CAPITOLO V: Piædinə

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Disclaimer: non mi piace la rucola e nemmeno i piedi.

Il tragitto dal bar alla stanza di Nigella sembra lunghissimo, complice l'ansia di perdermi, l'ansia da prestazione e il fatto che alla fine mi perdo per davvero. Quando (finalmente) raggiungo la suite busso, trattenendomi dal picchiettare i classici motivetti poco sensuali. Per mezzo secondo mi viene l'idea di provare con you can leave your heart on, ma la porta si apre prima che possa cedere alla tentazione.

Wo-

Sono così ammaliata che non mi esce l'ultima w.

"Sorry I kept you waiting..."

Se la guardassi in faccia noterei che è palesemente compiaciuta di avermi kept waiting. Nigella indossa una camicia da notte di seta nera, con le spalline sottili. Ha un'aria molto precaria, vorrei sollevarla dai suoi incarichi.

Riporto faticosamente lo sguardo dal suo corpo, alle sue labbra, ai suoi occhi.

Inspiro.

No vabbè!

C'è un profumino pazzesco, di pane tipo.

Fa un passo verso di me.

"Are you hungry?"

Deglutisco, annuisco, si avvicina. Sento il respiro sul collo e le labbra sul lobo:

"I'm making some... piadinas."

E se posso permettermi una digressione: Dante era proprio una punsy. Sempre a svenire per un pezzo di Virgilio e io invece? Di fronte a un'offerta del genere? In piedi, come una roccia con le ginocchia un po' molli.

Nigella svanisce nella cucina della suite e io ho il tempo di darci un'occhiata: me ne sbatto il cazzo. C'è solo una cosa che voglio guardare. La raggiungo e ok, forse sono due:

QUELLA PIADUAINNNN

Devo mantenere la calma. Mi siedo senza chiedere il permesso mentre Nigella - ai fornelli - mi dà le spalle.

"It's just like in your show."

Per gli ignoranti: a fine episodio la Ny fa sempre 10kg di spuntino di mezzanotte.

"You mean me leisurely seducing an insolent young girl and making her beg for forgiveness?"

Rido.

"I'm sorry I didn't write you back. I would have. Immediately. But I couldn't find..."

Si volta: padella in mano (mi sa che è pronto) e poi quello sguardo.

"... But if you wish to seduce me and make me beg ..."

Le scappa un sorriso, mi piace quando succede.

"Leisurely" precisa.

Finisce di impiattare e si siede dall'altro capo del bancone. Le nostre gambe quasi si toccano. Mi allunga metà piadina e io mi perdo nei suoi dettagli: crudo, STRACCIATELLA, rucola, lambiti da un sottile strato di marmellata *inspiro* senapata. L'impasto croccante, l'aroma panoso... Senza accorgermene ci pianto i denti.

Le briciole schizzano ovunque mentre gli umori mi gocciolano in gola e sul mento. La lingua si fa strada tra delicate pareti di stracciatella anelando il sapore salato del prosciutto. Gemo. La senape mi pizzica la guance e la rucola, beh di quella avrei anche fatto a meno. Raggiunta la fine della piadina capisco che devo ricompormi. Sollevo lo sguardo sommessamente.

Nigella ha già finito e devo ammettere che è davvero sexy questa cosa di lei. Non nel senso che si abbotta, ma che si abbandona. Tipo agli istinti e alla fame, anche se a giudicare da come mi guarda non sembra poi così sazia. Io invece ho le fughe di gas dal cervello. Evaporo in 10k pensieri e galleggio sopra la realtà. Tipo ora. Per fortuna che ci sono gli occhi della Ny a risucchiarmi. Mi dissolvo nelle sue pupille, all'erta come quando da bambino aspetti che la mamma ti faccia il solletico (una metafora che non é molto efficace a descrivere come mi sento ora, ma che i miei mommy issues li coglie benissimo).

Il solletico intanto arriva. Sotto il bancone, col piede.

Io: brinata.

Il piede sale. L'attenzione scende.

Nigella mi osserva consapevole.

Arriva fino al ginocchio poi spinge di lato aprendomi le gambe. Cazzo. Vorrei lasciarmi andare, ma non posso. Il suo sguardo mi sfida. È fisso nei miei occhi, ma è come se scorresse sulla mia pelle. Come se mi toccasse e la sentisse: l'impercettibile spinta dei fianchi, i muscoli contratti e poi rilassati, sciolti al punto da gocciolare.  Entra dentro di me e mi riempie senza lasciare spazio a nient'altro. Lo sguardo. Il piede invece sale fino ad accarezzarmi la coscia. Socchiudo le palpebre. Scosta anche l'altra gamba. Le riapro a fatica.

"Look at you, you didn't even finish your piadina... maybe you want something to drink?"

È così compiaciuta. La sbircio, ma ho lo sguardo appannato. Continua a farmi piedino.

"No" sospiro. Non voglio che smetta.

Nigella smette.

Cazzo.

Mi rimprovera: "That's a bit rude, don't you think?"

Scivolo sulla sedia spingendomi verso di lei. Rude sarai te, ma ci metto un attimo a rispondere.

"I mean - "

Mi sfiora.

Ancora un attimo.

"No, thank you."

Sorride.

"Well, too bad I'm so terribly thirsty" e se ne va come se niente fosse.

Recupera una bottiglia di vino, il tutto - come dire - leisurely, poi si volta con aria innocente: "Red?"

Dio cane.

Sfodera due calici e li riempie un po' troppo.

"I love this wine. It's so full and blissfully textured. Taste it."

Spinge un bicchiere nella mia direzione, ma io non tasto proprio un cazzo. Non vale.

Alzo lo sguardo, dal bicchiere ai suoi occhi. Nigella ricambia, è interessata. Slaccio i pantaloni. La fisso. Calo la zip. Nigella abbassa lo sguardo per un istante, ma il bancone le impedisce di vedere. I miei gesti comunque parlano chiaro. E anche i suoi. Raddrizza le spalle e mi fissa rigida.

"Weren't you thirsty?"

Mi sfioro attraverso il cotone sottile. Socchiudo gli occhi. Esagero, ma esagerare mi fa eccitare e viceversa.

"Well, then."

Solleva il calice e beve un sorso.

"Terribly thirsty" le ricordo.

Nigella mi fissa. Ha capito. Finisce il vino senza staccarmi gli occhi di dosso. Lentamente.

Il calice si svuota come una clessidra tra le sue labbra. Quando scivola via anche l'ultimo sorso gemo. Esagero, ma esagerare mi fa eccitare e viceversa.

Chiudo gli occhi, respiro pesante, scosto un po' le mutande. Ascolto il tintinnio del vetro che si posa sul bancone e lo sgabello che striscia sul pavimento di marmo. L'aria si sposta. Il pensiero di Nigella che si avvicina e mi sfiora, monopolizza la mia mente e i miei gesti. La mano rallenta, immobilizzata dall'attesa. Poi lo sento: prima il respiro sul collo e dopo le sue dita attorno al mio polso. Scende dal dorso della mano, fino alle falangi. Spinge. Trattengo il fiato. La voglio dentro, ma sposta la mano lasciandomi nuda.

Inspiro.

"Prima io" sussurra, con accento inglese.

Mi scappa un gemito e non esagero niente questa volta: CANZZZZZZZZZZZZZ

Nigella Bites... Me!Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum