Capitolo 22

1.9K 160 9
                                    

Mancavano 2 giorni al parto e io mi sentivo sempre più stanca e assetata. Passavo le giornate in camera e qualche volta scendevo in cucina per parlare con Aiciel. Lara e Dario avevano comprato le culle, i biberon e tanti panni per i bambini mentre Geremia e Stefan pittavano e arredavano la stanza. Erano le 8.00 di sera e Stefan già era in camera per farmi bere.

Stefan: come ti senti oggi?

Io: abbastanza bene.

Stefan: pronta per il parto?

Io: no.

Stefan: vedrai che non farà poi così male.

Il suo sangue aveva un sapore molto particolare e a me piaceva tantissimo. Non bevvi tanto quella sera perché sentivo come un rigetto quindi mi fermai dopo 5 sorsi.

Io: a che punto siete con la stanza?

Stefan: abbiamo quasi finito, bisogna solo montare l armadio.

Io: bene.

Stefan si alzò e uscì dalla stanza senza aggiungere altro. Forse aveva capito che non avevo tanta voglia di parlare. Mi alzai dal letto e mi avvicinai alla finestra, il cielo scuro e il vento che faceva muovere gli alberi davano un tocco di tetro al grande giardino. Delle mani mi scivolarono sulla pancia fino a circondarmi, e il profumo di vaniglia mi colse alla sprovvista poi che non lo avevo sentito entrare.

Geremia: perché hai paura?

Io: non lo so.

Geremia: sei preoccupata per il parto?

Io: un Po.

Geremia: Non devi, ci siamo io e Stefan.

Io: da quanto in qua parli bene di Stefan?

Geremia: da quando sono obbligato a tenerlo avanti agli occhi più tempo del dovuto.

Sorrisi. Geremia si sedette su una delle poltrone nere e mi guardò mentre mi stendevo sul letto. I suoi occhi erano diventati grigi e le sue labbra di strinsero in una linea sottile.

Geremia: non hai sete vero?

Io: no per niente.

Geremia: dove ti fa male?

Io: sotto lo stomaco, ma non è niente tra un Po passa.

Lui annuì. Notai che aveva rasato i capelli nei lati lasciandoli lunghi al centro, sistemati con la gelatina. Mi stesi su un fianco tirando le ginocchia verso il petto e una mano sotto la pancia.

Geremia: cos hai ?

Io: mi spinge, ma ti ho detto che non è niente.

Geremia: non è la prima volta?

Io: no.

Notai che si erano latte le 22.00 e che il sonno si faceva sentire. Chiusi gli occhi, e dopo una manciata di minuti sentii le labbra di Geremia stamparmi un bacio sulla fronte per poi uscire dalla stanza. Il sonno mi stava travolgendo e la mia mente iniziò a sognare prima ancora di dormire del tutto.

Io: Aaaaaaaaaah Cazzo!!!!!!!

Aiciel entrò in stanza correndo seguito dagli altri. Ero piegata in due dal dolore e la testa mi faceva un male cane.

Io: o Cristo Santo!!!!!!!!

Aiciel: cosa c è Kira????

Lucifero: sta per partorire!!

Mio padre era fermo sotto la soglia della porta elegante come sempre nel suo abito nero. Entrò in stanza e mi prese per mano. I miei occhi caddero nei suoi ormai lucidi.

Lucifero: Aiciel vai a prendere una sedia. Dario prendi tanti asciugamani. Lara prendile la mano, Stefan e Geremia riempite quattro biberon con il vostro sangue.

Tutti in torno si misero all'opera e quando vidi Aiciel sedersi a piedi del letto, sfilarmi le mutande e allargarmi le gambe gli sferrai un calcio in pieno volto.

Aiciel: ma che Cazzo Kira.

Io: ma cosa vuoi fare pervertito????

Aiciel: stai per partorire stupida, da dove li vuoi far uscire i bambini!!!!

Io: cosa???? No!!! Non sono pronta!!!!

Lucifero mi accarezzò i capelli e mi sorrise con dolcezza. I suoi occhi entrarono nei miei e io mi sentii stanca e sfinita.

Lucifero: piccola mia adesso devi spingere!

Io: ...ok!

Aiciel si sedette di nuovo al suo posto, Lara mi asciugava il sudore e Dario aspettava vicino a Aiciel con un asciugamano. "Stefan...". La porta si aprì e Stefan entrò in stanza con due biberon pieni di sangue, seguito da Geremia.

Stefan: sono qui Kira sono qui!!

Geremia: spingi piccola.

Il dolore mi stava uccidendo, e anche se spingevo non riuscivo a vedere nessun risultato. Aiciel continuava a dirmi di spingere e Stefan e Geremia erano fermi alle sue spalle a guardare la scena con occhi sbarrati. Spinsi più forte urlando e imprecando tutti i demoni che conoscevo mentre mio padre sorrideva divertito. Lara iniziò a piangere e quando la vidi non ci misi molto ad avere la sua stessa reazione. Dopo un altra spinta le mie orecchie furono invase dal pianto di un bambino.

Aiciel: non ti fermare Kira, continua a spingere.

Io: Aaaaaaaaah tiratelo fuori!!!!!

Dopo tre spinte tutto era finito. Mi sentivo stanca e sfinita, sudata dalla testa ai piedi e piena di dolori anche se per un vampiro provare dolore era impossibile quella volta avevo sentito dolore. Chiusi gli occhi cullata dalle urla dei miei piccoli demoni, e quando li sorchiusi per un secondo li vidi. Stefan e Geremia stringevano i bambini tra le braccia sorridendogli come due ebeti e dandogli il biberon, poi crollai.

La sveglia mi suonava nelle orecchie e io mi alzai a fatica dal letto. La stanza era sistemata e pulita e tutto in torno era al suo posto. Mi misi sotto la doccia e lascia scorrere via tutto il dolore e la stanchezza.
La casa era silenziosa e io scesi in cucina.

Stefan: ehi Mark guarda chi c è!!

Guardai verso i miei piedi e lo vidi. Un bambino dai capelli biondi e gli occhi azzurri mi stava fissando. In dosso aveva una vestaglia lunga e bianca con un fiocco rosso e stringeva una specie di pupazzo tra le mani.

Stefan: Avanti piccolo.

Stefan stava sorridendo mentre il bambino si avvinghiò alle mie gambe e mi allungò le braccia. Restai guardarlo senza muovere un muscolo mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.

Io: perché piangi???

Stefan: perché vuole essere preso in braccio dalla mamma.

Io: mamma?? Lui...oh mio...è bellissimo!!!!

Stefan: già.

Io: ma come fa ad essere così grande?

Stefan: è un demone Kira, cresce più veloce di una persona normale, e tu hai dormito per 3 giorni.

Io: 3 giorni???

Stefan: non è stato semplice per te, e hai perso molto sangue dopo il parto quindi abbiamo dovuto aspettare che tutto quello che hai perso si riformasse.

Io: ora capisco.

Lo tirai su e lo strinsi forte al petto. Il suo volto rotondo, i suoi occhi azzurri, i suoi capelli dorati e lisci. Era la fotocopia di Stefan, una fotocopia bellissima.

Io: dov è Geremia?

Stefan: è fuori con Lucio, vuoi vederlo?

Io: Si.

Stefan mi allungò la mano ed io la afferrai subito. Finalmente i miei bambini erano venuti al mondo.

La Prescelta. L'inizio di una battaglia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora