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Autore:
Non ho assolutamente nulla contro i fumetti e nulla contro L'MCU, ma salvare gamora per far morire Natasha Assolutamente no.
Quindi svierò leggermente la trama.
Preparatevi al primo ed unico capitolo dal punto di vista di Nat...
Natasha e Claint vanno a riprendere la gemma dell'anima:

Le Nuove tute degli Avengers ci condussero in un mondo sconosciuto.
Il cielo raffigiarga l'intero universo, si vedevano pianeti, asteroidi stelle e costellazioni sospesi in un bagliore roseo.
Il terreno sotto di noi era di pietra dura e sconnessa, ci trovavavamo sul crinale di una montagna.

Non percorremmo molta strada che scorgemmo un umbra scura alleggiare ntra i cumuli rocciosi.
Feci cenni a Clint che c'era qualcosa poco più avanti.
Rammentammo il passo e ci avviciniamo con passo cauto.

Alla fine trovammo qualcuno.
La figura era racchiusa in una tunica nera e chi la indossava fluttuava nell'aria.
Appena fummo dinanzi alla figura incappucciata ella si mosse alzando lo sguardo e mostrò il suo volto, rimuovendo il cappuccio scuro.

Lo riconuqui subito, era teschio rosso.
Era difficile sbagliarsi quando si incontra qualcuno con un evidente cranio rosso porpora, ma dai racconti di Steve avevo intuito si trattasse di lui.
D'altronde mi ero sempre chiesta dove il tesserat avesse mai potuto condurlo.

Teschio Rosso guardandomi parlò.
<<Natasha romanoff, figlia di Ivan>>
Rimasi come paralizzata, come faceva a conoscermi?
Le domande cominciavano ad alleggiare nella mia mente e vorticando nel turbinio caotico della confusione.

Aveva rivolto il suo saluto al anche a Clint, ma non stavo ascoltando, vidi solamente il suo volto terrorizzato.
Precepivo un formicolio diffondersi per tutto il mio corpo.
Sapevo bene quanto fosse importante restare calmi e mantenere la mente lucida, ma quella situazione era tutt'altra storia, rispetto a quel che ero abituata.

Avevo appena viaggiato nello stato quantico, ero tornata dentro nel tempo e avevo camminato sulla superficie di un altro pianeta.
Sono potevo lasciarmi sopraffare, dovevo ritrovare il controllo.

Mi isolai dall'ambiente estero sempre più confusionale e mi concentrati solo su me stessa.
Le spalle si abbassarono, il mio corpo si rilassò, il colpetto sancrato bianco e rosso era bellissimo e mi ricordava che facevo parete degli Avengers e ciò significava che avevo una missione da adempiere.

<<Siamo qui per la gemma dell'anima>>
Dissi sicura di me e con voce estremamente calma e ferma.
Teschio rosso ci rivolse un sorriso scarno.
<<Oh non è così semplice, per ricevere la gemma bisogna dossifare una determinata condizione>>
Parlava con tono mellifluo, la voce perva distante, anche se fluttuava a pochi metri da noi
<<Per ricevere la gemma boshna sacrificare cosa più si ama>>
Continuò macabro.
<<Un' anima per un' anima>>

Restammo miti per una quantità di tempo indefinita, non sapevo cosa dire o cosa pensare... Per la prima volta mi sentii con le spalle al muro.
Clinti ruppe il silenzio assordante.
<<Non è possibile, non può essere vero, ci sta prendendo in giro, come possiamo fidarci di lui>>

Guardai il mio amico, l'agente Barton, da giovani ne avevamo passate tante insieme, sotto la guida di Philipe Colson, il nostro Agente supervisore... Almeno uno di noi lo avrebbe rincontrto.
Non potei fare a meno di pensare:
"mi spiace Clint, ma dovrai aspettare ancora un po' prima di rivedere Colson"

Non potevo permettere che si dacroficasse lui.
Aveva una famiglia, la moglie e i sui tre bellissimi bambini, averli persi a causa del blip lo aveva distrutto, era diventato ciò che nessuno crede possibile, un omicida.
Aveva cercato criminali e persone malvage su cui sfogare il suo dolore, non lo giustificavo però sapevo cha necessitava di aiuto.

Spider-Boy Where stories live. Discover now