La solitudine

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                                  MARILYN

Sapevo che stavo sognando, perché Nina era li.
Eravamo sedute in una barca a remi, alla deriva, mentre ridevamo, cercando di recuperare un remo che galleggiava sempre più lontano.
Ma anche mentre ridevo, ammirando i suoi bellissimi occhi e il luccichio d'ebano della sua pelle, una parte di me provava dolore.
Non avevo visto o sentito Nina da quando era scomparsa dal Ballo di Yule.
Era rimasta ad aiutare per un po'. E poi era scappata via, senza nemmeno dire addio. Nel sogno, la barca a remi si è divisa in due.
Non si è riempita di acqua  è diventata semplicemente due barche separate.
Raggiunsi Nina attraverso l'acqua: "Prendi la mia mano!"
Lei distolse lo sguardo da me, ridendo ancora.
La sua barca si girò in modo da darmi le spalle.
"Nina! Nina, ti stai allontanando!"
Ma lei non si voltò indietro.
"Nina, ti prego! Non lasciarmi!"
Scavai le mie dita nel bordo della barca.
E senti delle lenzuola morbide e setose.
Un profumo di lavanda.
Il mio braccialetto d'argento premuto contro la carne del mio braccio.
Dove sono?
Tutto il mio corpo mi faceva male, come se ogni muscolo fosse stato teso fino al suo punto di rottura.
I miei occhi si aprirono.
Carta da parati bianca e rosa.
Che cos'è questo posto?
Mi guardai intorno.
Sharon Lowell era seduta sulla poltrona alla mia sinistra.
"Ciao Marilyn", disse. "Benvenuta al Lawrence Healer's Retreat".

                                       AYLA

Il giorno successivo, dopo gli eventi all'ospedale, tornai alla mia galleria. I campanelli della mia porta tintinnarono quando entrai. Chiusi la porta dietro di me.
Fuori, un piccolo gruppetto di giornalisti mi strillava addosso, guidati nientemeno che da Monica Birch, ma li ignorai.
Presto avrebbero avuto un aggiornamento ufficiale da Elijah.
Povero Elijah. Mi ero fermata nel suo ufficio prima di venire alla galleria. Sembrava stanco e sfinito, borbottando tra sé e sé sull'ipotetica posizione di Konstantin.
Sapevo che il mio compagno non si sarebbe fermato davanti a nulla per distruggere il vampyr, e mi dava immenso conforto sapere quanto stesse lavorando duramente.
Ma comunque, mi mancava.
Era la prima volta che andavo nel mio studio, dopo i disastrosi eventi del Ballo di Yule.
Tutto era in perfetto ordine, ma essere di nuovo in quello spazio mi faceva venire i brividi.
Konstantin e io avevamo trascorso parecchie ore insieme.
Avevo riso e chiacchierato con il vampyr, e per tutto il tempo aveva invaso la mente della mia amica.
E la mia. Ma almeno io ero riuscita a combatterlo.
Anche in modo sorprendente, pensai, ricordando l'incidente nella foresta dove avevo lanciato un albero contro il vampyr che mi attaccava.
Non avevo ancora idea di come avessi fatto. Se non fossi stata certa che era accaduto davvero, avrei pensato di aver immaginato tutto.
Ma Roxane non era stata così fortunata. Il vampyr l'aveva posseduta completamente.
Non potevo iniziare a immaginare cosa stesse passando.
Mi diressi verso il mio studio nella stanza sul retro, preparandomi a riconnettermi finalmente con me stessa attraverso l'arte.
Cosa avrei dipinto?
Qualcosa di rappresentativo? Roxane nel letto d'ospedale? Marilyn che lotta ner salvarla?
Marilyn...
Si era quasi sacrificata per salvare la vita della mia migliore amica. Avevamo sentito che era ancora viva all'Healer's Retreat in Kansas, ma non c'erano ancora notizie sulle sue condizioni.
Considerai l'idea di dipingere qualcosa di astratto come un modo per affrontare tutti questi sentimenti.
Ma quando entrai nel mio studio, tutti i pensieri riguardanti nuove opere d'arte si trasformarono immediatamente nel pensiero di Konstantin.
Il mio cuore martellava contro il mio sterno mentre l'immagine dei suoi occhi rossi che brillavano d'ambra bruciava nel mio cervello.
Ti toglierai mai veramente dalla mia testa?
Sarò mai veramente libera da te?
Sentii il mio respiro diventare affannoso, il mio petto stringersi.
Oh, Elijah. Vorrei che tu fossi qui.
Avevo quasi perso la battaglia per liberarmi da Konstantin.
Anche se gli avevo resistito, il costo era stato troppo alto.
Con alcuni respiri profondi, connessi il mio telefono al sistema audio e lo impostai su una musica rilassante.
Inspirando ed espirando con consapevolezza, misi una tela bianca sul cavalletto e mi sedetti sullo sgabello di legno che si trovava davanti.
Ma il mio cuore continuava a battere come un tamburo martellante.
Muovendomi velocemente, come se la fretta mi permettesse di superare la mia crescente angoscia, spremetti un po' di blu scuro su una tavolozza pulita.
Aggiunsi il cremisi e l'ambra bruciata e feci roteare il pennello nei colori, mescolandoli.
Cosa avrei dipinto?
La mia mente si sentiva bianca e vuota come la tela davanti a me.
Cosa stavo facendo qui?
La mia migliore amica era in ospedale a riprendersi da un attacco che l'aveva quasi uccisa.
La mia altra buona amica era in Kansas e stava lottando per sopravvivere dopo essersi quasi sacrificata per salvare Roxane.
E io stavo... mescolando la tempera.
Posai la tavolozza e mi alzai dallo sgabello.
Dovrei chiamare Elijah?
In quel momento, la vista del viso del mio compagno, la sensazione delle sue labbra contro le mie, era tutto ciò che desideravo al mondo.
Ma Elijah era occupato. A dare la caccia al vampyr che aveva iniziato tutto questo.
Non avevo bisogno di disturbarlo con i miei problemi.
Mi torcevo le mani e camminavo senza sosta nello studio.
Non riuscivo a respirare.
Quel posto puzzava di Konstantin.
Non letteralmente il vampyr era sempre stato attento a indossare la sua spilla magica quando eravamo insieme.
Ma lo studio che Elijah mi aveva dato come regalo di accoppiamento, dove avevo così tanti ricordi meravigliosi, ora sembrava... contaminato.
Impuro.
Come me.
I miei pensieri giravano.
Riprenditi, Ayla.
Mi costrinsi a smettere di camminare.
Lasciando perdere la terapia artistica, uscii dalla galleria attraverso la porta sul retro, volendo evitare i giornalisti che ancora aspettavano fuori.
Avevo bisogno di parlare con qualcuno, ma sicuramente non con loro.
Ma Elijah era occupato. Dovevo lasciarlo lavorare.
Il mio cuore batteva forte.
Smetti di dare di matto e pensa!
Hai molte persone al mondo che ti amano. Non escluderle come l'ultima volta.
Ayla: Hey, sei impegnata in questo momento?
Bella: ciao sorella, più o meno ho un appuntamento dal pediatra per Vanessa.
Ayla: spero vada bene, qualche iniezione?
Bella: sì🥺
Ayla: Oh povera piccola e povera mamma,🥺 tieni duro❤
Bella: ci provo... ma quando piange 😭
Ayla: andrà tutto bene vedrai, a presto ❤
Era ovvio che mia sorella fosse impegnata, aveva un neonato.
Con un sospiro tentai con Erica.
Ayla: ciao Erica, non credo che tu abbia del tempo libero oggi
Erica: mi dispiace no LOL, è un venerdì incasinato, abbiamo tutte le lezioni e poi dopo c'è una partita.
Ayla: Ah che peccato.
Erica: devo vendere i biglietti...
Ayla: si capisco
Erica: va tutto bene?
Ayla: Assolutamente 🥰 ciao.

Mia, forse le farebbe piacere se venissi con lei e le gemelle?

