Mi ero buttata sotto le coperte del letto già diverse volte, ma quell'attività serviva a poco per confortarmi. Mi faceva sentire solo più isolata.
Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare. Qualcuno che capisse quest'ansia da separazione. Normalmente, quel qualcuno sarebbe stato Roxane, ma non avevamo più parlato dallo shopping per il vestito della cerimonia di accoppiamento di Mia.
Giocherellai con il mio telefono per diversi minuti, cercando di trovare il coraggio di mandare un messaggio a Roxane. Il mio lupo interiore stava facendo le capriole nella mia testa.
Fallo e basta, stronza.
Ayla: Hei, come stai?
Feci una pausa, guardai lo schermo. Passò un minuto, poi due. Sapevo di non poter fingere che non fosse sucesso nulla, come se non avessimo avuto il nostro primo più grande litigio. Ero certa che, se non mi fossi scusata ora, lei non avrebbe risposto.
E poi come avrei avuto indietro la mia amica.
Ayla: Roxx so che ultimamente non siamo in buoni rapporti, ma mi manchi... avrei voluto starti accanto mi dispiace davvero tanto; so che non ho il diritto di chiederti questo, ma stanno accadendo così tante cose tra me e Elijah, e io... ho davvero bisogno di un'amica in questo momento.
Lasciai cadere il telefono sul letto, tirandomi la coperta fin sopra agli occhi. Avevo messo tutto allo scoperto, ma una parte di me pensava che lei non avrebbe comunque risposto. Non c'ero stata per lei quando aveva davvero bisogno di me.
Ero stata troppo concentrata su me stessa per rendermi conto che aveva davvero bisogno di supporto. Quindi non mi era permesso di sentirmi sorpresa, risentita, ora che neanche lei era li per me. Proprio mentre me lo stavo ripetendo, sentii il mio telefono vibrare. Il cuore mi balzò fuori dal petto. Afferrai il cellulare e lo girai, osservando lo schermo illuminato.
Roxane: mi dispiace Ayla
Roxane: ho solo bisogno di un po' di spazio.
Sentii una sensazione di vuoto allo stomaco, come se fossi sulle montagne russe. Tutta la speranza che si era accumulata dentro di me era semplicemente... scoppiata, come un palloncino.
Sapevo che non potevo biasimarla. Non mi sarei mai permessa di farlo. Ma comunque, rendermi conto che ero stata io ad allontanarla... mi fece sentire ancora più isolata da tutto e tutti.
Era come se tutti intorno a me avessero avuto bisogno di spazio. Uno spazio lontano da me.
Guardai nell'angolo, dove tutti i miei attrezzi da pittura inutilizzati e i quadri mezzi finiti stavano raccogliendo polvere. Almeno il mio materiale artistico c'era, per me. Mi alzai dal letto, stesi una nuova tela e la misi su un cavalletto.
Se tutte queste emozioni mi agitavano, tanto valeva farne un buon uso. Era passato un po' di tempo da quando avevo iniziato un nuovo pezzo.
Non avevo idea di cosa sarebbe successo, ma almeno la pittura avrebbe fornito una distrazione temporanea e non mi avrebbe fatto pensare a quanto mi sentivo di merda.
Iniziai con il nero, che era adatto a come mi sentivo. Pennellate lunghe e ondulate.
Poi, un bianco cremoso. Morbido e delicato.
Viola, avevo bisogno del viola. Due cerchi. Pupille penetranti.
Infine, una cornice sottile e flessuosa sbiadita dalla luce della luna.
Feci un passo indietro. Avevo dipinto una donna. Una donna bella, ma triste. Aveva un aspetto stranamente familiare. Perché era così ossessionante? Sussultai quando me ne accorsi. Era la misteriosa donna del bosco.
Mi ero quasi dimenticata di lei, quindi perché ora mi stava fissando dalla mia tela? Una parte di me si chiedeva se fosse davvero reale. Forse la mia mente era così desiderosa di interconnessione che stava producendo allucinazioni che sembravano abbastanza reali perche il resto di me ci credesse.
Ma sapevo più di così. Lei era reale.
Potevo sentirla, non fisicamente, ma la sua energia. C'era qualcosa di unico in lei. Qualcosa che non avevo mai percepito prima.

                                    ELIJAH

Saltai sul tavolo della sala riunioni che al momento ospitava i membri del mio Branco. Camminai avanti e indietro guardando ognuno di loro negli occhi, affermando il mio dominio.
"Ascoltate tutti" ordinai. "Le cose stanno per cambiare da queste parti, a partire da adesso. L'unico vero Alfa sta arrivando, e ho bisogno che questo branco sia un fronte unito. Così forte che nessuna minaccia possa influenzarci. Capito?" Mi guardai intorno, osservando I volti solenni che mi rispondevano con un cenno del capo. "Questo branco avrà sempre tutta la mia attenzione, non dubitatene. Ma se non vi fidate delle mie decisioni, allora siamo tutti nei guai. Se qualcuno di voi non ritiene che la mia guida sia degna della vostra obbedienza", dissi indicando la porta, "quella è la vostra uscita".
Presi fiato mentre guardavo una faccia poi l'altra. Nessuno mosse un muscolo. Così continuai. "Se siamo divisi, siamo deboli. E se siamo deboli, allora qualcosa come la violazione del perimetro accadrà di nuovo. Non è una possibilità. Avete capito? Questo è il fottuto Alfa del Millennio. Se non possiamo proteggerlo, allora non siamo affatto un dannato branco", urlai con veemenza.
Mi avvicinai alla poltrona di Josh e mi abbassai,
in modo da accovacciarmi. Lo guardai dritto negli occhi. "Josh, mio Beta. Ho bisogno di sapere che sei completamente impegnato con il tuo Alfa. Che seguirai i miei ordini, senza fare domande".
Si guardò intorno, nella stanza, cercando di mantenere un'espressione neutra.
“Perché guardi loro? Io sono proprio qui" dissi, ringhiando.
"Sì, mio Alfa", disse lui, gli occhi finalmente bloccati nei miei. "Ho piena fiducia in te come capo branco. Ti seguirò". "Senza fare domande".
"Senza dubbio alcuno", fece eco lui.
“E il resto di voi?" chiesi, rimettendomi in piedi e guardando intorno al tavolo.
"Si, mio Alfa!" gridarono.
"Quale branco è il più forte da costa a costa?" urlai, sbattendo i piedi sul tavolo.
"Il branco della costa orientale", fecero eco, imitando il mio gesto.
"Cazzo, più forte!"
"IL BRANCO DELLA COSTA ORIENTALE!"
Il Branco ululò come i guerrieri che erano, e io sentii un'ondata di orgoglio che non provavo da mesi. Questa era la nostra casa, e l'avremmo protetta a costo delle nostre vite.
Il mio telefono comincio a vibrare e lo tirai fuori, con l'adrenalina che ancora mi pompava nelle vene.
Ayla:Un vero Alfa non avrebbe lasciato la sua donna da sola.
Dannazione. Ero ardente, circondato da pura energia alimentata dai lupi, pronto ad andare in battaglia. E lei era li, a mettere in dubbio la mia essenza di Alfa. A mettere in dubbio la mia mascolinità.
Non l'avrei permesso.
"Josh, come Beta, ti occuperai della sicurezza per il ballo di Yule. Te la senti?"
"Assolutamente. Assolutamente, Alfa", balbettò. Chiaramente non si aspettava una promozione dopo l'interrogatorio che gli avevo appena fatto.
"Hai preso l'iniziativa durante l'irruzione, e l'isolamento è stata una tua idea. Te la menti", dissi con un cenno del capo. Dovevo mantenere alto l'orgoglio dei soldati, pensai.
"Non ti deluderò", rispose lui.
"Non lo farai", risposi io. E con un ultimo cenno al resto del branco, uscii dalla sala riunioni a testa alta. In procinto di entrare in battaglia, una di tutt'altro tipo.

La Vergine Del BrancoWhere stories live. Discover now