Capitolo 4

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Charlotte rimase immobile per qualche istante. C'era una sola persona al mondo che la chiamava 'chérie', ma non poteva essere lì davvero. Spostò lo sguardo sbigottito su suo padre, che le rivolse un semplice sorriso e mosse le labbra per formare un silenzioso 'buon Natale, bambina mia'.

La ragazza deglutì a vuoto e guardò nuovamente il ragazzo fermo sulla porta. David Godfrey, il suo fidanzato, era davvero lì davanti a lei, con indosso una divisa pulita e un sorriso che raccontava del viaggio che aveva appena fatto. Charlotte non poteva crederci. Erano mesi ormai che era dall'altra parte del mondo, costretto a combattere in una guerra che non era la sua e con cui non voleva avere niente a che fare. Ed erano settimane che non riceveva sue notizie, che non sapeva se era vivo o morto, se si era dimenticato di lei o se stava lottando con tutte le sue forze per tornare tra le sue braccia.
In parte aveva anche paura che, una volta a casa, non sarebbero andati d'accordo. Aveva sentito che la guerra cambia le persone e spesso, chi ritornava, faceva fatica a riadattarsi alla vita quotidiana. Forse per chi era in marina, come David, era ancora più difficoltoso perché la vita in nave era drasticamente diversa da quella sulla terraferma. Guardare i suoi occhi verdi ora era diverso rispetto a prima che fosse partito. Erano passati solo cinque mesi ma quelli erano gli occhi di un uomo adulto. Ma in fondo, dietro le iridi e le pupille, era sempre David. Il suo David, il ragazzo che le portava una tazza di the e un dolcetto mentre studiava per l'ammissione a Oxford e che la stringeva al petto quando le sembrava di non essere abbastanza forte da sopportare il peso del suo mondo sulle spalle.

In un secondo qualcosa nel suo cervello scattò e capì tutto. Comprese che le volte che suo padre si era allontanato, in quei giorni, non era per lavoro. A meno che non fossero missioni segrete, in effetti, non cambiava stanza quando parlava al telefono. Lui non parlava con i suoi colleghi, ma con i vertici della Royal Marine. Era stato lui a tirare le corde, a promettere magari favori o far valere dei crediti che aveva nei loro confronti, per far tornare David. Per farle una sorpresa, vederla sorridere e tirarla fuori dalla nube nera che la stava avvolgendo. Così come poco prima, non era il lavoro ma probabilmente era lui che lo avvisava di essere quasi arrivato.
Avrebbe dovuto capirlo subito, non aveva la solita rigidità delle spalle quando aveva risposto. Era più rilassato e anche il suo modo di camminare non parlava di affari.

"Dave..." sussurrò pochi istanti prima di avvicinarsi piano a lui.

Alzò una mano per accarezzargli una guancia. Aveva quasi paura a toccarlo, come se con le dita lo avrebbe fatto sparire. Ma quando lui poggiò la mano sulla sua e le baciò il palmo, come era solito fare, lei non riuscì più a trattenere un minimo di decoro. Gli gettò le braccia attorno al collo e lo strinse forte, senza riuscire più a tenere le lacrime dietro le palpebre. Piangeva per la felicità, per la tensione di quegli ultimi mesi che si lavava via, per l'incredulità.
Le braccia forti di David si chiusero attorno alla sua vita ed era sicura che anche lui stava piangendo in quel momento. Si stringevano talmente forte che sembrava dovessero fondersi in un solo corpo e avessero paura che, se solo avessero lasciato andare un pochino la presa, l'altra persona sarebbe scomparsa.

Anche Mary non era riuscita a nascondere la sua commozione nel vedere quell'amore così giovane. Si dileguò quindi in cucina, accampando qualche scusa come 'forse è meglio se dia una mano alla signora Holmes'. John la guardò andare via, poi raggiunse Sherlock dall'altra parte del tavolo nello stesso momento in cui anche Mycroft si accomodava al fianco del fratello.

"Sei diventato sentimentale." commentò il minore, senza però staccare gli occhi dalla coppia. John si sentiva a disagio al posto suo: era un momento così intimo per i due giovani che rimanere a guardarli sembrava invadere la loro privacy. Gli sembrava di sbirciare in affari che non lo riguardavano e, dal canto suo, non avrebbe mai voluto che qualcuno lo facesse con lui.

Gabbia dorataWhere stories live. Discover now