Ayla: hei Mia, com'è twinsville?
Mia: 💩🍼💩
Ayla: LOL , vuoi un pò di compagnia?
Mia: la mamma di Harry è appena arrivata, e mi lascerà fare un pisolino 😴 , scusa tesoro un'altra volta?
Ayla: Certo, ci sentiamo ❤

Nel vicolo scarsamente illuminato dietro il mio studio, mi accasciai contro il muro di mattoni grezzi.
A quanto pare sono sola.
                                    ROXANE

Le mie mani tremavano. Le nascosi sotto la coperta. Sto bene. Sto bene. Ripetevo questo mantra da quando mi ero svegliata.
Forse, se l'avessi detto abbastanza volte, sarebbe diventato vero.
La truccatrice si sedette sul bordo del letto d'ospedale e diede una ritoccata al mio fard.
Era la tarda mattinata di sabato. Mi stavo ancora riprendendo nella suite medica del Rifugio del Branco dopo che Marilyn mi aveva risvegliata il giorno prima.
Monica Birch, la reporter di Pack News, sollevò uno specchio e io guardai il mio riflesso.
Non male. Era riuscita a nascondere le ombre sotto i miei occhi.
Non sembrava affatto che mi stessi riprendendo dal coma.
Quando la giornalista si era presentata questa mattina e aveva proposto un'intervista esclusiva in prima serata con la "coraggiosa sopravvissuta all'attacco del vampyr che aveva affascinato il mondo", non riuscii a rifiutare.
Se fosse potuto venir fuori qualcosa di buono da questo incubo, ero determinata a trovarlo.
Questa potrebbe essere la mia grande occasione. Un colpo ai cuori e alle vite dei membri del Branco della Costa Orientale.
Monica mi aveva già detto quanto mi amavano.
E io stavo bene.
Assolutamente bene.
Prima lo mostrerò al mondo, meglio sarà.
Incrociai lo sguardo di Josh. Era appoggiato al muro, guardando i preparativi.
Mi aveva a malapena tolto gli occhi di dosso, da quando mi ero svegliata. Anche ora, l'intensità disperata del suo sguardo era sufficiente a far sussultare il mio cuore per la gioia.
Gli sorrisi e dissi: "Come sto?"
"Splendida", rispose lui, i suoi occhi blu scintillanti.
Il mio cuore si scaldò. Il solo guardare il mio compagno mi faceva sentire meglio.
Eravamo arrivati così vicini così vicini a perderci l'un l'altro .
A causa del vampyr. Perché Konstantin aveva succhiato il mio sangue e mi aveva posseduta, lasciandomi incapace di combatterlo per giorni.
Le lacrime minacciarono di salire, ma le respinsi. Non potevo mostrare debolezza.
"Voglio trovare il giusto equilibrio", dissi guardando Monica. "Voglio evocare... compassione, sai, per il calvario che ho appena passato. Ma anche forza".
La fronte di Josh si corrugò mentre ascoltava.
Sapevo che pensava che fosse troppo presto per concedere quest'intervista.
Non capisci, tesoro.
Sono quasi morta.
Non perderò altre occasioni come questa.
Tutta questa storia con Konstantin era stata un incubo terribile.
Ma avrei trovato un modo per trarre qualcosa di positivo da tutta questa storia.
Monica mi aveva preparato su cosa dire quando l'intervista sarebbe iniziata.
Avrebbe lasciato tutti a bocca aperta. E mi avrebbe catapultato nel mondo delle celebrità.
Anche se questo significava sacrificare alcune persone...

                                   MONICA

"Andrai alla grande", rassicurai Roxane mentre le telecamere si preparavano a riprendere. "Scusami un momento".
Uscii nel corridoio per sciogliere i miei capelli dallo chignon per la milionesima volta, riannodandoli ancora più stretti.
Guardai attraverso la porta, Roxane faceva qualche aggiustamento finale ai suoi capelli mentre la troupe televisiva finiva di prepararsi.
Non riuscivo a crederci. Un'esclusiva a tu per tu con la compagna del Beta. Non poteva esserci un'opportunità più perfetta.
Dopo quattro anni a Pack News, era giunto il momento.
Già me lo immaginavo. Monica Birch: Top Reporter per il Branco della Costa Orientale.
E se Elijah Norwood o la sua puttanella coi capelli rossi avessero provato a mettersi sulla mia strada, li avrei fatti fuori.
Guardai la compagna del Beta nel suo letto d'ospedale. Era così desiderosa di attenzione. Così desiderosa di essere amata.
Che cosa patetica.
Ma avevo la sensazione che Roxane Daniels fosse esattamente la persona a cui avevo bisogno di avvicinarmi in questo momento.
E ho sempre dato retta alle mie intuizioni.

La Vergine Del BrancoWhere stories live. Discover now