capitolo 19

1.8K 165 3
                                    

La sveglia stava suonando da quasi un minuto. La afferrai tra le mani e la gettai fuori dal balcone, gettai anche le coperte sul pavimento poiché mi portavano troppo calore e tolsi il pantalone. Mi stesi si schiena cercando di far cessare la tensione che sentivo nella pancia, ma senza successo. La porta si aprì in uno scatto e Aiciel mi mostrò la sveglia rotta. Teneva una mano tra i capelli e si massaggiava la testa.

Aiciel: ma sei stupida? Mi hai preso in piena testa!

Io: mi dispiace Aiciel.

Aiciel: ma perché l hai buttata scusa?

Io: mi dava fastidio il rumore.

Aiciel rimase in silenzio. I suoi occhi erano puntati sulla mia pancia più grande della sera prima. Lasciò la sveglia sulla cassettiera e si avvicinò. Il suo volto sorpreso mi strappò un lieve sorriso. La sua mano accarezzava la pelle della mia pancia e i suoi occhi scrutavano ogni singolo angolo.

Aiciel: waw!

Io: già. È più grande di ieri.

Aiciel: quanto tempo è?

Io: una settimana.

Aiciel era veramente stupito. Le sue mani fredde sulla mia pancia mi facevano il solletico, e notai che mi fecero passare la tensione. Chiusi gli occhi e Sospirai.

Io: a quanto pare tu gli piaci.

Aiciel: io? Perché?

Io: Non spingono più verso la pancia. Credo che riescano a capire il male e il bene.

Aiciel: sono perspicaci.

Io: come i papà!

Aiciel sorrise alla mia battuta. Si voltò e diede un casto bacio all'ombelico, si alzò e prese la sveglia ora mai rotta.

Aiciel: se oggi vuoi rimanere a letto va bene.

E poi uscì. L Aiciel premuroso e dolce mi piaceva, mi rendeva felice. Posai le mani sulla pancia e iniziai a tastare ogni parte.
"O mio Dio".
I miei occhi si gonfiarono di lacrime che uscirono dagli occhi in due secondi. Iniziai a sentire qualcosa spingere verso le mie mani, e subito mi resi conto che erano le piccole mani dei piccoli demoni che mi toccavano. Chiusi gli occhi e iniziai a fantasticare.
"Due bambini. Chi sa...magari uno avrai i colori di Stefan e un altro quelli di Geremia, o forse assomiglieranno a me."
L orologio a muro segnava le 9.45 di sera, e il mio stomaco iniziò a lamentarsi. Scesi dal letto e andai in cucina. Tutto in torno era silenzioso e i piatti erano stati già lavati. Presi un pezzo di carne e lo misi in un piatto,, lo ricoprii di sangue di cervo e iniziai a mangiare.

Stefan: ehi Kira.

Io: oh ciao.

Stefan si sedette sulla sedia difronte a me e iniziò a fissarmi. I suoi occhi blu erano chiari e assonnati, i Capelli biondi gli coprivano la fronte e il sorriso gli illuminava il volto.

Stefan: hai dormito tutto il giorno.

Io: lo so ma ero stanca.

Stefan: già. Senti ho saputo della visita si ieri notte.

Io: Aiciel?

Stefan: beh si. Perché non mi hai chiamato?

Io: perché non avevo bisogno di aiuto.

Stefan: ma nelle tue condizioni...

Io: nelle mie condizioni sono capace di staccare la testa a chiunque.

Stefan alzò lo sguardo al cielo e poi tornò su di me, che stavo divorando il pezzo di carne.

Stefan: mi fai vedere la pancia?

Io: cosa?

Stefan: dai sono l unico che non l ha ancora vista

Io: non l ha vista nessuno.

Stefan: sono entrati tutti un camera tua mentre tu dormivi, l hanno vista, ma io non sono entrato, non mi sembrava giusto.

"E hai fatto bene. " Mi alzai dalla sedia e mettendomi di profilo ingoiai l ultimo boccone di carne. I suoi occhi erano grandi e increduli.

Stefan: sembri incinta da quasi 7 mesi.

Io: già, ed solo 1 settimana e 2 giorni credo.

Stefan: ciò vuol dire che partorirai prima della battaglia?
Io: non lo so, e non ci voglio pensare, voglio solo andare a dormire.

Stefan: posso venire con te?

Le mani di Stefan accarezzavano la mia pancia ormai enorme mentre con il naso affondava nei miei capelli. Mi resi conto che era da tanto che non passavo del tempo con lui così mi girai e lo strinsi forte.

Stefan: cosa c è piccola.

Le lacrime mi rigavano il volto fino a fondersi con il cuscino color pesca. Il suo profumo era più leggero e non mi dava alcun fastidio.

Io: ho paura.

Stefan: di cosa?

Io: di quello che succederà. E se partorirò prima della battaglia come faccio?

Stefan: non combatti semplice. Senti Kira io non voglio che tu abbia preoccupazioni del genere. Anche se dubito non parteciperai alla battaglia abbiamo tuo padre dalla nostra parte, lui è capace di incenerire tutti con un solo sguardo. E comunque...

Avevo gli occhi colmi di lacrime e pesanti, la testa mi faceva male e le orecchie sentivano la dolce voce di Stefan sempre più lontana.

Stefan: ehi...ti sei addormentata?...dolce notte piccola mia, e anche a voi "angioletti".

La Prescelta. L'inizio di una battaglia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora