Capitolo 26

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Finita la cena, Hawks insiste per pagare per entrambi, e quando uscite lo ringrazi.

"Di niente" risponde lui, tranquillo.

"Allora, dove volevi portarmi?" domandi, stringendoti un po' nelle spalle per l'aria fredda, che ha iniziato ad avvolgere tutto, con l'arrivo della sera.

Il pennuto fa una faccia strana, che non riesci ad interpretare, ma che ti sa di un emozionato misto a spaventato. Possibile? Forse no, in effetti, ma non lo puoi sapere, perché maschera tutto con quello sguardo sicuro e divertito, come se ci fosse sempre impressa nella sua mente l'immagine di qualcosa che lo diverte estremamente.

Non ti risponde, ma ti affianca e ti prende per un fianco facendoti sussultare.

"Accetti di essere portata da un Hero?" ti domanda, senza guardarti, e quando fai un segno d'assenso prende il volo, sollevandoti così velocemente da farti prendere un infarto. Ti stringi a lui, e mentre vi librate in aria tra le correnti che ti mozzano il fiato e gli edifici che si restringono sotto di voi, stretta come sei al suo petto, non riesci a frenare un sorriso che ti invade le labbra, un sorriso sincero, di quelli belli, e se non fosse per il gelo che ti sta bruciando i polmoni scoppieresti a ridere per la gioia.

Non ti sentivi così da tanto.

Mentre lui vola, senza dirti niente, ti chiedi come sia possibile che fino a qualche ora fa lo disprezzassi, che ti infastidisse tutto di lui... Ma l'avevo guardato bene?

Sì, la verità è che l'hai guardato benissimo e te ne sei accorta proprio per questo: con te è sempre stato quello che sarebbe stato con tutte le altre ragazze che cadono ai suoi piedi, ma quando ti sei ritrovata ad aver bisogno di qualcosa si è fatto in quattro per aiutarti, e per cercare di capirti.

Ed è per questo che ora sei così contenta.

Atterrate sulla cima di un grattacielo, il vento soffia fortissimo, ma Hawks ti fa passare la sua giacca attorno alle spalle e ti circonda con le ali, così da proteggerti dal vento, mentre ti conduce sul bordo.

"Mi sa molto di scena del crimine, questa" scherzi, sorridendo, e non riesci a vedere la sua espressione ma sei sicura stia sorridendo anche lui.

"Non è questa la situazione, in realtà, ma se vuoi rimediamo subito" ti risponde, e non commenti quella sua affermazione.

Quando arrivate sul bordo, la vista è mozzafiato: Tokyo è sotto di voi, i suoi grattacieli ed i locali illuminati sembrano finti, le persone si muovono come formiche sotto di voi, le macchine sfrecciano velocissime, e sembra tutto così finto che ti viene la pelle d'oca.

"Questo, sai, è il mio nascondiglio segreto" ti dice l'Hero, senza guardarti "quando ho tempo libero dopo il giro di ronda vengo qui, perché è troppo in alto anche per le telecamere dei giornalisti indiscreti" mormora, quasi amareggiato.

"Ti tormentano sempre?" domandi, e fa una risatina di scherno.

"Non che mi dispiaccia: fare il mio lavoro vuol dire anche questo, ma... Qui posso stare in pace, ogni tanto" arricci il naso in maniera impercettibile: hai sempre visto gli Heroes come persone ossessionate dalla popolarità, forse in effetti però anche loro ogni tanto hanno bisogno di... staccare.

"Davvero stupendo, comunque" mormori, e lo vedi tremare con la coda dell'occhio, così decidi di ridargli il suo giubbotto.

"Ma no, tienilo, io sto bene" ti rassicura lui quando ti vede togliertelo, ma scuoti il capo.

"Non esiste, stai tremando, e poi tramite il mio quirk io posso riscaldarmi" Hawks alza un sopracciglio "sfrutto l'omeostasi: il mio quirk è legato al mio corpo, se ho freddo posso... riscaldarmi, sto bene davvero" spieghi: non hai voglia di parlargli nello specifico delle reazioni chimiche che portano il tuo quirk ad uno stato d'incoscienza istintiva, che ti fa riscaldare il sangue e di conseguenza il resto del corpo, quindi ti limiti a metterla così.

