Fingere

1.8K 58 8
                                    

La scrivania puzzava ancora di nuovo e la sedia aveva ancora le rotelle incartate con la plastica. Mi accucciai per toglierle e mi venne spontaneo guardarmi nel riflesso delle gambe del piano. Mi schiaffeggiai mentalmente, dopo essermi accorta di non aver legato i capelli come il capo voleva. Mi rialzai, con le guance tutte rosse e beccai Grace a sorridere. Aveva tutta l'aria di essere perfida fino al midollo. -Qualcosa non va, Melahel?- Sghignazzò, passandosi due dita sulla sua perfetta coda di cavallo. Io le feci una smorfia di finto piacere e mi toccai i boccoli che mi ero fatta quella mattina, stupidamente. -No, Grace. Tutto perfetto.-
-Hai dato un'occhiata ai nuovi curriculum?- Disse, mettendosi al suo posto. La sua scrivania era del tutto asettica, c'era soltanto una foto del suo gatto e un paio di penne argentate. -Quali curriculum?-
Un altro perfido sorriso si mosse sulle sue labbra carnose. -Non hai letto l'e-mail del capo? L'ha inviata ieri sera alle undici e mezza.-
Sgranai gli occhi, bloccandomi sul posto. -E io dovrei controllare le mail a quell'ora?-
Grace sollevò le spalle. -Lavoriamo per Jack Michael Turner, non per il postino di quartiere.- Assottigliò i suoi occhi, ombreggiati da un paio di ciglia finte.
Strinsi la bocca e annuii. -Adesso l'ho capito.-
-Bene. Lui non sarà felice di sapere che non hai già adempiuto ad uno dei tuoi compiti.- Fece ondeggiare in aria la sua penna. -Pazienza. Soltanto io riesco a soddisfarlo e soltanto me terrà.- Le ultime parole furono leggermente terrorizzanti, ai limiti di un film horror. Mi venne la pelle d'oca al solo pensiero.
-Contenta tu.- Borbottai, mettendomi a sedere. Ma improvvisamente la porta dell'ufficio principale si spalancò e ne uscì fuori il capo. Portava un abito blu elettrico, stretto a evidenziare i suoi muscoli prosperosi. Sotto aveva una camicia bianca, sbottonata sul davanti. Tirò su l'aria e chiuse gli occhi. -Vaniglia e cocco.- Sussurrò.
-Come, signore?- Grace si era fatta avanti titubante.
-Chi indossa questo profumo magnifico?-
La mia collega arrossì, cercando di annusarsi. Vidi la sua faccia sconvolta e me ne compiacqui. -Io, capo. È una nuova fragranza in commercio, ma non ricordo il nome.-
Si leccò le labbra. -Con questo posso perdonarti il fatto di non aver letto la mia mail.-
-Ma lei come...-
-I muri sono sottili.- Lanciò una veloce occhiata a Grace, che stava letteralmente bruciando d'ira. -Grace, ti prego, non mostrare troppo il tuo odio nei suoi confronti.- La squadrò. -È così inelegante.- Girò sui tacchi e fece per ritornare indietro, dentro al suo ufficio.
-Ah. Melahel.- Girò la testa. -Vieni.- Mi fece segno di seguirlo.
Mi leccai le labbra, passando a fianco di Grace. Quest'ultima stava ribollendo di rabbia e invidia, si sentiva il suo odore di ira, mista a delusione, da metri.
Mi affrettai a seguirlo e chiusi la porta dietro di me. Facemmo qualche passo verso la sua grande scrivania e lo guardai sedersi, stravaccandosi, sulla sua poltrona in pregiata pelle. -Sei carina. Sei sveglia. Ti tengo d'occhio da un po'.- Cominciò. -Ho bisogno di alcuni favori.- Prese una piccola chiave e aprì un cassetto, tirandone fuori una sigaretta dorata. -Che tipo di favori?-
Con un accendino diede fuoco a quel bastoncino d'oro e chiuse gli occhi, poggiandovi sopra uno dei suoi pollici. -Dovresti sapere bene che sono uno degli scapoli più ambiti di New York.-
Annuii, anche se non mi interessavo molto di quel mondo. Il gossip non faceva per me e tanto meno per Freia, anche se qualche rivista ogni tanto la guardava. -Ecco, dalla prossima settimana verrano in visita da noi alcuni poteri forti dalla Cina e dall'Europa. Non posso mostrarmi solo in pubblico in loro presenza. I curriculum che...- Buttò fuori il fumo. -che vi ho mandato ieri sera erano di ragazze disposte ad essere le mie finte fidanzate per il prossimo mese. Ma nessuna mi ha colpito...-
Tossicchiai, a disagio. -Quindi?-
-Quindi ho pensato a te. Facciamola breve.-
Buttai giù la poca saliva che mi era rimasta. -A me?-
-Sì, a te. Sei perfetta. Una bella ragazza, vivi da sola, non hai un passato o una famiglia importante alle spalle eccetera, eccetera, eccetera.- Si schiarì la voce, portandosi in avanti con il busto. -Non voglio problemi. Non ho bisogno di casini e devo portare a termine degli affari importanti. Spero tu non abbia scheletri nell'armadio.- Rise alla fine. Io rimasi impassibile. Non avevo ancora ben realizzato cosa mi stesse chiedendo. -Si-signore...quindi cosa vuole che io faccia?-
Jack allargò le spalle e piegò il collo a destra e a sinistra. -Voglio che tu diventi la mia finta fidanzata dalla prossima settimana.-
Avevo capito bene allora. Non mi piacque quella situazione. Indietreggiai, insicura. -Non...non mi pare il caso.-
Sbuffò. -Cos'hai da perdere? Hai solo da guadagnare. Per ogni settimana passata con me avrai lo stipendio triplicato.- Sorrise. -So che ti servono soldi. E poi dovremo fare finta soltanto davanti agli altri. La sera tu tornerai nel tuo letto ed io nel mio.-
Quindi mi aveva assunta come nuova segretaria personale soltanto per farmi questa proposta.

Sotto un cielo pieno di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora