legame

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Tornai all'Avengers Tower insieme al mio amico Spider-man.
-ottimo lavoro-
mi Disse dandomi una pacca sulla spalla, la verità era che non avevo fatto granché.
-grazie-
Risposi in un misero mormorio che testimoniata la mia scarsa convinzione al suo commento.

Pepper potts era rientrata con noi, ci chiese di fermarsi un attimo nella zona comune della torre, le porte dell'ascensore si aprirono sfoggiando il gigantesco salotto rossiccio.
Alcuni avengers erano raggruppati lì, assorti in chiacchierate sui divani o le poltrone.
Clint scherzava con banner vicino al tavolo bar.
Su un divano il vecchio cap ascoltava la musica con un tipo allampanato, non lo avevo mai visto.
-quello è stan lord-
Mi sussurrò peter all'orecchio.
-è un tipo strambo, meglio stargli alla larga-

Su una scaletta che portava ad una zona rialzata c'erano Ant-Man, una ragazza mora e un' altra strana coppia, decisamente non aliena.
-gia tornati di ritorno dalla vostra eroica impresa?-
Esclamò Thor, figlio di Odino.
Si era rimesso in forma ed era enorme, annuì solamente con la testa, non ebbi la forza di rispondere.
-si, siamo tornati, c'è stata una pioggia di piombo, avrebbe fatto comodo qualcuno dei suoi fulmini, signor Thor-
Mi resi conto che spider-man gli aveva parlato con un certo timore rivelenziale.

Mi resi conto che lui si trovava in imbarazzo quanto me nello stare a stretto contatto con tutti quegli eroi o perlomeno i più famosi.
Peter era un ragazzo con la testa sulle spalle, non se la era montato facendosi tanti ideali, credendo uno spaccone e facendo lo sbruffone con tutti, era veramente un esempio.
Mi accorsi di stare fissando, quando incrociò il mio sguardo, così imbarazzato guardai altrove.

-ragazzi volete da bere?-
Chiese Doctor strange avvicinandosi anche lui a noi.
Sorreggeva una tazzina da caffè e ipotizzati che avesse provveduto lui a trovare un enorme boccale di birra per il figlio di Odino.
Non riuscivo a credere che mi trovassi proprio lì, accanto a quelle leggende.
-se ordinate la cena restiamo per la serata-
Propose Peter divertito.
-devo darmi una lavata-
Guardai la mia camicia insudiciata per lo scontro e decisi di seguire il suo esempio.

-sei stato fenomenale prima-
Gli dissi di punto in bianco nella scatola di ferro che saliva verso il nostro piano.
Pensai che non ci fosse nulla di male nel fare un po' di conversazione.
-grazie, anche tu-
Pareva sincero.
Il silenzio ricadde e fui nuovamente preda di quel disagio silenzioso che mi artigliava lo stomaco.
-mi spiace... saresti potuto essere spider-man, libero di fare ciò che vuoi e ora sei tra i ranghi dello shiled-
Scosse la testa energicamente.
-ascolta è stata la conseguenza delle mie azioni, non devi sentirti in colpa ok? E poi non si sta così male, ci adatteremo-

Annuì, le sue parole mi avevano rassicirato.
-beh si essere un agente non è poi così terribile-
Le porte si aprirono e ci avvicinammo alle porte, ma non entrò nella sua camera.
-non ti piace essere un agente?-
Non sapevo cosa rispondere lì su due piedi, ne ero grato, ma ripensai al costume.
-prefersici essere un avengers eh?-
Sollevai lo sguardo verso il suo volto.
-stavi pensando al costume non è vero?-
Il suo volto era sorridente, aveva colpito il segno.
-già,  sarebbe divertente essere spider-boy-
Fece una piccola smorfia.
-è spider-man-
Precisò
-beh si, quello sei tu... io potrei essere spider-boy-
Dissi incerto.

Peter rise.
Non è detto che non accadrà, diamo il massimo col lo shiled, aquisiamo il più possibile e guadagnamoci carta bianca.
Il nostro era un tacito accordo, mi sembrò un ottimo piano.
Ognuno entrò nelle sue stanze e si diede una lavata.

Ero sotto la doccia volevo solamente riposare, ma numerosi pensieri mi assalirono la mente, come uno sciame di api.
Ero un agente dello shield, avrei collaborato con spider-man, c'era la possibilità che avrei indossato il costume e lo avrei affiancato nelle sue missioni, la camera era vuota dovevo arredarla, quella sera avrei cenato insieme agli Avnegers e ... accidenti.
Non avevo niente da mettere.
Avevo solamente un cambio che mi aveva prestato Peter.

Uscì dal box doccia e mi avvolsi in un accappatoio bianco latte.
Per fortuna nel bagno c'era qualche accessorio, come asciugamani e tappetini, avrei dovuto fare un po' di spesa il giorno seguente.
Mi rivestì con quegli unici panni che avevo.

Non c'era molto da fare nella mia camera, così con la semplice t-shirt grigia con il logo della NASA e dei pantaloncini da basket uscì.
Attesi con la schiena appoggiata al muro che peter uscisse dalla sua camera.
Ero fortunato che spider-man fosse così giovane o mi sarei sentito talmente fuori luogo che se non fosse stato per le missioni sarei sempre rimasto chiuso nella mia camera vuota.

Con un fruscio la porta della camera di Peter si aprirono.
-oh già qui?-
-ehm si...-
Avrei aggiunti un "ti aspettavo, ma non mi sembrava il caso"
Notai che fissava il mio abbigliamento e mi agitatai un po, spostando il peso da un piede all'altro.
-oh beh si, non ho altri vestiti, perciò... domani andrò a comprali, poi questi li lavo e te li riporto.
Scosse la testa.
-non è per questo che ti fissavo... entra dai ti presto qualcosa di meglio.
Che figura...
-no, no, lascia non fa niente-
Mi affrettai a precisare, ma era già entrato in camera entrai e mi volò addosso una camicia blu notte e dei pantaloni dello stesso colore, lui indossava una polo rossa e dei ptaloni marroni con una bada dello stesso colore della polo.

-scusa ancora il disturbo-
Ancora una volta Rispose che non c'era problema, ma decisi che avrei preso le distanze, così da non dipendere costantemente da lui.

Tornammo alla sala della festa, gli agenti erano arrivati con le pizze.
-mi raccomando ragazzo, non bere troppo-
Abbozzò il direttore Coulson a mo di battuta, feci un sorrisetto cordiale.
Gli agenti se ne andarono avrebbero passato la serata altrove, pensai che non ci fosse male ad essere uno di loro.

Mi misi in disparte per prendere la pizza che restava, avrei rispettato il mio grado e non sarei certo passato avanti a qualcuno, mi portai dinanzi alla vetrata ad osservare la città dall'alto era il crepuscolo il mio momento preferito della giornata, dove in brevissimo tempo il cielo assumeva svariate tonalità di colore differenti.
-ciao Matt-
Rabbrividì per la sorpresa di sentirmi chiamare per nome.
Mi voltai teso e trovai Pepper Potts in un tailleur blu chiaro, come la sua armatura.
-oh salve-
La Salutai, cercando di ricompormi.
-dammi pure del tu-
Si affrettò a dirlo, come se fosse importante, ma aveva incavolato la conversazione per un argomento differente dalle presentazioni.
-dimmi, come ti trovi qui?-
La osservai un po' restando in silenzio per secondo infiniti alla ricerca di qualcosa da dire.
-onestamente?-
Domandai incerto
-onestamente-
Ripetè lei in tono cordiale.
-fuori luogo-

Pepper incrociò le braccia si si appoggiò con una spalla alla vetrata, mi guardava con sguardo materno.
-è difficile?-
Mi strinsi nelle spalle.
-beh qui ci sono persone straordinarie e io mi sento come un abusivo, non ho fatto nulla per meritare di stare qui-
La vidi spostare lo sguardo sulla folla.
-peter con questi poteri è straordinario, ma tutto è amplificato dal suo carattere, ogni singolo individuo in questa sala non sarebbe nessuno senza il suo animo e tu... beh sei un bravo Ragazzo Matt e sei molto forte, mentalmente intendo-
-grazie-
Risposi in un sospiro.
-Peter deve prendersi le sue responsabilità e garantire per te, ma la verità è che un ragazzo della sua età qui farebbe comodo, aveva una ragazza ma quando la sua identità è stata rivelata la famiglia si è trasferita e i suoi amici lo guardano con diffidenza, ancora credendo che abbia... fatto del male a misteryo-
-pensavo di dover lasciarlo tranquillo-

-dai vai a mangiare qualcosa-
E con quell'ultima frase mi congedò.
Mi portai un carine di pizza e lo appoggiai sul bancone del bar dove non c'era nessuno e magiai in silenzio.
Poi partì la musica.
Che idiota, mi dissi non avevo nemmeno chiesto a Pepper come stesse o se avesse bisogno d'aiuto, doveva occuparsi della statk industrees, degli avengers e della sua bambina,agari potevo fare qualcosa per aiutarla.

-coca e malibù?-
Una voce femminile parlò vicino a me.
Alzai la testa e I miei pensieri si dissolsero come in una nube di vapore.
-si, due-
Accanto a me Peter aveva ordinato da bere.
Natasha passò dietro il bancone indossava una camicetta bianca ed una gonna nera.
-tranquillo offro io-
Peter mi diede una gomitata sul braccio e ridacchiò.
Posai il cartone orami vuoto e presi il bicchiere.
-grazie-

-Peter, Peter-
Una vocina chiamava il suo nome e Morgan apparve.
Il mio amico mi lanciò uno sguardo dipplichevole, sperava che gli dissi il cambio ed ero ben contento di farlo.

Spider-Boy Where stories live. Discover now