- 2: pioggia

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Una volta uscita da scuola cercai un posto dove aspettare mia mamma, dato che aveva appena cominciato a piovere.
La strada era vuota e non c'erano particolari rumori, l'unica cosa che sentivo erano le gocce d'acqua che cadevano rumorose sull'asfalto, scivolando anche sui miei vestiti.
La divisa scolastica che indossavo era quella estiva, non era adatta alle brutte giornata, inoltre non sembrava esserci alcun posto vicino dove ripararmi dalla pioggia.
Non avevo altra scelta, avrei dovuto aspettarla mettendomi la giacca e il cappuccio.
"Quando arriverà?"

Mi misi le cuffiette...
"Cazzo, adesso pure lo schermo del mio cellulare è bagnato. Vorrei solo tornare a casa e farmi una doccia calda, ho solo freddo in questo momento" sbuffai.

Mentre stavo decidendo quale playlist ascoltare sentii però che la pioggia non mi scivolava più sul corpo, nemmeno sul mio telefono, anche se intorno a me stava continuando a piovere.
Stranita guardai in alto e vidi un ombrello, poi mi girai a sinistra e vidi la sagoma di un ragazzo.

<<Kise?>>
"Che ci fa qua? Credevo fosse tornato a casa, invece era sempre qui, forse stava chiacchierando con qualche suo amico.. però mi ha colta alla sprovvista." pensai freneticamente.

<<Ho visto che eri tutta sola e senza ombrello, quindi eccomi qui>> sorrise lui.

Ero tutta fradicia ed i miei capelli che gocciolavano erano un disastro.
"Bene, mi faccio sempre riconoscere."

Solitamente mi preoccupavo molto del mio aspetto esteriore, questo perché non avrei voluto sembrare strana o brutta agli occhi degli altri come mi dicevano sempre alle medie. Solo a ripensarci mi venivano i brividi.

<<Ti prenderai il raffreddore se resti sotto alla pioggia>> provai a replicare ma lui non si spostò, restando vicino a me con l'ombrello teso nella mia direzione per ripararmi dalla pioggia.

<<Se è per questo anche tu, quindi non ti preoccupare per me, pensa a restare qua sotto>> mi rispose guardando avanti.
<<Aspetti che qualcuno ti venga a prendere?>>

<<Sì sto aspettando mia mamma, dovrebbe venire qua con una macchina grigia>> dissi timidamente.

Lo guardai.
La pioggia non sembrò disturbarlo affatto, anche se di tanto in tanto si spostava i capelli bagnati dagli occhi. Continuando a guardarlo mi resi conto che la sua pelle non aveva alcuna imperfezione, neanche una cicatrice o un brufolo.. lo invidiavo, avrei voluto anche io la pelle perfetta come la sua.
"Però le ragazze di questa mattina avevano davvero ragione, è davvero bello" pensai.

Distolsi lo sguardo da lui: quello che aveva fatto era stato un bel gesto, non mi era mai capitato che qualcuno fosse così gentile con me, eccetto mio fratello o Takao.

Takao riempiva le giornate a me e Shintaro, ci rallegrava con le sue battute e ci faceva divertire sempre.
Lo conoscevo da un anno, ma era diventato in pochissimo tempo uno dei miei migliori amici.
Mio fratello faceva sempre delle battutine dicendo che a lui piacevo, anche se sapevo che non era vero, purtroppo.
Già, a me piaceva ma il sentimento non era ricambiato. Gli rivelai i miei sentimenti questa estate, invano:

<<Lo avevo capito Haru-chan>> disse facendo un lieve sorriso.

Mi accarezzò la guancia delicatamente per qualche secondo, ma poi si fermò.

<<Però per me non è lo stesso. Sei una mia cara amica, non ho mai pensato a un qualcosa di più tra noi due... mi dispiace...>> disse poi, asciugandomi le lacrime che scendevano calde sulle mie guance.

<<Io amo un'altra persona...>> disse infine, staccandosi da me, senza rivelarmi chi fosse.

Dovevo aspettarmelo, ero rifiutata da tutto e da tutti.. nessuno si sarebbe mai innamorato di una ragazza come me.
Portavo gli occhiali, non avevo un fisico molto formoso, avevo delle cicatrici sul viso per via dell'acne che ho avuto alle medie, e caratterialmente ero così introversa da non parlare mai con nessuno... non avevo alcun amico su cui contare. Avevano ragione le mie compagne di squadra, ero uno schifo e non avevo possibilità di essere felice.

Learning to fly || Kise x OcWhere stories live. Discover now