Chapter 1: Mom's okay.

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«Hunt scappa, arriva Satana!» grida Harry, ma non fanno in tempo ad alzarsi che li prendo entrambi per le orecchie.
«Mamma mi fai male!» si lamenta Hunter, Harry sbuffa ripetutamente, mentre li porto di forza dentro casa nella loro camera.

«Femminuccia» Harry prende in giro Hunter, che subito stringe i pugni lungo i fianchi e si prepara per caricarlo dopo che li ho lasciati.
«Finitela!» tuono io e subito si rimettono in riga.
«Va bene, mamma, scusaci» abbassano la testa, e anche se io so che lo fanno solo per farmi pena, mi addolcisco subito.

«Avanti piccoli mostriciattoli prendete le valige che dobbiamo fare un lungo viaggio» sorrido loro, e poi esco dalla stanza.
«Mike! Sei pronto?» lo richiamo mentre lo raggiungo velocemente nella nostra stanza.

Però appena lo vedo con il telefono in mano e a scorrazzare nervoso in qua e di là capisco che c'è qualcosa che non va.
Lo guardo per alcuni minuti parlare di cose che non capisco e poi riattaccare il telefono.

«Mike va tutto bene?» gli chiedo, raggiungendolo e accarezzandogli piano il braccio, apprensiva.
«Mi dispiace amore ma non potrò venire al matrimonio, ho avuto un imprevisto al lavoro. Ma ti prometto che ti raggiungerò il prima possibile, va bene?» mi guarda negli occhi, e sembra così sincero che mi convinco ad annuire e a sorridergli comprensiva. Anche se sono un po' delusa dopotutto.

È da un po' che non facciamo una vacanza insieme, o in generale, che non passiamo del tempo insieme.
Pensa solo al lavoro, e quando stacca da esso al football. Certo non pretendo di essere la sua priorità sopra ogni cosa, anche perché è ovvio il motivo per cui sto con lui, ma almeno dovrebbe riuscire a sforzarsi per stare con i bambini.

Sentono la sua mancanza ogni giorno, e anche se io sono sempre in casa, la sua figura è davvero fondamentale per loro, almeno in questa fase della crescita. O così penso io.

«Si certo, Mike, non ti preoccupare»

Mi da un bacio sulla guancia, che non mi trasmette nulla, che sa di vuoto, che è stato fatto senza motivo. Velocemente raccoglie la sua valigetta e tutte le altre scartoffie in giro per la camera.
«Allora ci vediamo tra qualche giorno» senza nemmeno darmi il modo di salutarlo esce dalla camera e poco dopo sento la porta di casa spalancarsi e chiudersi.

Chiudo gli occhi, ferita, sentendomi trascurata.
Mi passo una mano tra i capelli e rimango ferma immobile in mezzo alla stanza, facendo sospiri profondi.

Volevo solo ritrovare l'amore che avevo perso.

Quattro piccole braccia mi circondano il busto, e forse quell'amore lo ritrovo nei ciuffi corvini ribelli e nei quattro occhioni smeraldo che mi stanno guardando dal basso.

Sorrido loro, grata della loro presenza.
«Tutto bene, mamma?» mi chiede Hunter, preoccupato. È sempre stato quello più empatico tra i due, trasmette tutto quello che prova ad ogni persona che gli sta accanto.
Invece Harry, ha sempre provato a nascondere ogni suo singolo stato d'animo.

Ma quando si tratta di me, anche lui vacilla.
Infatti ora mi sta guardando preoccupato, forse più del fratello.
«Tranquilli piccoli miei, la mamma sta bene» bugiarda, penso.

«Andiamo su, che sennò perdiamo il volo» li incito, a stento trattenendo le lacrime, e afferrando le valige che mi ero già preparata per poi uscire e entrare in macchina. Ho deciso di lasciare Wolf a casa, visto che so benissimo come reagisce ai voli in aereo. Infatti mi ricordo di come, appena scesi dall'aereo che avevo preso da Miami a Los Angeles aveva rimesso tutti i croccantini all'uscita dell'aeroporto. Meglio non rifare lo stesso errore, tanto so che con Marla, la nostra badante, sarà più che viziato e trattato bene.

||There is a caos inside us||Where stories live. Discover now