Poco convinto, il pollo accetta di riprendere il suo giubbotto, e lo vedi fare una faccia di sollievo quando se lo rinfila ed affonda le mani nelle tasche.

Tsk, cretino.

Ti stringi nelle spalle e ti avvicini a lui, guardando la città sotto di voi.

"Ti capita mai di sentirti... Piccola?" ti chiede, ed alzi lo sguardo verso di lui con fare abbastanza perplesso. Ma che ha? Sta bene?

"Cosa intendi?"

"Insignificante, piccolo, incapace di cambiare il mondo" le parole gli escono amare, e mentre pian paino capisci cosa intende, un nodo ti sale alla gola.

"Ed a te?" domandi piano, avvicinandoti ancora di più a lui.

Non ti risponde, eppure senti la risposta rimbombarti nelle orecchie. Sì, la risposta è sì.

Gli circondi istintivamente il busto con le braccia e ti stringi a lui, cogliendolo visibilmente alla sprovvista. Affondi la faccia nella sua giacca e lo stringi, senza dire niente. Senti le tue guance andare a fuoco ed il suo corpo irrigidirsi all'istante, ma scuoti il capo contro il suo petto e ti salgono le lacrime.

"Non è così" esclami, quasi, mentre senti le sue mani che lentamente ti si posano sulla schiena ed il suo corpo che si scioglie.

Tu lo sai cosa vuol dire, sentirsi impotenti, lo sai cosa vuol dire sentire di non farcela, sai cosa vuol dire vedere i tuoi genitori morire uccisi da una forza che non riesci a sovrastare, sai cosa vuol dire non avere la forza neanche per piangere, sai cosa vuol dire sentirti inerme davanti alle vicende della vita... Andare a vivere dallo zio, poi vederlo morire, avere come unico appoggio te stessa, vedere le persone attorno a te crollare e non poter fare nulla... Anche per questo motivo fai quello che fai: non sei un Hero, perché un Hero dovrebbe aiutare tutti e tu sai di non poterlo fare, ma sei l'appoggio di cui hanno bisogno le persone che ti contattano.

Ma non puoi pensare che lui si ritrovi a sentirsi così.

"Non è... Non è così" mormori ancora, ora le sue braccia ti si sono posate tutte sulla schiena, e ti stringono a lui.

"Va bene" ti risponde, il tono di voce rassicurante "non volevo farti agitare, scusami" la sua voce è calda, eppure ti trafigge come una scheggia gelata: hai fatto la figura della stupida?

"Scusa, io..." provi a dire, staccandoti da quell'abbraccio, e lui scoppia a ridere. Ti senti una deficiente, e ti siedi con aria sconsolata sul bordo dell'edificio, cosciente del fatto che se dovessi cadere non sarebbe un problema.

Hai la faccia in fiamme, e quando anche lui si siede vicino a te volgi lo sguardo dall'altra parte.

"Ti ringrazio, t/n" ti dice poi lui, sorridendo mentre guarda davanti a sé "sì, sai, mi sentivo un po'... In colpa, dopo che mi hai raccontato dei tuoi. Il ruolo degli He- Di quelli come me sarebbe salvare tutti, eppure... Non sempre ci riusciamo e..." cala un'ombra scura sulla sua faccia, che però sparisce un istante dopo "ma mi hai rassicurato, grazie".

Sorridi e ti stringi nelle spalle.

Non riesci a dire "prego", così ti limiti a guardarlo e sorridergli.

Guardi l'orologio ed è tardi, così a malincuore gli chiedi di riportarti a casa. Hawks obbedisce, e dopo averti depositata direttamente in camera tua, entrando dalla finestra da cui siete usciti qualche ora fa, ti lascia un veloce bacio sulla mano.

"Spero di vederti presto, t/n"

Opzione due: gli chiedi di rimanere con te, vai al capitolo 35

Opzione tre: vedi cosa fa lui, vai al capitolo 37

Hawks x reader || librogameWhere stories live. Discover now