CAPITOLO II: Minestre (consigliate a cena) o pasta

441 5 0
                                    

Abitare in Gae Aulenti 9 ha numerosi vantaggi e un unico grande svantaggio: Valerio Scanu. È sempre a piazzare qua in giro, che forse per la società è un bene così non fa più musica, però oh, non è possibile che ogni volta che esco a fare la spesa sta là a fotografarsi. Magari ha preso troppo sul serio il suo fioretto di fare l'amore in tutti i laghi e mo vuole scopare pure nelle fontane di Gae. Speriamo di no che ci sono i bambini meno fortunati (e nel caso proprio mega sfortunati) a fare il bagno. Lui invece ha sculato. L'ha detto a Victor Victoria che l'hanno allattato fino a 7 anni. Questo può solo voler dire che Valerio possiede il vivido ricordo dei capezzoli di sua madre nella sua bocca. Ci penso spesso e anche oggi, superando con indifferenza (invidia) il manipolo di zarri che gli si è accollato. Cerco di distrarmi.

"Tette di signora."

Se dimentico Scanu agganciato ai capezzoli tipo quei robi rotanti da stripper l'immagine è gradevole. Il collegamento con Nigella direi che è immediato, mi tuffo in questa morbida seppur soda, fantasia. E pure nell'Esselunga. Gli scaffali mi parlano di lei, la gastronomia, le lunghe righe da disegno tecnico e persino le casse automatiche: sono una scheggia a trovare i codici a barre, un dettaglio che Nigella noterebbe di nascosto e che arricchirebbe il puzzle del suo amore per me. Ricambiato s'intende.

Sospiro innamorata.

Eppure Nigella non mi ha più scritto da quando ci siamo parlate. E nemmeno io, perché la cugina zarra della Sofi che voleva tatuarsi una madonna messicana sulla schiena dice che in amore vince chi fugge e io mi fido. Con questa strategia il suo fidanzato le ha fatto i fuochi d'artificio per il compleanno, in piena Milano, tipo sul marciapiede. Voglio solo una fetta di Pavlova, io.

Comunque sto divagando e il motivo è che non so come venire al sodo, mi vergogno e spero che smettiate di leggere. Alla fine è il sodo – ma morbido – a venire da me. Uscendo dall'Esselunga mi ci schianto.

Boing

Rimbalzo via, ma avrei preferito restare là in mezzo. Sollevo a fatica lo sguardo, prima dal suolo poi dal sodo.

Io: pietrificata.

"Hello, there..."

I puntini stanno ad indicare il tono sexy e la grammatica da donna di una certa età (quella giusta).

Non rispondo.

Nigella mi squadra, poi mi salta addosso facendomi sua nella loggia di Gae Aulenti. I suoi gesti brutali e assetati sono ammortizzati dalle tenere forme. Mi riscuoto.

"S-Sorry."

Ho l'accento italiano, perché la gente italiana con l'accento inglese mi sta sul cazzo.

Nigella sorride comprensiva.

"Don't worry dear, I get it, this luscious bosom is irresistible."

Sorrido a labbra strette per trattenere l'imbarazzo (e l'acquolina). In quella ci raggiunge la guardia del corpo di Nigella, che è il tipico uomo inglese brutto e pallidino, con il naso all'insù. Ciò che è atipico sono le sue dimensioni. Nigella gli sfiora la spalla e guardandomi dritto negli occhi:

"We had a really bizarre accident" spiega.

"I think she may have hurt hersalf, doesn't she look a bit dazed?"

Io: persa nell'irresistible bosom.

"What you say, you go on fetch what we need and i... escort her home?"

Sbianco. Svengo. SBOROOO.

"Remember to buy the yellow foods. I think they are called smart."

No vabbè, mo' magari esce pure la fidaty, non ce la faccio più a stare dietro ai plot twist.

Il bodyguard annuisce e mi supera. Nigella si volta facendo segno di seguirla. Ho bisogno di un attimo poi le corro dietro. Finalmente le porte dell'Esselunga si richiudono. È mezz'ora che stanno aperte per colpa mia.

"A che piano vai?"

Arriviamo fino a casa che io sinceramente non capisco un cazzo. Nigella si aspetta il maschione, io lo so, si è lasciata ingannare dal mio sex appeal virile. Non posso deluderla, però sono una punsy. Jesus ti prego, so che sei omofobo, ma dammi una mano. Saliamo in ascensore.

"S-secondo" manco mi esce la voce.

Nigella schiaccia il pulsante schiacciandomi in un angolino.

"Two..."

Spalanco gli occhi. Non posso trattenermi. Il potere delle freddure è davvero irresistibile: "Io?"

È troppo tardi quando mi rendo conto di quello che ho fatto. Sono un mostro. Non ci sono scuse: "È colpa di Zororì..."

La voce mi resta incastrata in gola, per fortuna. Nigella si è avvicinata, impercettibilmente, ma io lo percepisco. Mi sembra di sentire la temperatura del suo corpo sulla pelle.

"You look frightened" sorride.

Minghie.

Prende la visiera del cappellino e me lo sistema sulla testa.

"That's cute."

Zio pera.

Ed è così che divento troppo arrapata per avere anche paura.

Nigella Bites... Me!Where stories live. Discover now