Cambio di rotta

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-Sei stata particolarmente brava ieri sera.- Jack si poggiò contro la sua scrivania, sorridendo. -Non avevo dubbi comunque.- Aggiunse frettolosamente. Io mi guardai le punte dei piedi, imbarazzata. -Ho cercato di essere il più trasparente possibile, come mi avevi detto.-
-Siamo sulle prime pagine di ogni giornale.-
Alzai gli occhi. Deglutii. -Davvero?-
Lui annuì. -È normale. Lo scapolo più ambito di New York ormai è stato preso.- La curva del suo sorriso si ampliò. -E devo dirti che sono quasi felice di essere "occupato".-
La pelle mi pizzicò, come faceva soltanto in particolari occasioni. -Felice?-
-Sì, felice. Non mi dispiace avere una ragazza al mio fianco e tu sei veramente perfetta.-
Sgranai gli occhi. Da quando mi aveva chiesto di essere la sua fidanzata per finta, era cambiato. Da essere la rappresentazione dello stereotipo del capo freddo e meschino era passato all'uomo dolce e premuroso. -Ce-cerco di fare il mio meglio.-
-Alla fine penso che entrambi saremo soddisfatti di questa missione.-
Sghignazzai. -Sì, sembra proprio una missione.-
-Mi dispiace soltanto che le persone possano pensare a noi come al classico cliché del capo che se la fa con la segretaria. È abbastanza viscida come cosa.- Rifletté, giocherellando con una mia ciocca. Io feci per rispondere, ma qualcuno bussò alla porta. Jack scattò in piedi e si fiondò su di me. Prese il mio volto con due mani e mi stampò un bacio molto vicino alla bocca. Mi bloccai sul posto e lo fissai, confusa. Nella stanza calò uno strano silenzio e il rumore di un paio di passi mi fece rabbrividire.
Jack mi prese per mano e mi spostò accanto a sé, per poco non inciampai sui miei stessi passi. Due mocassini neri lucidi mi colpirono, le mie pupille risalirono lungo un paio di pantaloni eleganti blu scuro e un cappotto lungo e nero. Una camicia di seta, leggermente aperta sul petto faceva intravedere i suoi tatuaggi. Una collana con un crocifisso pendeva dal collo. Inspirai con estrema calma e incontrai il suo sguardo.
La sua mascella era serrata e la sua mano passò tra i capelli lunghi. Rivolse le sue iridi infuocate a Jack, guardandolo inviperito. -Ho interrotto qualcosa?- Pronunciò quelle parole come se fossero state le ultime da dire all'inferno.
Il mio capo esordì con una risata finta e mi lasciò la mano. -Avremo tempo in altre sedi per continuare.- Si girò verso di me, lasciandomi un bacio sulla fronte. Cercai di sforzare un sorriso, ma ero troppo in tensione. Adrian fece schioccare la lingua sul palato. Sembrava come infastidito, ma non mi serbò più di una veloce e disinteressata occhiata. -Se non ti dispiace, dovrei parlare di cose da adulti con il tuo fidanzato.- Disse, guardando davanti a sé. Mi morsi le labbra e anche la lingua, attenta a non rispondere in modo strano per evitare che Jack si insospettisse. -Certo. Vi lascio soli.- Gli passai accanto e fu come se il tempo si fosse fermato. La mia spalla sfiorò il suo braccio. E l'intenso profumo della sua colonia mi avvolse in un turbinio di emozioni e di ricordi. Immediatamente associai quel momento a quei pochi istanti che avevamo vissuto insieme anni prima, al tocco delle sue mani calde sul mio viso e la sfrontatezza, tipica del suo carattere.
Mi salirono le lacrime agli occhi, ma non gli diedi il tempo di accorgersene e camminai avanti, superandolo.
Lasciato alle spalle l'ufficio, mi ritrovai davanti Grace con le braccia conserte. -Il signor Turner fa affari con i criminali, adesso?-
Spalancai la bocca, stupita. Quindi anche lei conosceva Adrian, o meglio sapeva che tipo di persona fosse.
