo ruggire i motori in risposta, aumentando le urla del pubblico.

<<Al mio tre!>>

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