-Non lo so. Sono stata cacciata via proprio adesso.-
Lei sbuffò, ridendo. -Ovvio. Sanno chi è e chi non è abbastanza intelligente da ascoltare certi discorsi.-
Procedetti verso la mia scrivania, irritata. -Non mi sembra che anche tu sia lì dentro ad ascoltare.- Aprii il cassetto per prendere una chiavetta usb. Lei si mise davanti a me. Poggiò le mani sul ripiano di fronte e stampò un falso e sornione sorriso sulla sua faccia appena truccata. -Cosa sai del loro rapporto?-
Drizzai un sopracciglio. -Cosa te ne importa? Sei solo una segretaria.-
Distolse lo sguardo per mezzo secondo. -I Priest sono abbastanza famosi in città, li conoscono tutti.-
Deglutii. -T-tutti?-
Tirò su con il naso. -Sì, mandano avanti più di metà della criminalità di questa città. Ma dove vivi, scusa?-
Sgranai gli occhi, irrigidendomi. -Quindi sai che tipo è Adrian?-
-Sì.- Poi il suo sguardo divenne più indagatorio, le palpebre si socchiusero. -Come fai a sapere come si chiama?-
-Jack lo ha conosciuto alla festa di ieri, c'ero anche io.-
Lei annuì. -C'era una certa...uhm...Megan con lui?-
Improvvisamente il puzzle dentro alla mia testa cominciò ad avere senso. Mi ero completamente dimenticata della sua ragazza storica, Megan. Ero certa che ormai tra i due non ci fosse più nulla, da quando ero subentrata, per quel poco di tempo, io.
Scossi la testa. -No. Era accompagnato da una certa Rosie.-
Grace drizzò la schiena, sorridendo sotto ai baffi. -È la zia di Megan. Finge di essere fidanzata con lui per non apparire vecchia e sola.-
Aggrottai la fronte, la bocca secca. -Non mi è sembrata tanto vecchia.-
-Sola sì, però.- Controribatté in fretta.
Mi avvicinai con la testa. -E questa Megan è sempre nella sua vita?-
Grace fece un'espressione del tipo "ma in che parte di mondo vivi"?. -Pronto?! Si dovevano sposare circa tre anni fa. Poi è saltato tutto e adesso, evidentemente, ci stanno riprovando.-
Improvvisamente tutte le mie certezze crollarono. Sentii come un peso, un macigno colpirmi in pieno. -Ma non segui per niente il gossip? Adrian Priest non è uno qualunque.-
Annuii, mordicchiandomi le pellicine delle labbra.
-Non lo conosco proprio.- Mentii, guardando in basso. Lei scosse la testa. -Jack avrà molto da fare con lui. È esigente e ambizioso.-
Incrociai le mani tra di loro. -Sì?-
-Da quando è saltato il matrimonio, tre anni fa, non è più lo stesso. Ha preso il potere della sua famiglia e delle aziende e ha iniziato a spargere terrore in tutto il paese con i suoi affari loschi.-
Presi un bel respiro. Tutte quelle cose, quelle vicende...non le sapevo. Avevo volontariamente evitato qualsiasi tipo di notizia lo riguardasse, ogni volta che al telegiornale appariva il cognome Priest, cambiavo canale. Se sulla copertina di una magazine compariva un sua foto o una foto di suo fratello, mi affrettavo a gettarlo via. Avevo voluto tagliarmi fuori da tutto ciò che mi avrebbe ricordato quei mesi in quella meravigliosa villa. Avevo deciso di iniziare una nuova vita, di lasciarmi alle spalle una relazione che, in fin dei conti, esisteva soltanto nella mia testa. -Non credevo...fosse un tipo da matrimoni.-
Grace mi squadrò. -Non lo è infatti.-
-E come mai non si sono sposati alla fine?-
La mia collega si guardò intorno, sospetta. -Si dice che lui l'abbia tradita con un'altra...più volte.-
Il mio cuore iniziò a battere freneticamente, non riusciva a contenersi. Le orecchie mi fischiarono. -Ah sì? In effetti sembra proprio un donnaiolo.-
Lei risucchiò l'interno delle guance. -Sì. Ma girano voci che si fosse innamorato in realtà.- Ridusse il tono della voce. Sembrava dovesse confessarmi il segreto della vita.
Io scossi la testa. -Impossibile.-
Lei si ritrasse, scontrosa. -E tu che ne sai? Nemmeno lo conosci.-
Annuii, cercando di mantenermi calma. -Così. A intuito.-

Sotto un cielo pieno di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora